5ª puntata di “Progressisti in divisa: la Sinistra pacifista - TopicsExpress



          

5ª puntata di “Progressisti in divisa: la Sinistra pacifista viene arruolata”, saggio di P. Boylan di cui pubblicheremo l’e-book. Il caso di AVAAZ e Giulia Innocenzi. “Progressisti in divisa: la Sinistra pacifista viene arruolata”: è il titolo di un libro di Patrick Boylan* che stiamo pubblicando a puntate su Megachip, capitolo dopo capitolo per poi pubblicarlo tutto insieme in forma di e-book. Sono messi a nudo i difetti dei pacifisti italiani e occidentali, che condividono i difetti della sinistra, nel frattempo auto-eliminatasi e cooptata nel campo di chi fa le guerre. Nella precedenti puntate abbiamo iniziato a vedere i dieci tasselli da inserire nel vasto mosaico dell’espropriazione e contaminazione del pacifismo di sinistra da parte dei poteri forti. Abbiamo visto per primo il piano internazionale, ossia il 1° tassello: Amnesty (USA); il 2° tassello: l’ong francese FIDH. Poi abbiamo visto il piano nazionale, ossia il 3° tassello: Tavola della Pace; il 4° tassello: RaiNews24. Poi siamo passati al piano individuale (5° tassello: Padre Dall’Oglio, 6° tassello: Giulio Marcon). Per una curiosa coincidenza, poche ore dopo la pubblicazione, Padre Dall’Oglio è stato coinvolto in uno stranissimo “rapimento-negoziato” dai contorni torbidi, a conferma della deriva della sua azione. In questa puntata vedremo il caso Avaaz (7° tassello). Nelle prossime puntate vedremo i tasselli successivi. Questa è la quinta puntata. Infatti, se Washington trova “deprecabile” il Presidente Correa (l’epiteto è della Heritage Foundation), non è soltanto perché egli offre asilo politico a Julian Assange o perché ha nazionalizzato le industrie petrolifere statunitensi. Egli ha anche chiuso la base militare americana installata da tempo nell’Ecuador; rifiuta di pagare alla Banca Mondiale una parte del debito accollato, dichiarandolo una “truffa” dei banchieri (molti esperti concordano); finanzia un’industria farmaceutica pubblica per produrre farmaci generici di ogni tipo, togliendo profitti alle case straniere titolari dei prodotti originali. Ma forse ciò che più dà fastidio, Correa si è alleato con la Cina. Un personaggio deprecabile (per gli Stati Uniti), altro che! Per metterlo in difficoltà, la NED opera per: (1.) destabilizzare politicamente l’Ecuador, ad esempio sostenendo le proteste antigovernative degli indigeni e, (2.) indebolirlo economicamente, ad esempio intralciando le sue industrie estrattive. Non è dato sapere se la NED sia implicata a Isla Sani, ma intanto la petizione di Avaaz: (1.) dà incoraggiamento agli indigeni a protestare, (2.) mira a frenare i piani di sviluppo della PetroAmazonas. Questa petizione, dunque, contribuisce obiettivamente ai due traguardi della NED. Il copione è ormai familiare. Come nel caso delle petizioni di Amnesty (USA), Avaaz arruola i suoi seguaci per sostenere una causa progressista in teoria giusta, ma, guardando meglio, anche parecchio strumentale. Una causa, dunque, da prendere con le pinze. Infine va segnalato che Avaaz offre sul proprio sito, per par condicio, anche una petizione che chiede alla Chevron di ripulire l’ambiente che ha devastato in Ecuador (vedi: bit.ly/link-58 ? ). Ma la petizione contro la PetroAmazonas è stata a lungo sulla prima pagina del sito, è appar-sa in più email di Avaaz e ha oltre un milione di firme; mentre la petizione contro la Chevron sta, da più tempo, nascosta nelle pagine interne senza richiami sulla copertina né email. Le firme sono cinque volte meno. Par condicio, sì – ma fino ad un certo punto. In definitiva, per Avaaz bisogna salvare sì l’ambiente, ma sopratutto dai possibili futuri danni causati da un governo nemico, non dai disastri tuttora in atto, causati da un governo amico. Come le organizzazioni descritte