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A tutti i Deputati e Senatori della Repubblica eletti in Umbria Perugia, lì 08 / 05 / 2012 Egregio Onorevole / Senatore, Le scrivo la presente con l’intenzione di denunciare apertamente, in spirito di franchezza e conformemente ai miei doveri di rappresentante del territorio, eletto dai cittadini, la persistente, tenace, reiterata volontà, espressa da parte del Governo nazionale, di dare via libera all’incenerimento dei rifiuti negli impianti cementieri del Paese. La preoccupante enfasi con la quale è stato annunciato un Decreto del Ministro Clini, specifico sulla materia, non può non indurre alla massima allerta chi proviene da un territorio, come quello umbro, fortemente caratterizzato dalla presenza di siffatti impianti i quali, pur avendo costituito e costituendo una voce importante dell’economia, rappresentano anche un elemento critico dal punto di vista del carico ambientale, già solo svolgendo le lavorazioni e i processi di tipo “ tradizionale “ per i quali sono stati concepiti e che, auspicabilmente, dovrebbero continuare ad essere compiuti in un quadro normativo sempre più vincolante, preciso e avanzato, sia nazionale che sovranazionale, dal punto di vista della tutela dell’ecosistema e del diritto dei cittadini alla salute. Chi scrive è nato e vive in un Comune, Gubbio, in cui tutto quanto sopra scritto è ben noto, verificabile ogni giorno, visibile ad occhi che vogliano vedere. Nell’anno 2005, l’Amministrazione comunale eugubina e i rappresentanti del territorio eletti negli Enti Locali hanno condotto una strenua battaglia per far cessare la termovalorizzazione degli pneumatici negli impianti cementieri della ditta “ Colacem “, battaglia civica, prima ancora che politica, culminata in una precisa e dettagliata ordinanza del Sindaco di allora, Orfeo Goracci, che fece valere le sue attribuzioni di suprema autorità sanitaria, secondo il dettato della Legge 833 / 78 sulla Riforma sanitaria. La battaglia fu vinta, i cittadini la vinsero assieme alla parte sana e indipendente della politica, che non si fece condizionare da niente se non dal supremo interesse generale: a Gubbio non si bruciarono più gli pneumatici fuori uso ( PFU, per chi ha la passione degli acronimi). La lotta contro la termovalorizzazione, allora, non fu certo mossa da pregiudizi “ ideologici “ ( comodo artifizio aggettivante dentro al quale, come una gigantesca pattumiera, vanno peraltro a finire principi da immolare al mercato e valori da cancellare ), ma da circostanziate, dettagliate argomentazioni scientifiche : essendo gli pneumatici brevettati e contenendo sostanze potenzialmente ( e realisticamente ) pericolose, non rilevabili dalle centraline collocate dalle legittime autorità e dagli organi incaricati del controllo ambientale, potevamo ben dire che con la termovalorizzazione, e le conseguenti emissioni in atmosfera, esisteva un rischio per la salute dei cittadini, in base al principio di precauzione . Questo principio, in casi simili, deve essere una muraglia cinese invalicabile, una soglia oltre la quale non si deve andare, ipotizzando con ampie basi di plausibilità e di riscontro pericoli per la collettività. E’ pertanto scioccante sentir parlare ancora il Governo nazionale, per bocca del Ministro Clini, di incenerimento degli CSS ( Combustibili Solidi Secondari ) : essi, nella loro frazione secca, che rappresenta un 50 % della consistenza totale, sono formati, tra l’altro, da gomme sintetiche non clorurate e da pneumatici fuori uso ( PFU). Questi combustibili comporteranno, per la collettività, un rischio altamente probabile e una penalizzazione certa, sicura, incontrovertibile : il rischio altamente probabile è, ovviamente, per la salute, dal momento che incenerire rifiuti nei cementifici produce un carico inquinante supplementare; la penalizzazione certa sta nel fatto che , per bruciare i CSS, i cementieri non solo non pagheranno un dazio alla collettività , risarcendola del danno in termini monetari, ma verranno ( udite udite ! ) pagati da noi contribuenti e consumatori tutti, con la voce CIP 6 della bolletta elettrica. Come a dire: dopo il danno tollerate ( e anche di buon grado ) pure la beffa. Danno e beffa che, in città come Gubbio, Spoleto ecc…, solo per parlare dell’Umbria, sono particolarmente intollerabili, dal momento che nella prima si produce il 6 % del cemento nazionale ( con tutto quello che comporta in termini di impatto di trasporti, emissioni in atmosfera ecc…) e nella seconda sono ben noti i problemi ambientali esistenti, ripetutamente denunciati. Oltretutto, la scorciatoia dellincenerimento dei rifiuti nei cementifici non tiene conto della notevole diversità esistente fra i limiti delle emissioni