* “UN’ EVENTO BRUTALE, doloroso e imprevedibile, ci ha colti - TopicsExpress



          

* “UN’ EVENTO BRUTALE, doloroso e imprevedibile, ci ha colti di sorpresa stamane, dissipando la lieta serenità dai nostri animi con la propria violenza orribile e disonorevole...” Rivolgendosi al Bargello, il Barone sembrò così sinceramente turbato nel presentare la miserevole tragedia avvenuta nella propria abitazione che il militare tralasciò nel cinturone la bolla che premeva con la mano e abbassò rispettosamente il capo di fronte al nobile. “ Vi preghiamo, dunque, di avviare l’ ispezione giudiziaria per renderci chiara l’infausta fine del giovane prete e spiegarci qual ne è stata la causa materiale.” Bastiano fece segno d’ acconsentire, ma indugiò nell’esplicitare la propria adesione, temporeggiando nell’osservare i Signori. Nonostante le loro titolate persone, istruite ai più sottili e raffinati inganni della dissimulazione, apparissero ostentatamente sicure e solidali, fra i due correva un’ equivoca tensione che ne tradiva le decorose figure rigidamente ferme dietro il massiccio scrittoio: una meccanica agitazione smaniava le mani del Barone, mentre un’ansia ancor più vile, lucida come un sudore, s’avvertiva sotto l’elegante parrucca del Marchese. La grande esperienza che il soldato aveva nel torchiare i malviventi comuni, gli assicurava che si trattava dello stesso sgomento che coglieva gli uomini esposti debolmente al suo potere. Più volte, grazie a questa sensazione, aveva indotto i meschini a confessione; intuì, quindi, che quello era il momento migliore per trarre il massimo beneficio dalle sue azioni. Così, senza concedere altro tempo per dubitare degli obblighi che veniva ad assumere, con la grazia del militare, tiró fuori il foglio avvolto nel cinturone e lo pose sul tavolo davanti al Marchese. “ Perdonate Eccellenza, non prendetevela a male – disse, scrollando un poco la testa come a rammaricarsi dei propri doveri - ma prima d’ accordarmi ai vostri ordini, ho un altro mandato da eseguire...” Chiesta licenza al Barone, il Lesciada srotolò la pergamena e lesse alcune righe a bassa voce. “ Il Governatore ordena e comanna che in ogni luogo e fabbrica e territoria compresi lungo la costa fra Puzzallo e Kamarina dove si ravvisi segno di peste...”, interruppe la lettura. Alzò lo sguardo inquieto e allarmato allo sbirro e consegnò il foglio all’ Arizza. Letto il proseguo della bolla, questi interrogó Timpazza. “ Che significa..? ” Il Bargello riprese in mano il bando e lo riavvoltolò, allontanandosi verso la finestra. “ Significa – riprese, tornando a fissare negli occhi i due aristocratici – che il suicidio del prete non è l’assillo maggiore che dovreste avere…” I gentiluomini trasalirono sorpresi, sentendosi piombare addosso la minacciosa e grave intimidazione. Bastiano non diede loro tempo di fiatare, riportando freddamente e in poche parole la fine dell’ avvocato Firricchia così come l’aveva appresa a Donnalucata dal protomedico Caruso. Infine alla penosa morte del Fiscale, il soldato spiegò d’ avere da parte del Governatore ordini precisi e perentori da far rispettare: “Impedire che ogni uomo entri o esca dalla villa – , ribadì, tornando a leggere la consegna - Barracare la casa, spargere suffimigia, isolare chiunque sia entrato in contatto con l’ appestato…” Ascoltando la lista dei doveri, il Marchese ebbe un’improvviso malore che lo costrinse a sedere. Al Barone invece, salì subitaneamente la collera alla testa: “ Come vi permettete, canaglia d’un milite, di parlare in modo così insolente e sfacciato dentro casa mia ?” urlò rabbiosamente, afferrando lo sbirro per la giubba. “ Siete stato comprato anche voi dai Grimaldi per mettere in opera quest’operetta ridicola ?” Nel ricevere quell’accusa dritta in faccia, Timpazza masticò saliva fredda: l’offesa del Barone oltre a invischiarne pesantemente la reputazione ne rivoltava le viscere nella pancia. Coloro che il nobile gli imputava come padroni godevano della sua recondita inimicizia. Erano stati proprio gli intrighi dei notabili modicani che ne avevano ostacolato l’ ascesa nelle cariche militari della Contea durante l’ultima convocazione della Corte Comitale. E se ancora, dopo le lamentele presentate al Tribunale, egli non riusciva