Andrea Camilleri La Regina di Pomerania e altre storie di - TopicsExpress



          

Andrea Camilleri La Regina di Pomerania e altre storie di Vigàta Balli in maschera e presepi viventi, contrabbando di volpini e commerci di salgemma, testamenti con azzardati codicilli e matrimoni che non si possono fare, fuitine maldestre, sfide tra gourmet del gelato. Otto storie inedite di Camilleri, otto racconti perfetti che, come sempre, riescono a stupire, commuovere, emozionare, far ridere. Si vuole che il racconto abbia la geometria di un sonetto, con una trama rigorosamente distesa su una tavola metrica «baciata» alla fine da un’arguzia, che può essere sì un colpo di scena, ma entro la prevedibilità di una catena di cause e di concause. Diversa è la meccanica dell’immaginazione che Camilleri sceglie. Lui è un orologiaio fantastico. Carica le molle, e decide che siano inavvertitamente scombinate: in modo che l’ora segnata suoni inattesa e fragorosa, come un refuso del destino, uno schianto che si prende la rivincita sui normali procedimenti di scioglimento, mentre rende la storia che si racconta asimmetrica ai desideri e alle attese degli stessi protagonisti. Di siffatta specie sono gli otto racconti vigatesi qui raccolti, ognuno dei quali apre lo sguardo sui casi quotidiani di una provincia che vive a rate le balzanerie e le strampalatezze di una società sedotta dalle proprie furbizie e dalle sue stesse ciance: tra battibecchi da circolo, lambiccati bizantinismi, ludi e motteggi, eterne liti familiari, infervoramenti carnali, sbatacchiamenti, oneste mignotterie, dolorosi stupori e premurose cordialità. Non c’è ordine cronologico nella successione dei racconti. Ognuno di essi è però un bordo d’inquadratura che prende d’infilata la scena larga di Vigàta di volta in volta bloccata nei mesi e negli anni di pertinenza, lungo un arco che va dal 1893 al 1950. Ci sono figure a sbalzo, indimenticabili, in questi racconti: una nuova Giulietta che sancisce l’imbecillità di un nuovo Romeo; un diplomatico e impassibile truffatore, il Console onorario di un Regno provvisorio esportatore di cani dati in saldo; una Cenerentola che è una melarosa dal letto ospitale: di una purezza, però, che mai si sgualcisce; due gelatai, leali contendenti per amore e per dispetto; un marchese dall’eccitazione costante e alla fine crudele. Si aggiungano un asino delle meraviglie, che a suo disdoro si chiama Mussolini, ma viene ribattezzato Curù; un tavolinetto a tre piedi, che sa come castigare l’imprevidenza di un neofita delle sedute spiritiche; un’epidemia di lettere anonime, che ha il suo don Ferrante nella persona del dotto Ernesto Bruccoleri il quale sosteneva che «la causa scatinanti era stata il ritorno della dimocrazia doppo vint’anni e passa di fascismo, in quanto che, essenno la dimocrazia sinonimo di libbirtà, aviva fatto addivintari a tutti libbiri di scriviri ogni minchiata che ci passava per la testa e di scummigliare tanti artarini sia pure in forma ’ncognita».sellerio.it/it/catalogo/Regina-Pomerania-Altre-Storie-Vigata/Camilleri/5104
Posted on: Tue, 23 Jul 2013 12:12:05 +0000

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