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Bernard Hinault Da Wikipedia, lenciclopedia libera. Bernard Hinault Bernard Hinault - Critérium du Dauphiné 2012 - Prologue (2).jpg Bernard Hinault al Critérium du Dauphiné 2012 Dati biografici Nazionalità Francia Francia Ciclismo Cycling (road) pictogram.svg Dati agonistici Specialità Strada Ritirato 1986 Carriera Squadre di club 1975-1977 Gitane Gitane 1978-1983 Renault Renault 1984-1986 La Vie Claire La Vie Claire Nazionale 1976-1986 Francia Francia Palmarès Gnome-emblem-web.svg Mondiali Oro Sallanches 1980 In linea Bronzo Praga 1981 In linea Bernard Hinault (Yffiniac, 14 novembre 1954) è un ex ciclista su strada francese, dominatore della scena internazionale tra la fine degli anni settanta e la prima metà degli anni ottanta. Soprannominato le blaireau (il tasso), è stato uno dei più grandi campioni della storia del ciclismo,[1] e ha conquistato 216 vittorie in carriera. È uno dei cinque corridori ad aver vinto la tripla corona, cioè ad aver vinto tutte e tre le grandi corse a tappe (Tour de France, Giro dItalia e Vuelta a España) e lunico ad averle vinte tutte e tre almeno due volte. Campione del mondo su strada nel 1980, nel suo palmares figurano anche due vittorie sia al Giro di Lombardia sia alla Liegi-Bastogne-Liegi, ed una Parigi-Roubaix. Indice [nascondi] 1 Carriera 1.1 I primi anni 1.2 Lera Hinault 1.2.1 Il 1978 e il 1979: i primi due Tour 1.2.2 Il 1980: la vittoria al Giro e il titolo mondiale 1.2.3 Il 1981 e il 1982: altri due Tour e il secondo Giro 1.3 Gli ultimi quattro anni: la doppietta Giro-Tour 1985 2 Palmarès 2.1 Altri successi 3 Piazzamenti 3.1 Grandi Giri 3.2 Classiche monumento 3.3 Competizioni mondiali 4 Onorificenze 5 Riconoscimenti 6 Note 7 Bibliografia 8 Altri progetti 9 Collegamenti esterni Carriera[modifica | modifica sorgente] I primi anni[modifica | modifica sorgente] Tra gli allievi fu campione nazionale su strada ad Arras nel 1972, diciassettenne; due anni dopo tra i dilettanti si laureò campione nazionale dellinseguimento individuale, titolo che seppe riconfermare anche nel 1975 e nel 1976. Passò professionista, appena ventenne,[1] nel 1975 con la Gitane-Campagnolo, squadra francese diretta dallex ciclista Jean Stablinski. Il 21 aprile di quello stesso anno colse la prima vittoria tra i professionisti, la classifica finale del Circuit de la Sarthe, una breve corsa a tappe nei Paesi della Loira. Il 1976 – anno in cui cominciò a vincere con più regolarità, ancora al Circuit de la Sarthe, alla Parigi-Camembert, al Tour dIndre-et-Loire, al Tour de lAude, tutte corse francesi – coincise con il suo esordio ai campionati mondiali su strada, a Ostuni, prova nella quale fu sesto subito alle spalle di Eddy Merckx; coincise anche con lingresso nello staff tecnico della Gitane di colui che sarà il direttore sportivo di Hinault per otto stagioni, quel Cyrille Guimard che nel 1972 aveva rivaleggiato proprio con Merckx al Tour de France salvo poi ritirarsi. Nel 1977 arrivano i primi trionfi fuori dai confini nazionali, con la vittoria nellarco di sei giorni di due classiche belghe di primaria importanza quali la Gand-Wevelgem e, soprattutto, la Liegi-Bastogne-Liegi;[1] nella Liegi, sotto una fortissima pioggia, fu abile a battere in una volata a due il più esperto André Dierickx e a precedere di una decina di secondi un gruppetto capeggiato da Roger De Vlaeminck ed Eddy Merckx. Ai primi di giugno si aggiudicò unaltra corsa di grande prestigio, il Critérium du Dauphiné Libéré, superando in classifica nomi allora di grande rilievo come Bernard Thévenet, Lucien Van Impe, Joaquim Agostinho e ancora Merckx. Non selezionato per il Tour de France 1977, poi vinto da Thévenet, chiuse quindi la stagione aggiudicandosi la prima di cinque Grand Prix des Nations, storica prova a cronometro parigina. Lera Hinault[modifica | modifica sorgente] Il 1978 e il 1979: i primi due Tour[modifica | modifica sorgente] Joop Zoetemelk fu secondo al Tour de France sia nel 1978 che nel 1979 Lanno 1978 fu quello della svolta,[1] quando, vestendo la divisa della Renault-Gitane, al primo tentativo conquistò sia la Vuelta a España che il Tour de France.