Agosto 1, 2013 - 14:30 R.D. CONGO NORD KIVU: SCADE ULTIMATUM ONU, - TopicsExpress



          

Agosto 1, 2013 - 14:30 R.D. CONGO NORD KIVU: SCADE ULTIMATUM ONU, RIBELLI M23 INDIFFERENTI Scade alle 16 ora locale l’ultimatum dei caschi blu della missione Onu nel paese (Monusco), che da questo pomeriggio considereranno una minaccia imminente per i civili “ogni persona trovata in possesso di armi da fuoco senza fare parte delle forze di sicurezza nazionale” nella zona tra Goma, capoluogo della provincia del Nord Kivu, e Saké, località 20 km più a nord. Un ultimatum, di fatto, rivolto agli innumerevoli gruppi ribelli attivi nell’est del Congo, ma accolto nell’indifferenza dalla principale formazione armata, il Movimento del 23 marzo(M23), che lo scorso novembre ha occupato Goma per una decina di giorni. Dopo mesi di tregua, gli scontri sul terreno sono ripresi lo scorso 14 luglio ma da diversi giorni vige una situazione di tregua. “Riteniamo che questa misura non ci riguardi” ha dichiarato il capo dell’M23, Bertrand Bisimwa, avvertendo che “rimarremo sulle nostre posizioni e ci difenderemo da chiunque cercherà di cacciarci con la forza”. Secondo Bisimwa “non si potrà mai trovare una soluzione militare ad una crisi che è politica”, accusando le Forze armate regolari congolesi (Fardc) di essere le prime a minacciare i civili della zona. “Occupiamo le stesse posizioni dal nostro ritiro da Goma. Sono quelle riconosciute dai capi di Stato dei paesi dei Grandi Laghi” ha aggiunto Amani Kabasha, portavoce dell’M23, sottolineando che “non possiamo immaginare che la Monusco lanci un attacco contro di noi mentre siamo coinvolti in colloqui col governo congolese a Kampala, sostenuti dalla comunità internazionale”. Da Kinshasa, il portavoce del governo, Lambert Mende, si è invece complimentato con la missione Onu per l’ultimatum lanciato 48 ore fa, che “potrà mettere fine al calvario delle popolazioni del Kivu”. Secondi alcuni esperti militari, allo scadere dell’ultimatum non verrà lanciata un’offensiva contro i ribelli, ma i caschi blu daranno il via alla creazione di una zona di sicurezza attorno a Goma, una sorta di linea rossa che l’M23 non dovrà più varcare. Si tratta di una misura preventiva per proteggere un milione di civili stabiliti nella zona, sia residenti che decine di migliaia di sfollati interni. Nelle prossime settimane entrerà in attività la brigata speciale dell’Onu, costituita da più di 3000 soldati africani e dotata di un mandato offensivo. Intanto, in queste ore di incertezza sono arrivate nuove accuse a Kigali, considerata da tempo come uno dei principali sostegni all’M23, rifornito in armi e uomini. Alcuni cittadini ruandesi che hanno chiesto asilo in Uganda hanno raccontato di essere scappati dopo essere stati reclutati con la forza dall’esercito del Rwanda per venire addestrati e integrati nei ranghi dell’M23. Accuse subito respinte dal governo del presidente Paul Kagame. “Dobbiamo fermare questo circolo vizioso di voci, accuse e propaganda per concentrarci piuttosto sulla costruzione di una pace durevole” ha insistito Yolande Makolo, portavoce di Kagame. Da Nairobi, dove si ieri è tenuto un vertice straordinario della Conferenza internazionale dei Grandi Laghi (Cirgl), i capi di Stato della regione hanno rinnovato il proprio sostegno al processo negoziato aperto lo scorso dicembre a Kampala tra il governo congolese e l’M23. “Il Rwanda e gli altri paesi africani sono stati sorpresi dall’ultimatum della Monusco: si tratta di una minaccia che può far deragliare i colloqui di pace di Kampala” ha dichiarato il capo della diplomazia di Kigali, Louise Mushikiwabo. © 2013 MISNA - Missionary International Service News Agency
Posted on: Thu, 01 Aug 2013 17:08:32 +0000

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