Anno nuovo e vecchio Nel bene e nel male, Mario Balotelli finisce - TopicsExpress



          

Anno nuovo e vecchio Nel bene e nel male, Mario Balotelli finisce sempre per fare un piacere a Massimiliano Allegri. Se in campo il 45 spesso riesce a celare i limiti di questo Milan, caricandosi la squadra sulle spalle, anche quando rimedia una lunga squalifica finisce per aiutare il Conte Max. La sfuriata del post Milan-Napoli ha attirato, per l’ennesima volta, gli occhi dei giustizialisti del pallone sul solito “irrecuperabile” SuperMario (nessuno ha dato peso all’atteggiamento di scherno di Banti, peggiore addirittura della sua terrificante direzione di gara), di fatto allontanando i riflettori della critica dal tecnico rossonero. Sì, perché a ben guardare il Milan sembra essere tornato indietro di un anno. Un punto in più rispetto alla scorsa stagione, frutto del rocambolesco e quantomai fortunato pari di Torino, ma i medesimi problemi di gioco ed organizzazione di dodici mesi fa. A nulla sembra essere servita una stagione di passione rossonera, sembra essere stata messa da parte la trionfale rincorsa alla Champions, appare essersi interrotto il processo di crescita del diavolo. Con una squadra in buona sostanza confermata, Allegri sembra nuovamente alle prese con la ricerca di un’anima per il suo Milan, come se nulla fosse accaduto negli ultimi 365 giorni. Assenza totale di geometrie offensive, nemmeno la più lontana parvenza di un gioco in mezzo al campo, la più totale disorganizzazione difensiva ed una disattenzione dilagante, sono queste le caratteristiche della formazione rossonera. Un Milan brutto e sbadato, quasi allo sbando, ancora alla ricerca di un’identità, di un’anima calcistica che il livornese non sembra essere riuscito ad infondere dopo la rivoluzione dell’estate 2012. A parziale discolpa del tecnico ci sarebbero le assenze, da El Shaarawy a Kakà, passando per Montolivo e De Sciglio, i nomi sono importanti, ma non tali da giustificare cotanta disarmante disorganizzazione. Allegri continua ad incaponirsi su alcune scelte, una su tutte quella di schierare l’evanescente Emanuelson sull’asse mancino a discapito dell’ottimo Constant ammirato la scorsa stagione (una delle scoperte che portò alla rinascita). Il livornese sembra nuovamente aver perso il polso della situazione, dovendosi accontentare di qualche piccolo miglioramento visto nella sconfitta contro il Napoli, più che altro sotto il profilo del possesso palla (inteso quantitativamente, perché la qualità della manovra rimane a tratti imbarazzante). A distanza di un anno nulla sembra essere cambiato, eppure di acqua sotto i ponti n’è passata, di lezioni il diavolo ne ha prese, ma non sembrano essere state sufficienti a migliorare un’organizzazione di squadra che sembra ancora troppo distante dagli standard cui è abituato il pubblico rossonero.
Posted on: Wed, 25 Sep 2013 12:57:22 +0000

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