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3. l’appropriazione organizzata di beni e servizi (espropri, “io non pago”, occupazioni, espropriazioni dei ricchi, spese proletarie nei supermercati, uso gratuito dei servizi, ecc.) che assicura a tutta la popolazione i beni e servizi a cui la crisi blocca l’accesso; 4. gli scioperi e gli scioperi alla rovescia, principalmente nelle fabbriche e nelle scuole; 5. le occupazioni di fabbriche, di scuole, di stabili, di uffici pubblici, di banche, di piazze, ecc.; 6. le manifestazioni di protesta e il boicottaggio dell’attività delle pubbliche autorità; 7. il rifiuto organizzato di pagare imposte, ticket e mutui, bollette, imposte, multe, pedaggi, tickets, affitti della case delle immobiliari, della Chiesa e di capitalisti; 8. lo sviluppo (sul terreno economico, finanziario, dell’ordine pubblico, ecc.) di azioni autonome dal governo centrale da parte delle Amministrazioni Locali d’Emergenza sottoposte alla pressione e sostenute dalla mobilitazione delle masse. Ogni ALE è un centro di riferimento e di mobilitazione delle masse, dispone di impiegati e di esperienza, di locali, di soldi e di strumenti: tutte armi importanti per mobilitare le masse in uno sforzo unitario per far fronte agli effetti della crisi, in primo luogo per attuare la parola d’ordine “un lavoro utile e dignitoso per tutti”. Bisogna imparare dall’esperienza a praticare e combinare a un livello superiore le otto vie.
Posted on: Mon, 02 Sep 2013 22:24:58 +0000

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