A questo punto è utile fare un salto all’indietro nel tempo. - TopicsExpress



          

A questo punto è utile fare un salto all’indietro nel tempo. Precisamente, attorno alla metà degli anni Settanta del secolo scorso, quando il Partito comunista italiano compì un balzo elettorale di proporzioni clamorose e conquistò il governo di tutte le principali regioni e di quasi tutte le più importanti città italiane che per lungo tempo furono amministrate da grandi sindaci comunisti: Novelli a Torino, Zangheri a Bologna, Petroselli a Roma, Valenzi a Napoli, per nominarne solo alcuni fra i più noti. Grandi sindaci, che tali furono per davvero. Ma con una propensione, in qualche modo naturale considerate le enormi responsabilità connesse al loro ruolo: la propensione, cioè, a considerare il partito come un comitato di sostegno al lavoro di quelle amministrazioni. Quasi che l’attività amministrativa potesse in sé assorbire e risolvere la funzione del partito. Fu in quegli anni che l’allora segretario del Pci, Enrico Berlinguer, condusse una dura battaglia politica per criticare quella concezione in quanto riduttiva, non soltanto dei compiti del partito ma, più profondamente ancora, della sua missione fondamentale. Ridotta all’essenziale la critica si può così riassumere: anche la migliore cultura e pratica amministrativa deve fare i conti con il sistema dato, con i rapporti di forza che vi sono connaturati, con la presenza di poteri forti con i quali venire a patti, con situazioni che impongono compromessi; tutto questo deve essere fatto nel miglior modo possibile, al fine di migliorare le condizioni di vita delle masse popolari e procedere lungo la progressiva democratizzazione della vita del paese. Ma – ecco il punto – il partito comunista non può ridursi a questo, non può limitarsi ad una pur necessaria strategia redistributiva dentro i rapporti sociali dati. Occorre un di più. Il partito comunista deve elaborare un progetto di trasformazione della società capace di trascendere quei rapporti, per porre a tema la fondamentale questione di cosa, come e per chi produrre e di quali siano i soggetti a cui compete orientare le finalità del lavoro sociale. Il tema è quello della transizione verso diversi rapporti di produzione, non più fondati sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. E’ il grande tema della proprietà e della fuoriuscita dal capitalismo oggi ripudiata dagli epigoni del Pci come retaggio sentimentale privo di realtà. E’ proprio la revoca totale di questa ambizione che fa del Pd un pachwork perennemente in cerca d’autore, che consente ai democrat ogni sorta di compromesso, anche il più deteriore, come quello di condividere il governo con la corte berlusconiana. Non si tratta di un bizzarro scherzo del destino, ma dell’approdo naturale di un soggetto politico che naviga a vista, senza bussola né timone, ove le posizioni fra loro più contraddittorie convivono in una grottesca babele di linguaggi. Fino a quando questa rimarrà l’offerta politica rivolta alle classi subalterne, la destra – persino questa impresentabile destra – potrà tenere banco. Berlusconi lo sa. Dino Greco - Liberazione.
Posted on: Sun, 28 Jul 2013 14:11:00 +0000

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