Altro che governo forte! Prima ancora del fatidico 30 luglio, - TopicsExpress



          

Altro che governo forte! Prima ancora del fatidico 30 luglio, giorno della Cassazione per Berlusconi, l’esecutivo guidato da Enrico Letta va a sbattere contro l’iceberg del caso-Kazakistan e rischia di perdere almeno qualche pezzo importante. La storia è vergognosa: abbiamo permesso a uno stato celebre per lo scarso rispetto dei diritti umani di riportare in patria contro la loro volontà la moglie e la bambina del principale oppositore in esilio. Peggio: abbiamo fatto noi tutto il lavoro sporco, assaltando all’alba la villa in cui la donna e la bimba alloggiavano, portando le due malcapitate in un centro di prima accoglienza per clandestini e consegnandole, dopo soli due giorni e una procedura di espulsione da operetta, ai diplomatici kazaki in Italia, che se le sono portate via con un volo privato. Un affronto alla nostra residua illusione di essere la culla del diritto. E quel che fa indignare di più è che per oltre un mese il nostro governo ha fatto letteralmente finta di niente, sperando contro ogni ragione di passarla liscia, come lo struzzo che nasconde la testa sotto la sabbia. E’ una responsabilità diretta del presidente del consiglio, che ha atteso sei settimane prima di accusare ricevuta dello scandalo. Ma ancor più è una responsabilità personale e politica del suo vice, Angelino Alfano, che è anche ministro dell’interno, e vuol farci credere di non aver saputo niente né prima né durante il blitz, e di non essersi reso conto della gravità del caso neanche dopo, visto che ha garantito un’incredibile regolarità nell’operato delle nostre forze di polizia, quelle stesse che non l’avrebbero informato. Ma non è possibile che moglie e figlia del maggior avversario del presidente del Kazakistan abitassero nella nostra capitale da quasi un anno senza che nessuno (forze dell’ordine, servizi segreti, diplomazia) ne fosse a conoscenza. Non è possibile che sia stato compiuto un vero e proprio assalto, che poteva comportare rischi e spargimento di sangue, senza attivare una catena di comando che risale fino ai vertici. Non è possibile che il blitz e la sua preparazione siano avvenuti sotto la sola responsabilità di funzionari di pubblica sicurezza, per di più durante il periodo di interregno tra la morte del capo della polizia e la nomina del suo successore. Non è possibile che le procedure di espulsione siano state seguite direttamente dall’ambasciata kazaka ma non dal nostro ministero degli esteri. Già, il ministero degli esteri. Qui sta l’aspetto più incomprensibile: il giorno del fermo di Alma Shalabayeva e di sua figlia Alua la nostra diplomazia era guidata già da un mese dalla donna più accreditata e stimata per le lotte sui diritti umani e civili della nostra politica, Emma Bonino. Se un caso simile fosse accaduto un anno fa avremmo avuto la sacrosanta protesta non violenta della Bonino insieme a tanti esponenti radicali davanti all’ambasciata kazaka, come è accaduto tante altre volte, e con iniziative benemerite di sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Ma ora è ministro degli esteri, e la sua mancanza di iniziativa e di indignazione per la vicenda sono sconcertanti: perché la Bonino per trenta giorni non ha parlato del caso, e quando lo ha fatto si è limitata a protestare l’estraneità del suo ministero? Molti sono convinti che almeno da un certo punto in poi la storia fosse ben conosciuta dal ministro dell’interno, da quello degli esteri e dallo stesso premier: e che una tale “congiura degli innocenti” sia stata dettata dalla necessità di compiacere un paese potentissimo per la sua produzione di gas, e del quale siamo il terzo partner commerciale al mondo, dopo Russia e Cina, accogliendo magari la richiesta di aiuto di un presidente, Nazarbayev, molto amico dell’ex premier Berlusconi. Forse si è anche sottovalutata l’eco dell’operazione, visto che il dissidente Ablyazov, marito e padre di Alma e Alua, è a sua volta un ex oligarca ricco, spietato e corruttore, e non certo un profeta disarmato. Sarà: ma nella sfida infernale tra il rais kazako e il suo avversario rischiano di abbrustolirsi la nostra dignità nazionale, e il governo che pro tempore ce l’ha in gestione.
Posted on: Tue, 16 Jul 2013 18:45:18 +0000

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