A proposito del congresso del PD cosentino. Il congresso - TopicsExpress



          

A proposito del congresso del PD cosentino. Il congresso dimezzato e della diasopora identitaria I congressi di circolo e quello provinciale del Pd cosentino che si sono tenuti in questi giorni, insieme a moltissimi altri nel resto del paese, hanno segnato un vulnus etico e morale dalle gravissime conseguenze in termini di credibilità politica e consenso elettorale per il Partito Democratico. Vulnus creato e stimolato dalle complicate regole statutarie che ne hanno regimentato il loro svolgimento e da una moltitudine di altre cause da tempo in incubazione nella pancia del partito che adesso sono esplose in tutta la loro irruenza e potenza deflagratrice. Il fatto drammatico è che la virulenza di tale esplosione capita in un momento difficilissimo della vita del paese non solo sotto il profilo economico e sociale, ma anche di crisi istituzionale e di rappresentanza dei partiti come non mai verificatisi fino ad ora. E la crisi del Pd, di cui i congressi sono l’ultimo atto; l‘atto più recente, è uno dei tanti cocci di un vaso di Pandora rotto da cui si sono liberati tutti i mali della politica insipiente ed indecente della quale anche il Pd sembra essere infetto. Le conseguenze funeste più palpabili ed immediatamente percepibili di questa fumisteria politica sono: la crisi culturale e di identità del partito; la mancanza del rispetto delle regole; l’abiura del senso civico e comune dei suoi maggiorenti; la negazione dello spirito di servizio verso il popolo sovrano; la pervicace resistenza al rinnovamente delle idee e degli uomini; il distacco sempre più grave del partito dalla società e dai suoi nproblemi; rottura del rapporto di rappresentanza istituzionale nel senso nobile del termine. E quanto accade che la politica nella sua genericità, ed i partiti in particolare, abdicano a queste funzioni, ruoli e doveri: si corre il concreto rischio che dal vaso di Pandora vada via anche la “Speranza”. Ovvero l’illusione lontana di un possibile ed agognato cambiamento epocale nel modo di concepire e fare politica. Purtroppo il Pd è uno dei frammenti riflettenti dello specchio rotto di questo degrado. Esso è la lucida e nitida fotografia della politica senza regole, dove tutto si regimenta in funzione dell’acquisizione del potere fine a se stesso, del misero gioco delle parti per cambiare tutto per non cambiare in realtà niente. Mentre il paese muore, una intera generazione di giovani non ha più futuro, milioni di famiglie si stanno impoverendo sempre di più. Si gioca con disinvoltura al massacro, dove a colpi di macete anche all’interno del Pd, si tagliano a fette i capisaldi della democrazia e dell’unità e si mette a rischio non solo la sopravvivenza ma, addirittura, l’esistenza stessa del partito. Il congresso attuale doveva, invece, necessariamente rappresentare un momento di cambiamento e di svolta, al contrario, ancora una volta il gruppo dirigente nazionale e locale ha negato questa possibilità, dimostrandosi poco interessato nel dare al paese un segnale di onestà intellettuale e prova di responsabilità. Mostrandosi, verosimilmente, refrattario alla più che mai necessaria opera di ricostruzione culturale etica e morale del partito stesso e di convivenza civile e democratica interna , per il bene del paese e per una buona e sana politica . Sicché le vicende congressuali ultime scorse sono la cartina al tornasole di questa crisi che appare sempre più irreversibile e sempre più prossima al precipizio, nonostante i proclami di rito. Si constata che i congressi di circolo cosentini e l’assemblea congressuale del Modernissimo di domenica 10 Novembre, con le polemiche annesse, anche nel nostro territorio, hanno riproposto lo stesso cliché, celebrando in pompa magma un finto congresso, una vittoria dimezzata, all’insegna di una empatia delirante dove con un alto tasso di masochismo e cinismo si è conclamata e ratificata la nomina del nuovo segretario provinciale del partito. Volti sorridenti e gai hanno applaudito l’evento nonostante una buona dose di iscritti ha disertato l’evento delle votazioni in molte realtà territoriali e le lacerazioni hanno esanguato il partito. Con queste premesse è lecito chiedersi se il nuovo segretario ha la forza e l’autorevolezza di ricondurre il partito sulla retta via dopo circa quattro anni di commissariamento; di placare la feroce lotta per la conquista della leadership. Personalmente gli auguro di riuscire nell’impresa ma, la posta in gioco è talmente alta e la contesa talmente aspra ed interessata che con tali premesse nulla di buono può apparire all’orizzonte. Ne, possano bastare i buoni sentimenti e gli onesti propositi espressi dal giovane segretario nel breve discorso di investitura in virtù della regola che un solo buon giocatore non basta per fare una buona, valida e competitiva squadra. Perché egli stesso, per quanto possa essere l’anello sano è, comunque, parte integrante di una catena ormai arrugginita, un tassello di un mosaico scolorito, deteriorato, impolverato e lesionato dal tempo. Nulla può cambiare! Nulla può rivoluzionare! Al contrario, il PD , nella sua intierezza, trovi ed abbia il coraggio di aprire una volta per sempre “le sue coscienze collettive” in direzione di offrire al paese un sano strumento di partecipazione democratica. Sicché il primo passo di una sua credibile e condivisa rinascita può facilmente essere compiuto. Tanti speravamo che l’appuntamento congressuale poteva essere la giusta occasione per compiere questo passo, purtroppo siamo stati profondamente delusi. E’ proprio vero che i mali del Pd non finiscono mai . Tonino Simone. Iscritto al PD di Cosenza circolo centro storico.
Posted on: Sat, 16 Nov 2013 10:02:44 +0000

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