[2] Alla Vuelta si aggiudicò il cronoprologo e quattro frazioni, senza trovare grandi difficoltà, e la sua vittoria non fu mai in discussione.[3] Prese la maglia a Ferdi Van Den Haute, che laveva tenuta per nove giorni, dopo la dodicesima tappa e andò a trionfare con 252 sul capitano della KAS José Pesarrodona, già vincitore nel 1976, e 347 su Jean-René Bernaudeau, suo compagno alla Renault. Non prese parte al Giro dItalia per arrivare in forma al Tour de France, tra i favoriti. Già un po indietro in classifica dopo la cronosquadre, che la sua Renault concluse al quarto posto, vinse la crono di Sainte-Foy-la-Grande e la leadership passò a Joseph Bruyère, secondo. AllAlpe dHuez vinse e vestì di giallo il belga Michel Pollentier, già trionfatore al Giro 1977. Ma durante il controllo antidoping subito seguente, ecco il colpo di scena, con la squalifica del belga: era stato scoperto ad usare una vescica artificiale, posta sotto la maglietta, contenente urina pulita da immettere nella provetta.[4] Joop Zoetemelk passò a condurre con soli 14 su Hinault; tale distacco rimase immutato fino alla terzultima frazione, la crono di Nancy, quando il francese inflisse pesanti distacchi (3 minuti a Joaquim Agostinho e 4 a Zoetemelk) operando il decisivo sorpasso e vestendo per la prima volta una maglia gialla che due giorni dopo porterà a Parigi. Il mese seguente, ai campionati mondiali su strada del Nürburgring, fu quindi protagonista di una fuga insieme allolandese Jan Raas e a Giuseppe Saronni, ma i tre vennero ripresi in vista dellultimo giro; concluse la prova al quinto posto, mentre la vittoria andò a Gerrie Knetemann, che beffò allo sprint laltro italiano Francesco Moser.[5][6] Aprì il 1979 conquistando la Freccia Vallone e classificandosi secondo, alle spalle di Dietrich Thurau, nella Liegi-Bastogne-Liegi. In maggio vinse di nuovo il Critérium du Dauphiné Libéré; in luglio si aggiudicò il Tour de France per la seconda volta consecutiva, superando come nel 1978, nellordine, Joop Zoetemelk e lo scalatore portoghese Joaquim Agostinho. La gara fu caratterizzata della lunga lotta tra il francese e lolandese: il primo prese la maglia gialla sui Pirenei, al terzo giorno, nella cronometro di Superbagnères, e bissò lindomani a Pau, ma dovette cederla proprio a Zoetemelk nella nona tappa, a Roubaix, avendo perso più di 3 minuti a causa di una foratura sul pavé (Agostinho ne perse 15).[7] Seppe recuperare nelle cronometro seguenti, vincendole tutte e tre, e si riprese la maglia proprio dopo la prova contro il tempo di Morzine-Avoriaz.[8] Tenne sulle Alpi, pur venendo staccato sullAlpe dHuez da Agostinho,[9] e trionfò infine anche nelle ultime due tappe, quella di Nogent-sur-Marne e quella degli Champs-Élysées. In questultima batté Zoetemelk in volata ristretta dopo una fuga da lontano; lolandese venne poi penalizzato di dieci minuti per positività ad un controllo medico e il distacco finale tra i due risultò essere di 1307.[8] In ottobre fece suo il Giro di Lombardia, con un attacco iniziato a 150 chilometri dal traguardo; unico a resistergli nella lunga fuga, ma poi colpito da crampi in vista del traguardo, fu il giovane Silvano Contini della Bianchi-Faema, mentre i principali rivali, Giuseppe Saronni e Francesco Moser fra tutti, vennero colti di sorpresa al momento dello scatto.