..................................A sinistra, la soluzione - TopicsExpress



          

..................................A sinistra, la soluzione radicale prospettata è stata l’eliminazione anche forzata delle disuguaglianze economiche per realizzare compiutamente l’eguaglianza della legge. A destra, la soluzione proposta nei secoli è in pratica la stessa di quella che sentiamo ripetere oggi dagli esponenti del Pdl: non illudiamoci di essere tutti uguali, nonostante la legge lo dichiari e lo prometta; la realtà è quella che è; e che ci piaccia o no noi siamo tutti diversi e, inoltre, alcuni di noi sono molto più importanti e rappresentativi, e non possono essere piegati alla stessa procedura giudiziaria, alla stessa legge. Forse hanno sbagliato; ma sono così forti nella sfera della società e dell’opinione da dover essere trattati diversamente per il bene di tutti. La democrazia costituzionale non si piega però né all’egualitarismo della sinistra radicale né ai ricatti della destra oligarchica. Nella democrazia antica, gli oligarchi consideravano la legge uguale come la vendetta dei molti contro i pochi; segno di invidia e di desiderio di livellamento. Nell’Italia democratica questa idea ritorna: Berlusconi, si pensa, è così potente e rappresentativo da non poter essere condannato a subire le conseguenze della legge. Fino a quando non tocca i potentissimi, la legge è elogiata proprio perché promette di non guardare in faccia nessuno (Berlusconi stesso ha sostenuto con forza la legge Severino). Ma quando si volge ai potenti, allora questi reclamano un diverso trattamento e vogliono che la legge riverisca la loro diseguaglianza di condizione. Essi dicono, inoltre, che anche volendo non possono essere trattati come gli altri, perché la loro forza sociale è così imponente che una loro rovina rischierebbe di trascinarsi dietro l’ordine costituito. Quindi, ai molti conviene scendere a patti con i pochi. Questo è l’argomento che torna oggi sotto le sembianze del “compromesso”. La soluzione invocata è l’eccezione: si dice che occorre che i protagonisti politici, se vogliono continuate nella loro collaborazione di governo, accettino di mettere un velo sulla legge invece che sulle diseguaglianze sociali. Ecco allora l’invocazione del “compromesso” per il bene del paese: proprio perché il cittadino Berlusconi è così potente da poter portare, con la sua rovina politica, grave rischio alla stabilità occorre agire con prudenza. Si tratta dello stesso ragionamento degli oligarchi del passato: chi non è mai stato uguale può, se incorre nella legge uguale, rivoltarsi e reagire duramente con grave danno di tutti. È in questa ottica che viene oggi invocato il compromesso– il quale, come si intuisce, non è un compromesso vero e proprio ma una sfida dell’oligarchia alla democrazia.......................................... (N.Urbinati)
Posted on: Wed, 11 Sep 2013 09:45:50 +0000

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