inquinanti previsti per i cementifici e per gli inceneritori. I limiti nei cementifici sono per le polveri totali: mg 30/Nm3; per il biossido di zolfo: mg 600/Nm3; per l’ossido di azoto: mg 1.800/Nm3. Mentre per gli inceneritori i limiti per le medesime sostanze sono: polveri totali, mg 10/Nm3, biossido di zolfo, mg 50/Nm3, ossido di azoto: mg 200/Nm3. Per questo , da rappresentante del popolo democraticamente eletto, chiedo che si accantoni il Decreto Clini e si impedisca in ogni modo ai cementieri di bruciare rifiuti di ogni tipo : serve una legge per proibire, in nome del sacrosanto principio di precauzione, l’incenerimento negli impianti in questione; non serve, anzi deve essere cancellato dalle intenzioni, un provvedimento che, all’opposto, lo autorizza. In ogni caso, bisogna dare a Regioni, Province e Comuni l’ultima parola sul da farsi, come impone il rispetto della volontà popolare su temi strategici e di primo piano per la vita della collettività. A chi costruisce emergenze a tavolino, per poi sbattere in faccia al popolo misure dettate dalla paura e dal terrorismo; a chi pensa che l’alternativa sia solo tra incenerire e morire soffocati dai rifiuti, ricordo che esiste una terza via, reale, praticabile, a patto che si abbia la volontà politica di percorrerla : quella del potenziamento della raccolta differenziata, per la quale vanno previsti agevolazioni e sostegni economici adeguati ; quella della riduzione degli imballaggi a monte, attraverso opportune strategie che coinvolgano le imprese; quella della tracciabilità dei rifiuti, assieme a tutta una serie di processi virtuosi che, gradualmente ma con decisione, portino alla concreta realizzazione dell’obiettivo “ Rifiuti zero “. Per quanto riguarda strettamente gli pneumatici, sono noti i processi di lavorazione che, in alternativa all’incenerimento, possono garantire il riutilizzo di quelli fuori uso : ci sono impianti dai quali, a partire dagli PFU, si possono ricavare truciolato per asfalto, isolanti per i tetti, suole per scarpe ecc….. il tutto senza produrre inquinamento o generandone comunque il meno possibile . Tutto ciò farebbe sorgere anche una filiera organicamente strutturata, con positivi riflessi per l’economia e attivazione di posti di lavoro, cosa che l’incenerimento non garantisce. Checché se ne dica, non si crea un solo posto di lavoro dall’incenerimento nei cementifici degli CSS; aspetto, su questo, di essere smentito con dati certi, e anche qualora questi venissero reperiti e illustrati, rimarrei della mia opinione ( assieme a migliaia di cittadini ) perché è chiaro che solo una società di folli può pensare di barattare la salute col posto di lavoro : il lavoro deve servire per vivere, non per morire; se si muore a causa del lavoro, se determinati processi lavorativi diventano la prima causa di morte ( basta osservare il trend delle cause di decesso per neoplasie ) è evidente che c’è qualcosa che non va, qualcosa di cui i pubblici poteri debbono preoccuparsi. Le Regioni, a partire dalla Regione Umbria, nei loro Piani dei Rifiuti hanno fissato obiettivi importanti di raccolta differenziata, abbattimento della massa dei rifiuti prodotti ecc….. a me sembra che quegli obiettivi, anziché sabotati e resi una presa in giro nei confronti dell’opinione pubblica, vadano fatti rispettare, anche con un quadro normativo vincolante a livello nazionale. E’ chiaro, infatti, che nessun Comune effettuerà più la raccolta differenziata, se l’opzione adottata sarà quella di incenerire i rifiuti , con qualsiasi sigla definiti. La collettività umbra dà già abbondanti segni di insofferenza per scelte calate dall’alto da parte di chi si ricorda di una certa zona dell’Italia solo quando c’è da collocare in essa la pattumiera e il repertorio inglorioso delle cose indesiderate; per questo mi sento anche di dire che, in presenza di determinati provvedimenti, potrebbero anche aprirsi scenari poco edificanti di difficile tenuta dell’ordine pubblico, che personalmente voglio a tutti i costi evitare ma che diventano tutt’altro che ipotetici e teorici, nel momento in cui una comunità, messa con le spalle al muro, attaccata nel suo diritto a vivere in salute e in tranquillità, reclama i suoi diritti. Per questo, mi appello alla Sua coscienza e al suo spirito di dedizione alla causa dell’interesse collettivo, chiedendo un Suo preciso impegno volto a scongiurare in ogni modo il varo del Decreto Clini e di ogni altra forma di autorizzazione all’incenerimento dei rifiuti negli impianti cementieri. Con stima, il Consigliere provinciale della Provincia di Perugia, delegato ai rapporti con i territori Luca Baldelli
Posted on: Fri, 15 Nov 2013 14:13:44 +0000

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