“Io vittima dell’amianto chiedo giustizia per me e i miei - TopicsExpress



          

“Io vittima dell’amianto chiedo giustizia per me e i miei colleghi!” Posted on 3 maggio 2012 E’ malato, ma di smettere di lottare proprio non ne vuole sapere. Dice che deve resistere per sé ed i suoi colleghi. Da anni cerca di non piegarsi al suo male e, nello stesso tempo, combatte perché tanti non facciano la sua fine. Sì, perché la sua patologia l’ha contratta al lavoro. E il rischio che altri militari come lui si ammalino e muoiano, c’è ed è alto. E’ successo e succede ancora. Perché di amianto si continua a morire. Questa è la storia di Antonio Dal Cin, nato a Crema quarantadue anni fa, residente a Sabaudia, responsabile e coordinatore nazionale del Settore “Esposti e Vittime Amianto dei militari appartenenti alla Guardia di Finanza” – Osservatorio Nazionale Amianto ONA ONLUS, costituito a marzo scorso, che, colpito dall’ amianto, racconta: “Sono stato esposto alla fibra killer dal 1992 al 2004 a Trieste durante servizi resi alla Nazione e questo ha determinato l’insorgenza di gravi problemi respiratori e di altre importanti patologie, che stanno incidendo in modo pesante sulla qualità della mia vita. Dal 2008 mi sono interessato al problema dell’amianto ed ho capito che l’amianto, l’immacolato, l’incorruttibile, non è un problema privato e non poteva restare tale. Sto lottando, affinché nel nostro Paese vengano presto attuate le bonifiche e non resti una sola fibra di amianto”. Per fortuna Antonio, non è solo. Ad aiutarlo, c’è l’avvocato del Foro di Roma, Ezio Bonanni, uno dei massimi esperti della fibra assassina a livello mondiale. E’ grazie a lui che la battaglia, molto faticosa, va avanti. “Non possiamo più tollerare – afferma il militare (Guardia di Finanza) – che famiglie di onesti operai e militari paghino la loro dedizione al lavoro con il tributo più grande: la propria vita. Per questa ragione, nonostante il mio precario stato di salute, i continui ricoveri in vari ospedali d’Italia, ho deciso che devo continuare a lottare fino all’ ultimo dei miei giorni. Voglio impedire che altre persone si ammalino a causa dell’amianto e muoiano a seguito di mesotelioma, carcinoma polmonare e altre patologie correlate all’amianto”. Il 21 marzo scorso Antonio è stato colto da una grave crisi di insufficienza respiratoria, ma dopo alcune ore in ospedale ha deciso di tornare a casa, dove ad attenderlo c’erano sua moglie, affetta da sclerosi multipla e sua figlia, di cinque anni. Va avanti. Non si arrende. Di recente ha scritto una lettera al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, chiedendo che venga subito avviata la bonifica di tutti i siti contaminati e si provveda subito al risarcimento delle migliaia di vittime dell’amianto. Il Presidente della Repubblica gli ha risposto che la questione amianto in Italia è stata “portata all’attenzione del Ministero dell’Economia e delle Finanze”. A sentire Antonio, supportato da alcuni studi e dati, non c’è tempo da perdere. “Il professore Claudio Bianchi, una delle più autorevoli personalità nel mondo della medicina legale – afferma – ha evidenziato che in Italia ci sono 4 mila tumori annui correlati all’amianto, undici al giorno, uno ogni due ore, a fronte di oltre centomila nel mondo. Purtroppo, questa triste realtà non ha risparmiato il nostro mondo, portando dolore e sofferenza in moltissime famiglie, che, oltre a piangere i loro cari estinti, attendono tuttora giustizia. Mi sto impegnando fermamente, affinché a questi colleghi e alle loro famiglie venga restituita la dignità e vengano riconosciuti tutti quei diritti che sono stati loro negati. E non è tutto. Questo grande dramma sociale, in termine di perdite di vite umane, vedrà il raggiungimento del suo picco massimo tra il 2018 e il 2025 con costi ingentissimi per il nostro Servizio Sanitario Nazionale, sul quale graveranno le cure e le spese mediche per i malati senza speranza”.
Posted on: Sat, 31 Aug 2013 13:40:26 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015