#Datagate. Tutti parlano di Datagate. Dopo mesi di letture, e non - TopicsExpress



          

#Datagate. Tutti parlano di Datagate. Dopo mesi di letture, e non so più quanti articoli, sono arrivato a una conclusione: sono convinto - anche se non lo posso dimostrare - che i presidenti USA non conoscano il dedalo delle agenzie e dei programmi di intelligence del loro paese. È un mix di vecchi militari della guerra fredda abituati a fare da soli e a tenere dossier di politici che osino rompergli le scatole, e di nuove disposizioni post-11 settembre che hanno inventato metodi, finanziato programmi, sfruttato senza limiti le nuove tecnologie di sorveglianza protetti - per la prima volta - da un meccanismo giudiziario di default (prima spii, poi eventualmente vediamo se hai fatto bene oppure no). A un certo punto, i servizi si sono trovati in mano un giocattolino meraviglioso, che permette di conservare tutto, di tenere tutto, al di là di quanto poi siano realmente in grado di saperlo, ma ce lhanno. E credo anche che Russia, Cina, Giappone, Coree, Francia, Germania e Gran Bretagna abbiano programmi identici o molto simili (quello francese è stato anche svelato da LeMonde e vale 600 milioni di euro lanno). Solo che non esiste uno Snowden cinese o francese, e ne approfittano per fare le vittime. Quindi, anche se può sembrare un argomento debole - e lo è, in termini assoluti - credo che quel «così fan tutti» di Obama sia giustificato. Mi ricorda gli anni Ottanta, quando il mondo ha avuto problemi simili con gli armamenti nucleari: si è andati avanti con accordi bilaterali USA-URSS. Non ci si disarmerà della sorveglianza globale se non si partirà da una ammissione sincera anche degli altri paesi. Non si può pretendere lunilateralità degli americani, sarebbe ingiusto. Anzi, dico di più: pericoloso, perché sposterebbe un equilibrio deterrente. Non a caso i russi si coccolano Snowden.
Posted on: Mon, 28 Oct 2013 09:50:53 +0000

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