“Imagine”, Lennon e gli atei a loro insaputa. “Imagine - TopicsExpress



          

“Imagine”, Lennon e gli atei a loro insaputa. “Imagine theres no heaven Its easy if you try No hell below us Above us only sky Imagine all the people Living for today... Imagine theres no countries It isnt hard to do Nothing to kill or die for And no religion too Imagine all the people Living life in peace... You may say Im a dreamer But Im not the only one I hope someday youll join us And the world will be as one.”. “Immagina non ci sia il Paradiso, prova, è facile, nessun inferno sotto i piedi, sopra di noi solo il cielo, Immagina che la gente viva al presente... Immagina non ci siano patrie, non è difficile, niente per cui uccidere e morire, e nessuna religione Immagina che tutta la gente viva la sua vita in pace... Puoi dire che sono un sognatore ma non sono il solo Spero che ti unirai anche tu un giorno e che il mondo diventi uno.”. (John Lennon – Imagine – ottobre 1971 – USA). L’industria della musica leggera è un drago dalle sette teste, sempre irresponsabilmente sottovalutato sul piano culturale, ma onnivoro, onnisciente e onnipresente; è un’industria che ha sempre contato sulla sensibilità dei giovani e sulla scapestrata sprovvedutezza di quelli che, non più giovani, contano, eccome. Quanti genitori degli anni settanta, bravi borghesi timorati di Dio, puntuali alla messa domenicale e sempre prodighi quanto alla “paghetta” del sabato precedente, si sono mai premurati di tradurre il testo dell’ex beatle John Lennon e di scoprire che quella gradevole musichetta, portata in casa dai troppo viziati virgulti, sotto la maschera pacifista, conteneva un messaggio “più vicino al Manifesto del partito comunista di Karl Marx che ad un inno alla pace”, come ebbe a dichiarare pubblicamente lo stesso autore, ucciso a quarant’anni da un suo fan affetto da disturbi mentali, l’8 dicembre 1980 ? E quanti vescovi, presbiteri e curatori d’anime hanno avvertito la necessità di imparare qualche frase idiomatica in lingua inglese, per rivelare il marchingegno alle crescenti schiere di iscritti all’AGESCI ed a CL, consumatori indomiti, anche loro, dei “prodotti” di Lennon ? E quanti ascoltatori entusiasti dei comizi di Lech Walesa e di Amintore Fanfani hanno mai avvertito la preoccupazione di raccogliere una “sfida” culturale, anche e soprattutto sul piano della tradizione musicale europea (che è cristiana dalle punte dei capelli alle unghie dei piedi degli autori e degli esecutori, per appena ottocento anni, e senza interruzione) ? Ma la storia vendica la storia, e la mattina del 10 novembre del 1989, si presentò a Berlino, ai piedi del Mauer, accompagnato dal suo Stradivari Duport, il più grande violoncellista del XX secolo, quel Mstislav Rostropovic, cacciato dall’Unione Sovietica per la sua fede in Gesù Cristo e nella libertà della persona, per eseguire, diavolo di un uomo, in mezzo a folle di giovani berlinesi ed europei in delirio, non “Imagine” di Lennon, che forse nessuno ricordava più, ma la prima Suite in Sol maggiore BWV 1007 di Johann Sebastian Bach, il sommo autore della Matthäus-Passion e della Johannes-Passion. Un mese e mezzo dopo, la sera di Natale del 1989, Leonard Bernstein arrivò anche lui, e, sul podio della Konzerthaus, a Berlino Est, diresse la Nona Sinfonia “Eroica” di Ludwig van Beethoven, il Titano autore della Missa solemnis; alla parola “Freude” dell’Inno alla Gioia, tratto da Friedrich Schiller, Bernstein aveva fatto cantare la parola “Freiheit” (libertà). Ogni tanto, a questi ragazzi , innamorati, come è giusto, della bellezza in tutte le sue forme, una apertura degli occhi e una tiratina di orecchie non farebbero male. Per capire e sapere, prima di comprare, ciondolare e fischiettare. I merli, i fringuelli e gli usignoli, prima di cantare, a gola piena, le lodi del Signore, sanno quello che fanno.
Posted on: Sun, 16 Mar 2014 15:01:15 +0000

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