Abatantuono è uno della nostra generazione. Sì, magari più vecchio quel tanto che basta per essere l’amico più grande, ma uno che c’è sempre stato, con la sua personalità importante, prima ai tempi del cabaret (il Derby Club), poi con quei film buffi come Eccezziunale Veramente, poi con quelli importanti, così importanti da essere diventati un cult della nostra generazione, come Marrakech Express e Mediterraneo. Cotolette con gli amici (non si intitola proprio così, ma sarebbe stato più divertente del titolo vero) è la sua autobiografia, sia pur scritta con un editor (cioè lui raccontava e l’altro scriveva). Il limite magari è che ci tiene a dir battute su battute, che avrebbero funzionato di più su un DVD che su un libro, ma comunque non sono fuori posto. Abatantuono nel libro racconta dei film, anche di quei film per l’appunto così importanti, ed è un’occasione golosa. Poi, capitolo dopo capitolo, ti accorgi che in realtà non dice niente, non ti racconta niente, che nel merito dei film, dei ricordi, dei registi, degli attori neanche ci entra. Cioè che i film sono un pretesto del racconto, non il cuore. Però alla fine, anche se non hai letto niente di quello che speravi, sei di buon umore. Ed allora capisci che ognuno ha un suo ruolo. Quello di Abatantuono non è del filosofo, del sociologo, del critico cinematografico. Il ruolo di Abatantuono è divertire. L’entertainer. E ci riesce benissimo.
Posted on: Wed, 16 Oct 2013 15:50:49 +0000