da Capitano di Campagna a divenire Capitano di Giustizia della Quarta Sergenteria del Regno di Scicli, la colpa era da attribuire ai Signori di Modica che appoggiavano un loro familiare. La soperchieria sfrontata del Barone, dunque, gli risultò odiosa in misura doppia e ne mise a dura prova la resistenza. Tuttavia, il soldato si trattenne dal reagire, poiché capiva che doveva necessariamente mantenere come amici i feudatari avversi ai Grimaldi- Polara e non poteva permettersi scatti di nervi né prove di forza. Tese perciò la mandibola e aspettò che il Barone finisse la sfuriata, poi, liberato dalla stretta, si lisciò la barba e rialzò la testa; quindi, mantenendo ben ferma in mano la comanda, iniziò a parlare, pesando bene ogni parola. “Io sono qui per compiere il mio dovere, Eccellenza – disse con calma – cercate di capire. Gli ordeni sono ordeni e la legge va impartita. Un soldato non discute le comanna... un soldato ubbidisce alla legge della spada...Nondimeno, non ritenetemi così chiuso di testa da non saper comprendere, al pari d’una vile bestia, che c’è legge e legge, norma e quisquilia…- celiò senza battere ciglia - specie se la questione riguarda case stimate come la Vostra…” Guardò il Barone ancora adirato e chiuso nella sua collera; passò lesto al volto più pavido del Marchese, trovandovi l’attenzione adatta alla sua causa . “Voi, però, dovete considerare la ristretta autorità che mi assegna la mia carica in questa contrada: un Capitano di Campagna non ha il potere d’un Capitano di Milizia... - affermò, cominciando a manovrare d’astuzia - E l ’ unico arbitro che può decidere nella giurisdizione militare da Pozzallo fino alle terre di Biscari è il Capitano di Giustizia del Terzo Distretto di Scicli…”. La carica, precisò senza fretta, al momento non era ricoperta perché il Governatore osteggiava la sua candidatura, favorendo i notabili di Modica che volevano farvi eleggere uno della loro schiera. Il Marchese intese subito l’istanza sottaciuta nelle parole del Capoguardia. “ Avrete dalla vostra tutta la nostra stima e l’autorità che godiamo presso la Corte Comitale e l’ufficio del Governatore se v’impegnerete a tutelarci in questa circostanza…” disse prontamente al birro, sostenendone la richiesta. Bastiano sorrise con immediata soddisfazione: chiuse le palpebre e stirò le labbra, grato dell’ offerta propostagli dal nobile. Poi, mantenendo la prudenza necessaria per accedere alla dispensa dei favori dei potenti Signori, riprese la tiritera . “ Gli ordeni sono ordeni e la legge comanna..un soldato non può prendere iniziative senza averne dall’autorità pubblica legittima licenza…Pur nondimeno… - aggiunse, spiando a fondo negli occhi dei due: “ Considerato che la facenna riguarda le Vostre ‘ccellenze, i soldati manterranno ogni cautela dovuta a una questione delicatissima, compiacendo li ordeni senza farne mostra…”. Cosicché, concluse, rimettendo la bolla nella sacca “ Atteso ventiquattr’ ora senza che in casa avvengano altre morti sospette, smobiliteremo la cerchia intorno alla villa e rientreremo nella nostra caserma .” Il Marchese chinò la testa, acconsentendo opportunamente alle misure del Capoguardia. Si alzò, poi, affannosamente dalla sedia e rivolse un eloquente occhiata al Barone, invitandolo ad approvare anch’egli l’intesa raggiunta. Non ancora pacificato con Bastiano, Don Alvaro rientrò accortamente dietro lo scrittoio. Poggiò i pugni sopra la cartella e inspirò un profondo respiro. S’ allineò, quindi, ai toni del Lesciada, riprendendo la calma e una civile loquela: si scusó col soldato per quella crisi di nervi importuna e lo invitó a prendere subito il comando degli uomini e avviare l’ indagine dentro la villa. “Senza badare a costi e a spese…” aggiunse, tirando fuori dallo scrittoio una sacchetta rossa piena di monete – Prendete questa e sappiate che avrete risarcita ogni altra nota ”. Bastiano capì l’antifona intascando la mancia: la sua elezione sarebbe stata patrocinata con larga manica. Fece cenno di riverenza e uscì di stanza, seguito dal Marchese che volle rientrare subito in camera, preoccupatissimo dei sudori e della mancanza d’ aria che cominciava ad avvertire.
Posted on: Thu, 10 Oct 2013 13:45:04 +0000

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