Art. 33. Larte e la scienza sono libere e libero ne è - TopicsExpress



          

Art. 33. Larte e la scienza sono libere e libero ne è linsegnamento. La Repubblica detta le norme generali sullistruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato. La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali. È prescritto un esame di Stato per lammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per labilitazione allesercizio professionale. Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato. ▬►Come per altri articoli, anche qui spunta qualche comma che svuota di significato l’altisonante universale enunciato di principio e lo mette in balia dello Stato e della politica. Lo Stato infatti detta le norme generali, fissa diritti e obblighi quando dovrebbe, in base al primo comma, al limite solo pretendere il superamento di esami di verifica a determinate scadenze per certe professioni critiche. Chiaramente, con il rinvio alla Legge, lo Stato si riserva di manipolare le cose altrove, non in quest’articolo. ▬►Pur promettendo libertà e autonomia lo Stato si riserva di fatto lo strumento per intervenire, e senza alcun limite perché il principio universale resta vago nel suo splendore. Questa libertà d’azione, immagino a suo tempo voluta dalla componente statalista (comunista) per poter indirizzare l’istruzione delle ‘future generazioni’ secondo la propria ideologia politica appena preso il potere, è un pericolo permanente, ancor più in un’epoca in cui impazzano proprio alle alte sfere i bigotti del politicamente corretto, e chi ha invece cultura adeguata resta timidamente nascosto. ▬►Il temibile afflato ideologico si è imbastardito trasformandosi in sete di potere, stupidità, ignoranza e ingordigia, fino a tenere in piedi diplomifici che servono solo a giustificare lo stipendio di chi ci insegna, altro che future generazioni. ▬►Il primo comma resta così un enunciato di principio appeso lassù, l’insegnamento è libero solo a parole e soggetto all’ignoranza di chi occupa lo Stato e in nome e per conto e con la forza dello Stato fa i propri comodi. Quindi nei fatti, per legge, l’arte e la scienza non sono libere, e neanche l’insegnamento.
Posted on: Fri, 25 Oct 2013 23:00:03 +0000

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