«Pizzini» e telefonate dal carcere grazie alla complicità di - TopicsExpress



          

«Pizzini» e telefonate dal carcere grazie alla complicità di agenti di polizia penitenziaria corrotti: l’obiettivo dei camorristi era, come scrive in una nota la Dda, «spargere il terrore nel paese» per realizzare le attività criminali del gruppo, estorsioni in primis. I carabinieri della compagnia di Castellammare, agli ordini del maggiore Gennaro Cassese e del tenente Carlo Santarpia, hanno eseguito all’alba di oggi un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Napoli su richiesta dei pm dell’Antimafia nei confronti di 14 affiliati al clan camorristico dei Cesarano e 2 agenti di polizia penitenziara. L’inchiesta sulla cosca attiva nei territori di Castellammare, Pompei e Scafati è partita nel 2008 a seguito degli omicidi di Carmine D’Antuono e Federico Donnarumma avvenuti a Gragnano. Anche dal carcere, quindi, gli esponenti di vertice del clan riuscivano a trasmettere le proprie direttive. «Ordini» impartiti agli affiliati al clan come quello di assoggettare in un clima di paura l’intera collettività. I carabinieri sono riusciti in particolare a ricostruire anche un tentativo di estorsione, per l’importo di 50mila euro, ai danni di un imprenditore del mercato dei fiori di Pompei.
Posted on: Wed, 23 Oct 2013 14:13:17 +0000

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