- L’AVVENTO DEL SONORO – THE JAZZ SINGER (1927) di A. - TopicsExpress



          

- L’AVVENTO DEL SONORO – THE JAZZ SINGER (1927) di A. Crosland, musiche di autori vari. Il film è un adattamento di Alfred A. Cohn di una commedia musicale di Samson Raphaelson del 1925, a sua volta derivata da un racconto, “The Day of Atonement”, pubblicato nel ’22 dallo stesso Raphaelson. La prima del film si ebbe al Warner Theater di New York il 6 ottobre 1927. Rispetto al film “Don Juan”, dello stesso regista e proiettato il 6 agosto 1926 con un commento musicale sincronizzato con sistema Vitaphone (tecnologia che consisteva nella registrazione del suono su un disco dal diametro di 16 pollici e il giradischi, ruotante alla velocità di 33 e 1/3 giri/min., era sincronizzato con il proiettore attraverso un sistema meccanico, garantendo un suono ininterrotto di 9-10’) si aggiungevano in “The Jazz Singer” anche i dialoghi sincronizzati (e non solo la musica come nel caso del “Don Juan”), ma relativamente a due sole sequenze. Le musiche del film possono essere distinte in due categorie: i songs cantati a livello interno, ai quali aggiungere alcune intonazioni religiose appartenenti alla tradizione ebraica, e il commento di livello esterno, nel quale distinguere ulteriormente tra interventi di colore locale e commento propriamente inteso. Ne deriva un insieme fra i più eterogenei ma del tutto allineato con le compilazioni del cinema muto, rispetto alle quali si aggiunge qui – ovviamente per esaltare il sincronismo – la marcata presenza dei songs interpretati da Jack Robin (Al Jolson). In ogni caso, e contrariamente a quanto si sostiene in modo sbrigativo soprattutto in Italia, poiché “The Jazz Singer” resta sempre ancorato negli episodi musicali ai meccanismi diegetici della verosimiglianza, NON è un musical, bensì un film di argomento musicale. Se si considera che su 86 interventi musicali complessivi, soltanto sette sono originali (tutti brani senza titolo di Louis Silvers, nell’occasione anche direttore d’orchestra), s’intuisce la discendenza diretta del progetto musicale dalla tradizione del cinema muto. Resta, come già anticipato, il netto contrasto fra la natura dei songs e il commento, responsabile di una divaricazione stilistico-formale che si traduce in una sottolineatura estrema delle funzioni drammaturgiche affidate ai due ambiti: quello che scaturisce in modo naturale dagli eventi circoscritti (i “songs” nelle performances estemporanee o il palcoscenico di Jack Robin) e quello che interpreta la storia dall’esterno ma affidandosi a composizioni d’impatto immediato. Al contrario, il contrasto fra i songs e i canti della sinagoga non fa che esaltare lo stato conflittuale di Jakie Rabinowitz (alias Jack Robin). La duplice divaricazione potrebbe essere anche alla base del successo del film poiché i songs – per lo più già conosciuti – andavano direttamente incontro al gusto del grande pubblico.
Posted on: Wed, 18 Sep 2013 08:50:39 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015