nei “tasselli” precedenti, dunque, Avaaz sa espropriare abilmente l’area politica progressista per fini non sempre del tutto progressisti. Ma – diversamente da Amnesty (USA), dalla FIDH, dalla Tavola della Pace e da RaiNews24 – Avaaz non è stata, essa stessa, espropriata per svolgere questo ruolo. ""E’ stata creata ex novo grazie alle sovvenzioni di George Soros, speculatore miliardario e – tramite le sue fondazioni – potere forte mondiale."" Per via delle sue molteplici iniziative sociali e politiche, come la creazione, appunto, di Avaaz e il finanziamento della campagna elettorale di Barack Oba-ma, Soros, Premio Dayton per la Pace, risulta per il pubblico americano un “progressista” molto ma molto di sinistra (per Fox News, un “socialista”) – E’ stato Soros, come abbiamo già visto (“Secondo Tassello”), a co-finanziare le “rivoluzioni colorate” in alcuni paesi dell’ex URSS nel periodo 2000-2005, rivoluzioni sponsorizzate anche dal governo statunitense per introdurre in quei paesi le basi della democrazia – e, soprattutto, le basi della NATO In sostanza, egli ha offerto a questi paesi, al posto della dittatura del Partito o di Putin, la dittatura FMI-Banca Mondiale e la sovranità limitata NATO-Dipartimento di Stato. Invece delle grinfie dell’orso russo, gli artigli dell’aquila USA. Un mondo migliore? Di sicuro non è il mondo che sognavano tutti coloro che hanno lottato duramente contro il passato regime, convinti che la rivolta avrebbe dato loro finalmente la libertà. Intanto è il mondo al quale Avaaz, con le sue petizioni, ci chiede oggi di aderire tutti quanti: la Post-Democrazia dell’«Impero dell’Ovest» (la nuova NATO Globale – Un mondo che si contrappone sempre di più alla Pre-Democrazia dell’«Impero dell’Est» (la SCO, l’Organizzazione di Shanghai per la Cooperazione: Cina, Rus-sia, Iran, Pakistan, ecc Anzi, questi due imperi esprimono non solo due alleanze difensive contrapposte, la NATO verso la SCO, ma anche due alleanze economiche contrapposte, il G7 verso i BRICS. Purtroppo queste contrapposizioni, invece di mitigarsi col tempo, si vanno irrigidendo – anche nell’opinione pubblica, spinta a schierarsi sempre di più e con sempre maggiore intransigenza grazie al lavoro di condizionamento da parte di organizzazioni come Avaaz. Responsabile di Avaaz in Italia è Giulia Innocenzi, l’intervistatrice presso il programma Pubblico Servizio ed ex militante Radicale e poi del PD – una Progressista doc, dunque. In divisa. Infatti, all’inizio della guerra in Libia, gli italiani erano per la diplomazia, sopratutto i giovani (57%-35%). Pertanto la giovane Innocenzi fu invitata a L’Ultima Parola (Rai2, 26-03-2011) per far loro capire che: 1. dobbiamo salvare i civili a Bengasi anche con le bombe; 2. il NO che si diceva per la guerra in Iraq non vale più per la Libia; 3. infatti, il pacifismo è ormai di destra. E così, con le sue petizioni, Avaaz, arruolandoci “dalla parte giusta”, ci insegna quali siano i “paesi buoni” e quali siano i “paesi cattivi” nel mondo. Ad esempio, ci fa prendere le distanze dal deprecabile Presidente ecuadoriano Correa (peraltro, troppo agganciato alla Cina) e dal sanguinario Presidente siriano Assad (peraltro, troppo agganciato alla Russia e all’Iran). Ci fa invece chiudere un occhio sulla nostra occupazione dell’Afghanistan, evidentemente per Avaaz né deprecabile, né sanguinaria. E si capisce perché: serve per spaccare l’Impero dell’Est e dirottare il petrolio dell’Asia centrale verso i paesi della NATO, anziché della SCO. In una parola, Avaaz ci arruola per la neo Guerra Fredda che sta alle porte, in cui il pacifismo sarà un orpello. Sulla “Post-Democrazia” già avviata in Italia Sui due blocchi (o “imperi”), Est e Ovest, e l’emergente Guerra Fredda,
Posted on: Mon, 19 Aug 2013 10:40:36 +0000

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