[2] Il 1980: la vittoria al Giro e il titolo mondiale[modifica | modifica sorgente] Cyrille Guimard fu per otto stagioni il direttore sportivo di Hinault alla Gitane/Renault Nel 1980 fu protagonista di unepica vittoria alla Liegi-Bastogne-Liegi: nelloccasione, in una gelida domenica di aprile caratterizzata da una bufera di neve, giunse primo solitario al traguardo con 924 sul secondo, lolandese Hennie Kuiper.[2] In maggio si presentò per la prima volta al Giro dItalia, e lo dominò nettamente, battendo Moser, Saronni, Battaglin e Baronchelli.[10] Una prima svolta arrivò nella frazione con arrivo a Roccaraso, quando lui e un sorprendente Wladimiro Panizza staccarono tutti e andarono a prendersi rispettivamente tappa e maglia (Hinault saliva al secondo posto a 105).[10] Dopo alcune giornate interlocutorie con Panizza sempre in rosa, la ormai celebre frazione della scalata dello Stelvio sancì il sorpasso in classifica generale e permise al francese di ipotecare la vittoria. Importante fu la strategia della Renault-Elf diretta da Cyrille Guimard, che quel giorno mandò in fuga il luogotenente di Hinault, Jean-René Bernaudeau, con il compito – poi svolto ottimamente – di staccare gli altri fuggitivi, attendere il capitano e scortarlo fino al traguardo di Sondrio.[1][11] La vittoria di tappa venne lasciata a Bernaudeau, e i due diedero al traguardo più di 4 minuti ai primi inseguitori: tra essi lo stesso Miro Panizza, che alla fine sarà comunque secondo a Milano.[10] Due mesi dopo al Tour de France, pur favoritissimo e in cerca del terzo trionfo, si ritirò, nel celebre episodio della fuga notturna dallalbergo di Pau. Aveva già vinto il cronoprologo, la cronometro di Spa-Francorchamps e la tappa di Lilla, e stava vestendo la maglia gialla dopo averla presa nellaltra cronometro di Laplume.[12] Era la vigilia delle prime montagne, nella fattispecie del tappone pirenaico, quello da Pau a Luchon con i celebri colli dellAubisque e del Tourmalet, e Hinault, già da alcuni giorni sofferente al ginocchio a causa di una tendinite, si presentò in serata agli organizzatori del Tour, Jacques Goddet e Félix Levitan, annunciando loro il proprio ritiro;[12] lasciò poi lalbergo quello stessa notte e, sicuramente per sfuggire ai giornalisti, invece che a casa sua in Bretagna trovò riparo a Lourdes, da Huber Arbes, un suo gregario.[2][12] Il simbolo del primato passò a Zoetemelk, che poi vincerà, per la prima e unica volta. Si disse molto, anche di una positività allantidoping celata con la fuga,[12] e alcuni parlarono già della fine di una parabola; in tutta risposta Hinault arrivò agguerritissimo a Sallanches, sulle Alpi della Savoia, per il campionato mondiale su strada 1980, quello che è considerato il più duro e selettivo di sempre: il circuito, da percorrere per 20 volte, prevedeva infatti una salita di ben 2,7 chilometri, la Côte de Domancy, con punte di pendenza del 14%.[2][6] Curiosamente, pur addicendosi alle caratteristiche del campione francese, il tracciato era stato disegnato tre anni prima per favorire non lui, ma un ormai tramontato Bernard Thévenet, che proprio nel 1977 aveva ottenuto la seconda vittoria al Tour de France.[2] Il mondiale si corse in una domenica soleggiata di fine agosto; la selezione come previsto fu grandissima, e lunico a tenere il passo di Hinault – si staccherà sullultimo passaggio della Côte – fu Gianbattista Baronchelli. Allarrivo il francese giunse solo e vittorioso, Baronchelli si classificò secondo a 101, terzo invece lo spagnolo Juan Fernández a 425. Dei 107 partiti solo 15 arriveranno:[2] tra i ritirati anche Thévenet, Kelly, Zoetemelk, Saronni e Moser.