Alcune note a quanto scritto da Andrea. Comincio col soffermarmi - TopicsExpress



          

Alcune note a quanto scritto da Andrea. Comincio col soffermarmi sulla riflessione relativa all’ambientalismo delle prime comunità umane (cacciatori, raccoglitori e agricoltori). Se intendiamo per “ambientalismo” la tendenza a migliorare il proprio ambiente allora quelle comunità erano ambientaliste perché, dal loro punto di vista, migliorare l’ambiente significava, per esempio, sterminare i predatori che potevano costituire un pericolo o essere dei competitori e abbattere foreste per fare posto al pascolo e all’agricoltura. A meno che non crediamo al mito platonico dell’età dell’oro in cui l’uomo viveva in armonia con la natura. Il rapporto dell’uomo con il resto della natura, come quello di qualunque altra specie, è un rapporto prevalentemente conflittuale, per il semplice fatto che le le dinamiche naturali che ci sono favorevoli non ci impegnano, mentre lo fanno quelle che ci sono avverse. Concordo con l’ambientalismo di necessità. Del resto, anche in chiave propagandistica, non si può pretendere che tutti convergano su certi “sentimenti” verdi, ma, facendo appello alla razionalità e al bisogno, si può giungere tutti a condividere obiettivi pratici di buona gestione dell’ambiente. Farei però attenzione all’uso dei termini (ambientalista o ecologista che sia). Non nel senso di una maggiore chiarezza e specificazione, ma, al contrario, consiglierei di abbandonarli. Troppo spesso, l’anima “bucolica” (l’ambientalismo) e quella razionale (l’ecologismo) confliggono a causa della scarsa cultura scientifica che ha in nostro Paese e i movimenti sono più ambientalisti che ecologisti. Siccome a prevalere, a causa anche della cattiva stampa, è la voce ambientalista, non dialogica, chiunque si occupi di ambiente viene inquadrato da altre categorie (cacciatori, impresari edili, ecc…) appunto nella categoria indistinta dell’ambientalismo, senza lasciare spazio al dialogo. Da una parte e dall’altra, secondo me, si farebbe bene a liberarsi dei vessilli e delle categorie che rappresentano. Quella dell’ambientalismo è una galassia troppo eterogenea perché la categoria possa avere un significato, come anche quella del mondo venatorio o di altri settori che spesso vengono in conflitto coi sedicenti ambientalisti. C’è proprio bisogno di definire l’ambientalismo? Non si rischia di fossilizzare delle categorie che facilmente si fanno poi strumentalizzare dal politico di turno? Una categoria forte, ben definita, diventa spesso vessillo per chi ha solo bisogno di identità e lo spirito di appartenenza, poi, finisce col prevalere sulle ragioni di un’opinione. Viene meno la disponibilità ad ascoltare l’altro e a mettere in discussione le proprie idee.
Posted on: Wed, 17 Jul 2013 07:35:09 +0000

Trending Topics



style="margin-left:0px; min-height:30px;"> The hearts of people today and our dear sweet president that

Recently Viewed Topics




© 2015