* BALCONATA - Schierata sulla terrazza, fra zia Sofia e Antonia, Angela attese di veder comparire il promesso fra i pizzi, le parrucche e i collarini degli ospiti rimasti impegnati a scambiare sorrisi e inchini. Il solo elemento che conservava chiaro del marchesino era un fluido, fuggitivo, insolente ciuffo castano, animato dalla fama con cui le era stato presentato: “ Un giovane brillante, intrepido, elegante nei sentimenti e destro nel portamento…”. I commenti degli altri invitati e le confidenze delle amiche non erano stati, tuttavia, concordi e coerenti. Alcune glielo avevano indicato come “sensibile”, altri lo descrivevano, invece, “ suscettibile”: le donne, soprattutto, ne sottolineavano acidamente il malanimo verso i merletti e le ciprie... Mentre gli ospiti iniziavano a disporsi in parata, Angela intravide, finalmente, una chioma spettinata scendere dalla carrozza e avanzare fra le parrucche e i collaretti. Sullo sfondo del cielo, trasparente e azzurro, il capo fine e arruffato del proprio promesso sposo le sembrò bellissimo e ne fu attratta subito. Morse le labbra ravvivandone il colorito e gli sorrise, attendendo smaniosa il suo saluto. Aveva lasciato il viso pulito senza alcun vezzo e rossetto e l’ unico ornamento vistoso, che competeva con lo splendore del suo sorriso, erano gli orecchini di perle intonati coi filamenti preziosi dell’abito. “Spero non resti insoddisfatto del mio abbigliamento...” pensò mentre continuava a spiare il primogenito. Largò i suoi grandi occhi neri e gli sorrise con più vigore allorchè lo vide avviarsi verso le scale. Freddo in viso e con un’ espressione ostile, celata dietro il contegno della cerimonia, Carlo salì i primi gradini al fianco degli altri gentiluomini. Quando, però, scorse Angela davanti alla tribuna, rallentò vistosamente l’andatura; chinò appena il capo al suo indirizzo e attese che gli altri lo superassero sul terrazzo prima d’ andare a porgerle il saluto.
Posted on: Fri, 04 Oct 2013 21:26:47 +0000
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