@Decadenza di Berlusconi, sale la tensione Voto in Giunta, il Pdl - TopicsExpress



          

@Decadenza di Berlusconi, sale la tensione Voto in Giunta, il Pdl affila le armi “Via il presidente, non è super partes” La richiesta dopo le critiche di Schifani a Stefano: non garantisce la terzietà. Ma Grasso: è impossibile E il Pd: «Avanti con la linea dura» A meno di 24 ore dall’ufficio di Presidenza che deciderà i tempi del dibattito sul caso Berlusconi, nella Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato la tensione è già alle stelle. Sui tempi, sui modi e sugli stessi componenti della Giunta. Il capogruppo Pdl al Senato Renato Schifani avverte infatti che un voto politico da parte dei senatori significherebbe la fine del governo e chiede al presidente del Senato Pietro Grasso di sostituire i membri della Giunta che hanno già espresso le proprie valutazioni. Trovando, tuttavia, il secco `no´ di Grasso: «non è possibile, il regolamento non lo prevede». La giornata, del resto, non è iniziata nel migliore dei modi con il presidente della Giunta Dario Stefano (Sel) che, in un’intervista all’Unità, prannunciava tempi «ragionevolmente rapidi» e senza «scappatoie elusive in giuridichese». Parole che hanno incendiato gli animi del Pdl. E in trincea è sceso proprio Schifani, richiamando dapprima Stefano all’esigenza di «terzietà ed equilibro» e chiedendo quindi direttamente al presidente del Senato Pietro Grasso di valutare la sostituzione dei membri della Giunta che hanno già espresso le proprie valutazioni prima di andare «in Camera di Consiglio per deliberare nel segreto del dibattito». Fatto «inaccettabile e gravissimo», ha incalzato Schifani trovando però un muro invalicabile da parte di Grasso, secondo il quale il caso non rientra in quelli disciplinati dal regolamento del Senato e, allo stesso tempo, valutazioni «sono emerse da esponenti di tutte le forze politiche». Valutazioni che a sei giorni dalla presentazione in Giunta della relazione di Andrea Augello sembrano non dare alcuna chance al Cavaliere, con il Pd fermo sulle proprie posizioni. Di contro la linea che sarà adottata dai 6 membri in quota Pdl appare chiara. «Chiederemo un voto di merito sulla non decandenza o in subordinata una devoluzione alla Corte costituzionale o alla Corte Europea» dei diritti umani, è il piano di battaglia illustrato da Schifani che avverte come il Pdl non intende allungare i tempi della decisione ma solo proteggere il diritto di difesa del Cavaliere. Mentre sul possibile ricorso alla Consulta sulla costituzionalità della legge Severino le parti restano lontanissime, anche se il ministro Cancellieri apre un timido spiraglio. Per Stefano il 2 luglio scorso la Giunta si è ga’ autodeterminata a non ricorrere alla Corte Costizionale e ora «non pua’ smentire se stessa». Per il senatore Lucio Malan (Pdl), invece, la finestra esiste e un simile ricorso fu già richiesto nel 2008 sul caso dell’eleggibilità di Nicola Di Girolamo e in merito alla costituzionalità della legge Tremaglia. Un eventuale richiesta di ricorso, inoltre, andrebbe inoltrata solo quando la Giunta si riunisce per la `contestazione´ dell’elezione del senatore interessato. Da qui, anche, l’importanza dei tempi e della durata dei lavori della Giunta, su cui l’Ufficio di Presidenza si pronuncerà domani. E all’ultimo piano del complesso di S. Ivo alla Sapienza - sede della Giunta -, con una prassi che prevede decisioni prese all’unanimità, si consumerà probabilmente un anticipo della battaglia prevista per lunedì prossimo, quando Andrea Augello (Pdl) presenterà la relazione redatta per difendere il Cavaliere. lastampa.it/2013/09/03/italia/politica/voto-in-giunta-il-pdl-affila-le-armi-via-il-presidente-non-super-partes-T2MuXpfvKq6kgnoen0iGeN/pagina.html
Posted on: Tue, 03 Sep 2013 22:47:19 +0000

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