26 ottobre 2013 Sabato. S. Evaristo papa PREGHIERA DEL - TopicsExpress



          

26 ottobre 2013 Sabato. S. Evaristo papa PREGHIERA DEL MATTINO No, Signore, non sono il fico che hai maledetto, sono piuttosto quello a cui è ancora concesso un anno... Se no, lo taglierai. Io non so se ho portato frutti; in ogni caso non è nulla di fronte alla fame del mondo, e questo frutto dovè? Tu ci hai mandato per portare molti frutti, e frutti che restino. Colpito da questa scadenza, voglio di nuovo darmi a te, innestarmi in te nellorazione al fine di ricevere da te la linfa. Voglio vivere dei sacramenti per ricevere il tuo Corpo e il tuo Sangue vivificanti. E dare tutto ciò che mi accorderai. Parola - Prima lettura Rm 8, 1-11 Fratelli, ora non cè nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù. Perché la legge dello Spirito, che dà vita in Cristo Gesù, ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte. Infatti ciò che era impossibile alla Legge, resa impotente a causa della carne, Dio lo ha reso possibile: mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e a motivo del peccato, egli ha condannato il peccato nella carne, perché la giustizia della Legge fosse compiuta in noi, che camminiamo non secondo la carne ma secondo lo Spirito... Riflessione Per quelli che sono in Cristo Gesù non cè più nessuna condanna perché la legge dello Spirito che dà vita in Cristo Gesù ci ha liberato dalla legge del peccato e dalla legge della morte. Alla legge era impossibile vincere il peccato perché la carne la rendeva impotente. Ebbene, ciò che era impossibile alla legge, Dio lo ha reso possibile. In che modo? Mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato, ha condannato il peccato nella carne delluomo perché la giustizia si adempisse dentro di noi, che non camminiamo più secondo la carne ma secondo lo Spirito. Abbiamo un altro modo di ragionare: salvatevi da questo mondo, non perdete più neanche un istante, ragionate secondo lo Spirito di Dio che è dentro di voi! Parola - Vangelo Lc 13, 1-9 In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo... ». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”... Riflessione Da dei fatti di cronaca Gesù prende occasione per richiamare tutti alla necessità di fare penitenza, di ravvedersi dal male. La vita umana è un dono grande, eterno, ma il tempo che la viviamo su questa terra è proprio breve. Questo tempo è come laprire la finestra sulluniverso, vederne le meraviglie, ringraziare il Padre che ci tiene in braccio, e stringerci di nuovo a lui per sempre. Bisogna allora vivere sempre in Dio per essere pronti. La parabola del fico è un richiamo pressante a non vivere una vita vuota ma a farla fruttificare per il regno di Dio. Dio è paziente, però non possiamo irriderlo facendo finta di convertirci, dandola ad intendere. Possiamo fingere, essere falsi davanti agli uomini, ma non davanti a Dio. Supplichiamolo dicendo: «Signore, liberaci da ogni male e donaci il coraggio della verità». Il dono della confessione è inestimabile per gustare la misericordia di Dio. Quando il peccato ci schiaccia, Maria faccia crescere forte in noi la nostalgia di Dio e di una vita santa.
Posted on: Sat, 26 Oct 2013 06:50:53 +0000

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