Alla “scoperta” della Camorra “La Camorra è un problema di - TopicsExpress



          

Alla “scoperta” della Camorra “La Camorra è un problema di Napoli, a noi cosa importa?” Questa è una frase che viene ripetuta spesso, forse troppo. Anzi decisamente troppo spesso. Una frase che forse poteva essere vera qualche decennio fa, non oggi. La Camorra fa affari in tutta Italia, in tutta Europa, in tutto il Mondo. Ogni zona ha il suo clan, il suo capozona, il suo boss. A Mondragone i La Torre, a Secondigliano i Di Lauro, a Marano i Nuvoletta, a Giuliano di Napoli i Mallardo, a Casal di Principe i Casalesi, i Moccia ad Afragola, i Giuliano a Forcella. E così via. Spesso questi clan, però, entrano in conflitto tra loro, d’altronde gli affari sono affari. Così successe negli ’60-’70 tra la “Nuova Famiglia” di cui faceva parte tra gli altri Pasquale Galasso, boss di Poggiomarino, il primo boss camorristico a pentirsi, e la “Nuova Camorra Organizzata” ,guidata da uno degli uomini più potenti d’Italia in quegli anni: Raffaele Cutolo, detto “ ‘O Professore”. Queste guerre interne, dette “faide” portano tanti morti di cui, purtroppo, molti sono innocenti, o forse colpevoli di avere un cognome troppo scomodo. La faida più recente è quella che si è verificata tra il 2004 e il 2005 nei quartieri di Scampia, Marano e Secondigliano, una frazione dell’entroterra napoletano di circa mille anime, chiamato dagli stessi abitanti “Il Terzo Mondo”. Questa guerra ha visto di fronte la famiglia dei Di Lauro guidata da Paolo Di Lauro, ormai ricercato, e suo figlio Cosimo Di Lauro contro gli scissionisti che facevano capo a Raffaele Amato. Quest’ultimo aveva commerci soprattutto in Spagna ed era per questo conosciuto come “ ‘O Spagnolo”. La guerra porta morti, ne porta tanti. Durante un blitz dei Carabinieri per arrestare alcuni leader degli “Spagnoli”, un carabinere in preda alla paura cominciò a urlare:” Ma che ce ne frega a noi di questi, facciamoli ammazzare tra di loro”. Facciamoli ammazzare tra di loro. Parole che non sanno di verità. Quella notte furono arrestati tra gli altri Gennaro “Mckay” Marino e Gennaro Notturno. E qui bisogna aprire un’altra pagina, se mai fosse possibile anche più dolorosa: i morti innocenti di Camorra. Gelsomina Verde, conosciuta come Mina, era stata qualche anno prima la donna di Gennaro Notturno, uno scissionista. I Di Lauro non riuscendo a trovarlo decisero di colpire Mina, che aveva l’unica colpa di essere stata la sua donna. Fu presa, torturata e bruciata viva insieme alla sua macchina. Una vita spezzata. Una delle tante. In poco tempo furono arrestati Raffaele Amato, Cosimo Di Lauro e Paolo Di Lauro, il “boss dei boss”. Il problema è che la Camorra agli occhi della gente non può mostrarsi inferiore allo Stato, e quindi lo stesso giorno in cui fu catturato il boss dei boss, il 24 Gennaio 2005, fu ucciso Edoardo La Monica, che probabilmente non aveva nulla a che fare con il ritrovamento di uno dei 30 latitanti più pericolosi d’Italia. Aveva solo un cognome scomodo, i La Monica erano una famiglia che in passato aveva avuto dei conflitti con i Di Lauro. Fu torturato con una mazza chiodata. Ogni colpo un buco. Ogni colpo un’agonia. Questo è il dazio da pagare se vai contro uno degli uomini più potenti del Napoletano. Poi gli furono cavati gli occhi con cui aveva visto e gli furono tagliati la lingua e le orecchie con cui aveva parlato e sentito. Dimostrarono, così, alla gente di Secondigliano che loro, la giustizia, a differenza dello Stato la fanno. Loro sanno chi sbaglia. E in queste zone, chi sbaglia paga. Un’altra bambina che fu uccisa dalla Camorra ingiustamente è Annalisa Durante, assassinata il 24 Marzo 2004 a Forcella, territorio della famiglia dei Giuliano, territorio di Luigi Giuliano conosciuto come il “re di Forcella. Annalisa aveva solo 14 anni e come tutte le ragazze di quell’età era piena di sogni, piena di pensieri”. Come dice Saviano: ”Quattordici anni, quattordici anni, quattordici anni. Ripeterselo è come passarsi una spugna d’acqua gelata dietro la schiena.” Annalisa stava sentendo la musica nell’androne del suo portone con due amiche quando due proiettili la raggiunsero all’addome e alla testa. Quei proiettili erano diretti a Salvatore Giuliano, erede dell’impero di suo zio Luigi. Probabilmente Salvatore aveva utilizzato le ragazze come scudo, sperando che i suoi killer non sparassero, o forse stava semplicemente scappando in quella direzione. Non importa. Annalisa è morta. Al suo funerale fuori la chiesa c’era un gruppo di ragazzi affiliati alla famiglia dei Giuliano. Anche il funerale di una ragazza bellissima di 14 anni diventa un modo per dimostrare la proprio presenza. Tutto passa. Ma noi continuiamo ad esserci. Camorra, N’Drangheta, Mafia, sono tutte uguali. E invece no. Perchè in queste zone non esiste un codice d’onore, anche le donne possono essere uccise, come fece Pasquale Barra detto “ ‘O Nimale”, braccio destro di Raffaele Cutolo, che sparò in fronte ad una donna rivale. Il soprannome gli viene dalla brutalità con la quale uccideva i suoi rivali: ad esempio cospargendo il coltello con il peperoncino prima di infilarlo nella carne provocando dolori lancinanti. Una volte uccise Francis Turatello nel carcere di massima sicurezza di Nuoro, prima accoltellandolo e poi sbranando i suoi organi ormai dilaniati dalle coltellate. Ma purtroppo queste rimarranno per molti storie. Nient’altro che storie. Molto lontane. Di Napoli. Luca Turella
Posted on: Sun, 22 Sep 2013 20:10:49 +0000

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