A SCUOLA Si avvia alla conclusione la mia prima settimana di - TopicsExpress



          

A SCUOLA Si avvia alla conclusione la mia prima settimana di “progetto scuola”. Beh, ne ho fatti tanti negli ultimi anni, in scuole diverse, ma è la prima volta che mi spingo così a... SUD! Che dire, come in ogni cosa, ho trovato riscontri positivi e negativi, e provo ora, insieme a voi, a tirare le somme... Sicuramente di positivo è che la “burocrazia” è molto più snella... è bastato andar lì, accompagnato da P. Gatito, che mi ha presentato, e spiegare quali fossero le mie intenzioni, e sin da subito il direttore, che mi ha accolto nel suo “bellissimo” ufficio (...) mi ha dato carta bianca, accompagnandomi nella “sala dei professori” dove, su una vecchia lavagna, c’era scritto l’orario di questo anno scolastico! Qui la prima sorpresa... la prima campanella suona alle 8:10, e le lezioni sono di 35’, ma ogni due lezioni c’è una pausa di 30’, e dopo la terza “trance” di lezioni c’è la pausa pranzo, un pò più lunga (un ora e 20’). Quindi, tirando le somme, sono a scuola dalle 8:10 alle 3:10 del pomeriggio, ma fanno in tutto 8 lezioni di 35’ (4h 40’) e 2 h abbondanti di pause. Di tutto questo ne beneficiano gli insegnanti, che hanno facce molto meno “stressate” dei nostri... ma dubito ci sia un buon equilibrio tra tempo di lavoro e tempo di recupero, e questo si denota nell’apprendimento. La scuola avrebbe dovuto chiudere ad inizio agosto (il loro calendario prevede 3 mesi di lezioni ed un mese di vacanza, ripetuti per tre cicli nell’anno scolastico), ma a causa di un prolungato sciopero degli insegnanti, pare (ovviamente) per motivi di ordine economico) le lezioni andranno avanti fino almeno alla fine della prossima settimana. Spostiamoci verso le aule... 2 edifici, stretti e lunghi, ospitano le 8 classi... ovviamente non esistono corridoi, ma ogni classe ha una porta che dà sul “cortile”... La scuola è tutta un cortile, dove, assieme ai 410 alunni (fate una veloce divisione, anche più di 50 bambini per classe), vestiti con la “divisa scolastica” (bermuda e camicia per i maschi, grembiule per le femminucce) trovate liberi al pascolo cammelli, vacche e capre, oltre a miriadi di fastidiosissime mosche. Altra particolarità sono i dormitori... due grandi camerate, una maschile e una femminile, dotate soltanto di letti a castello in stile militare: 72 ragazzi e 40 ragazze vivono qui dentro, o perchè lontani dalla scuola (parliamo di scuola primaria) o perchè il governo, su segnalazione credo della stessa chiesa, mette a disposizione questi posti letto per coloro i quali sono più “a rischio” frequenza. Molti genitori, infatti, preferiscono che i figli sin da piccoli facciano i pastori, più figli vuol dire più gregge, più “solidità” economica, e quindi si cerca di contrastare questo problema con incentivi come questo del posto letto. Senza dubbio qualcosa su cui riflettere... Ma veniamo al mio lavoro... La “palestra” è un ampio spazio, non assolutamente delimitato, quindi lavorare su determinati concetti (dentro/ fuori, vicino/lontano) risulta piuttosto complicato, e gli alunni, nonostante siano per lo più scalzi, o al massimo con dei vecchi sandali, si muovono assolutamente a loro agio sul duro pavimento di terra rossa. Non mi spiego come facciano a resistere con i loro “pullover”, di lana infeltrita, aderenti e sfilati, con il caldo bestiale che fa. Quando sarò in grado di pubblicare le foto credo capirete meglio di cosa stò parlando, troppo lontana la nostra realtà per farsene un’idea così... Gli insegnanti usano metodi direi un attimino “superati”, hanno tutti un bastone di legno che usano a mo di frusta ora sulle teste degli alunni, ora sulle mani, o sulle gambe, proprio come se fossero pastori al pascolo con il loro gregge di cammelli... Questo si riflette sugli alunni, che con i miei metodi appena appena differenti, si sono trovati spiazzati. Se due anni fa ho avuto modo di rendermi conto come le loro capacità motorie fossero sicuramente “notevoli” rispetto alla loro età, purtroppo ora mi sono dovuto rendere conto che su quelle cognitive e soprattutto “emotive e relazionali” siamo molto molto molto indietro... se fuori dalla scuola sono autonomi, vivono in pratica già da “grandi”, dentro la scuola sono poco più che automi, incapaci di ragionare, direi spaventati di fronte alla possibilità di fare scelte “autonome”! Per non parlare del loro imbarazzo di fronte alle mie domande... sicuramente la lingua rappresenta un ostacolo, il loro inglese è molto approssimativo (magari sono anche io non bravo a farmi capire) e sono sicuramente più a loro agio con il Samburu (anche se a scuola dovrebbero parlare Swahili o Inglese). Generalmente il metodo usato qui è il classico “listen and repeat”, ascolta e ripeti, con la classe in coro che fa il verso all’insegnante di turno, e anche dal punto di vista fisico più che i vecchi esercizi ordinativi, a specchio di fronte al l’insegnante, non conoscono. Quindi l’impatto iniziale è stato difficile... non avevo assolutamente la loro attenzione, sembrava quasi non attirare il loro interesse, e quando ho chiesto loro cosa fosse per loro questa “ora” di P.E. (Physical education) mi hanno risposto, a mozziconi, che in pratica era ricreazione... infatti i loro insegnanti non sono quasi mai presenti durante queste lezioni, e loro si organizzano improvvisate partite di calcio, con palloni ricavati alla bene e meglio da stracci, o perdono tempo a far nulla... La mia intenzione, in parte sicuramente fallita, era quella di dare un supporto agli insegnanti, dargli qualche strumento in più su cui lavorare, ma a parte due insegnanti che hanno mostrato un qualche interesse, gli altri se ne sono altamente fregati (in questo poi non cambia molto da quanto accade nel nostro Bel Paese, purtroppo). Tornando ai ragazzi, è chiaro che li intimidisco, è sicuro, mi guardano con aria di diffidenza, ogni giorno chiedo loro se mi vogliono far delle domande, e tra le poche che mi fanno la prima è sempre “Perchè sei qui?”... che dire... questa domanda credo spieghi molte cose... come al solito i bambini (o ragazzi, perchè qui alle elementari ci sono anche ragazzi grandicelli, di 16-17 anni, non tutti iniziano la scuola all’età giusta) sono lo specchio di quello che la comunità produce... Fortunatamente in questi ultimi 2 giorni le cose stanno andando meglio; forse, in parte, è cambiato il mio atteggiamento e le mie aspettative nei loro confronti, ma sicuramente anche da parte loro è cambiato qualcosa... alcuni li ho visti “riprendere” i compagni distratti, e in generale il loro atteggiamento è stato molto più partecipativo! ancora non so se la prossima settimana andrò avanti con questa scuola (me lo auguro) o mi sposteranno ad un’altra (se ho capito bene qui hanno in programma delle prove tipo compiti in classe), ma la cosa più positiva è vedere che poi al pomeriggio i ragazzi vengono qui in missione per continuare a giocare, che sia basket, volley o calcio, e sicuramente c’è un bell’entusiasmo...
Posted on: Fri, 02 Aug 2013 04:00:22 +0000

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