Anna Maria Merlo PARIGI Di fronte alla tra­ge­dia dell’isola - TopicsExpress



          

Anna Maria Merlo PARIGI Di fronte alla tra­ge­dia dell’isola dei Coni­gli, l’Italia si appella all’Europa. La com­mis­sa­ria gli affari interni, la libe­rale sve­dese Ceci­lia Mael­ström, si è detta “scon­volta dalla tra­ge­dia”. Per Mael­ström, “biso­gna rad­dop­piare gli sforzi per com­bat­tere i traf­fi­canti che sfrut­tano la dispe­ra­zione umana”. Appel­larsi alla Ue, signi­fica chia­mare in causa Fron­tex, l’agenzia euro­pea delle fron­tiere, nata nel 2004, il cui comando è a Var­sa­via. La mis­sione di Fron­tex è la sor­ve­glianza del Medi­ter­ra­neo, con lo scopo spe­ci­fico di impe­dire ai bar­coni di migranti di acco­stare le coste euro­pee e orga­niz­zare “ope­ra­zioni di ritorno con­giunto”, i char­ter della ver­go­gna. Uno stato mem­bro della Ue puo’ chie­dere l’intervento di Fron­tex, che coor­dina l’azione e mobi­lita delle guar­die delle fron­tiere com­po­ste dai diversi corpi di poli­zia nazio­nali. Fron­tex è una strut­tura soprat­tutto cono­sciuta per la man­canza di tra­spa­renza. L’associazione Migreu­rop, assieme ad altre strut­ture uma­ni­ta­rie, la scorsa pri­ma­vera ha lan­ciato una cam­pa­gna, bat­tez­zata Fron­te­xit, per com­bat­tere i cri­teri fon­da­tivi di Fron­tex, “sim­bolo di un’Europa in guerra con­tro un nemico inven­tato”. Secondo Migreu­rope, Fron­tex usa “mezzi quasi mili­tari” per inter­cet­tare i migranti, da respin­gere con “una poli­tica bel­li­cosa”. Nel 2009, Human Rights Watch aveva accu­sato Fron­tex di aver col­la­bo­rato con gli ita­liani per respin­gere dei migranti verso la Libia. Nel 2011, aveva accu­sato l’agenzia di aver col­la­bo­rato con la Gre­cia per rin­chiu­dere dei migranti in cen­tri di deten­zione inu­mani. In seguito a que­ste accuse, nel 2011 Fron­tex ha adot­tato un nuovo rego­la­mento e creato una nuova fun­zione, quella di inca­ri­cato dei diritti fon­da­men­tali, che dovrebbe con­trol­lare che non ci siano vio­la­zioni dei diritti umani. Ma addi­rit­tura alla Com­mis­sione, la dire­zione gene­rale degli affari interni pre­fe­ri­sce non assu­mersi nes­suna respon­sa­bi­lità e defi­ni­sce Fron­tex “una zona grigia”. Nei fatti, Fron­tex si sta tra­sfor­mando nel “brac­cio armato” dell’Europa nel con­trollo delle fron­tiere, come denun­cia Claire Rodier, autrice del libro Xéno­pho­bie busi­ness (La Décou­verte, 2012): “in qual­che anno Fron­tex è diven­tata lo stru­mento emble­ma­tico della poli­tica di con­trollo migra­to­rio dell’Unione euro­pea”. Lo sviz­zero Jean Zie­gler l’ha bat­tez­zata “orga­niz­za­zione mili­tare quasi clan­de­stina”. Fron­tex è ben finan­ziata: il bud­get è pas­sato da 6 milioni di euro del 2005 a 86 milioni nel 2011. Per il periodo 2007–2013, Fron­tex ha rice­vuto un finan­zia­mento di 285 milioni di euro per il pro­gramma di “soli­da­rietà e gestione dei flussi migra­tori”. Nel 2007, per esem­pio, per bloc­care 53mila per­sone che vole­vano entrare clan­de­sti­na­mente in Europa, ha speso 24.128.619 euro. Una spesa enorme, che pero’ serve a Fron­tex anche per faci­li­tare la ven­dita di tec­no­lo­gie di punta a paesi terzi, gra­zie agli accordi di “ester­na­liz­za­zione” dei con­trolli (con­clusi i paesi dei Bal­cani, la Bie­lo­rus­sia, la Mol­da­via, l’Ucraina, la Rus­sia, la Geor­gia, Capo Verde, la Nige­ria, ma anche Usa e Canada, men­tre sono in via di con­clu­sione intese con Mau­ri­ta­nia, Libia, Egitto e Sene­gal). Il par­la­mento euro­peo ha chie­sto spie­ga­zioni, per un “raf­for­za­mento del con­trollo demo­cra­tico” dell’azione di Fron­tex. Dal 2011, Fron­tex puo’ com­prare o affit­tare mate­riale ed è quindi ormai “al cen­tro di un sistema che asso­cia gli indu­striali del set­tore della sicu­rezza all’amministrazione euro­pea”, scrive Claire Rodier. Fron­tex gesti­sce anche Euro­sur, un sistema euro­peo di sor­ve­glianza delle fron­tiere, nato nel 2012 e puo’ attin­gere a piene mani ai fondi del pro­gramma euro­peo di ricerca e svi­luppo FP7, dotato di 50 miliardi. Fron­tex com­pra arma­menti, ma faci­lita anche l’accesso agli indu­striali delle armi ai fondi di ricerca euro­pei. Per esem­pio, Fron­tex si sta ado­pe­rando per lo svi­luppo dell’uso civile dei droni, mer­cato per il momento domi­nato dall’industria sta­tu­ni­tense e israe­liana: nell’autunno del 2011 ha orga­niz­zato una dimo­stra­zione in volo che ha per­messo all’americana Loc­kheed Mar­tin, alla spa­gnola Aero­vi­sion asso­ciata con la fran­cese Tha­les, all’israeliana IAI di mostrare i rispet­tivi sistemi. Ieri, in Ita­lia è stato preso di mira un rap­porto del Con­si­glio d’Europa, pub­bli­cato la vigi­lia, dove veni­vano cri­ti­cate le poli­ti­che migra­to­rie ita­liane. Intanto, il Con­si­glio d’Europa non è l’Ue, ma un’organizzazione di coo­pe­ra­zione nata nel ’49, con sede a Stra­sburgo, per la sal­va­guar­dia dei diritti dell’uomo. Il rap­porto, rela­tore il con­ser­va­tore bri­tan­nico Chri­sto­pher Chope, mette in luce i “sistemi di inter­cet­ta­zione e di dis­sua­sione ina­de­guati” e chiede di chia­rire “con urgenza” che venga defi­nita la “respon­sa­bi­lità” negli inter­venti, dove per il momento regna “con­fu­sione e caos”, tra Fron­tex appunto e le forze dell’ordine nazionali. Il manifesto
Posted on: Fri, 04 Oct 2013 19:16:09 +0000

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