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#PIL #SPREAD #COMPETITIVITÀ #FATESCHIFO Il nostro Paese è tra i cinque maggiori fornitori europei dell’esercito egiziano. Secondo la relazione delle scorse settimane del Governo al Parlamento, vi figura di tutto: dai fucili d’assalto e lanciagranate della Beretta alle munizioni della Fiocchi, dalle bombe per carri armati della Simmel alle componenti per centrali di tiro della Rheinmetall, dai blindati della Iveco alle “apparecchiature specializzate per l’addestramento militare”. Magari sono proprio le armi che vediamo in televisione e sui quotidiani in questi giorni. Secondo l’Opal di Brescia – associazione a cui aderiscono, tra gli altri, la Diocesi, il Collegio missioni africane, i missionari Comboniani e Saveriani, Pax Christi e la Cgil – le esportazioni di armi dall’Italia all’Egitto sono in costante crescita. «Le autorizzazioni ministeriali per forniture di armamenti all’Egitto», spiega Giorgio Beretta, analista di Opal, «non superavano i 10 milioni di euro del 2010, sono salite a oltre 14 nel 2011 e lo scorso anno, col governo Monti, hanno toccato il picco di oltre 24,6 milioni di euro. E di conseguenza sono cresciute le consegne effettive di sistemi militari, che nel 2012 hanno superato i 28 milioni di euro (precisamente 28.679.837). Esportazioni che sono tuttora in corso, visto che nei primi tre mesi del 2013 l’Istat ha già rilevato spedizioni di armi e munizioni al Paese africano per oltre 2,6 milioni di euro».
Posted on: Fri, 16 Aug 2013 16:10:07 +0000

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