[6] Il 1981 e il 1982: altri due Tour e il secondo Giro[modifica | modifica sorgente] Nel 1981, in maglia iridata, conquistò la sua prima e unica Parigi-Roubaix,[13] imponendosi in una volata lunga su Monsieur Roubaix, il quattro volte vincitore Roger De Vlaeminck, e su altri quattro uomini, tra cui Francesco Moser. Era una corsa, la classica del pavé, che Hinault non amava e che considerava anacronistica e alla stregua di un ciclocross: pur tuttavia fu proprio lui in quelledizione a riportare la Francia alla vittoria venticinque anni dopo Louis Bobet[2] e a fermare a tre la striscia di successi consecutivi di Moser. In luglio, vestendo larcobaleno come già aveva fatto Eddy Merckx, si aggiudicò il suo terzo Tour de France. Gareggiò da favorito[14] e fu protagonista di un dominio nettissimo, diversamente da quanto accaduto nel 1978 e nel 1979. Fece suo il prologo, cedette la maglia gialla dopo la prima cronosquadre (a Gerrie Knetemann prima e a Phil Anderson poi) e la riprese cinque giorni dopo vincendo la cronometro di Pau. Non la perderà più, la maglia, anzi si aggiudicherà altre tre tappe, due delle quali contro il tempo. Secondo si classificò Lucien Van Impe, il quale, già staccato di quasi 5 minuti dopo Pau,[15] risultò colui che perse meno terreno, dimostrandosi però troppo inferiore a Hinault nelle tappe a cronometro; concluse a 1434, terzo Robert Alban a 1704.[16] Due mesi dopo, da campione in carica, il bretone si ripresentò ai mondiali su strada. Il tracciato di Praga era molto facile, su larghi viali e con salite molto leggere, e la gara si risolse, come previsto, in volata: Hinault si classificò terzo, battuto da Maertens e da Saronni.[6] Il 1982 è lanno della leggenda, con la vittoria di Giro dItalia e Tour de France nello stesso anno, impresa riuscita fino ad allora a Fausto Coppi (due volte), Jacques Anquetil e a Eddy Merckx (tre volte).[17] Al Giro fu dominatore, soffrendo solo una volta, sul Passo di Crocedomini, sotto il forcing delle tre punte della squadra di Giancarlo Ferretti, lo svedese Tommy Prim e gli italiani Silvano Contini e Gianbattista Baronchelli in forza alla Bianchi-Piaggio. Sue furono le tappe in linea di Campitello Matese e Montecampione e due cronometro, quella di Assisi e quella finale da Pinerolo a Torino vinta per 10 secondi su Moser:[11] alla fine prevalse con 235 su Prim e 247 su Contini. Al Tour de France si impose per la quarta volta su cinque presenze, ma senza grandi battaglie, in maniera molto pacifica[18] (per alcuni la corsa fu noiosa e la sua condotta incolore).[19] Vinse il prologo di Basilea, già allindomani perse la maglia gialla a favore di Ludo Peeters; a questi subentrò poi laustraliano Phil Anderson, che sulle pianure condusse la classifica per una decina di giorni prima di cedere la leadership proprio a Hinault nella cronometro di Valence-dAgen, appena prima dei Pirenei. Da lì a Parigi, undici frazioni, il bretone in maglia gialla si limitò a controllare nelle tappe montuose, incrementando il proprio vantaggio solamente nelle due cronometro di Martigues e Saint-Priest; un ultimo colpo lo riservò peraltro vincendo in volata sugli Champs-Élysées, suo quarto successo in quelledizione. A Parigi sul podio salirono quindi gli olandesi Zoetemelk, secondo per la sesta volta (un record), e Johan van der Velde, staccati rispettivamente di 621 e 859.[17] In agosto, al campionati mondiali su strada di Goodwood, nel Regno Unito, si presentava tra i favoriti, con lobiettivo di centrare il prestigioso tris Giro-Tour-Mondiale fino ad allora riuscito solo al Cannibale Eddy Merckx (riuscirà nel 1987 anche a Stephen Roche).[17] Dopo 160 dei 275 chilometri di un percorso prevalentemente pianeggiante, a sorpresa si dovette però ritirare, cianotico in volto e boccheggiante, stremato dopo una stagione faticosissima; la maglia iridata andrà allitaliano Giuseppe Saronni, autore di un attacco negli ultimi 800 metri in lieve salita.[6][17] Gli ultimi quattro anni: la doppietta Giro-Tour 1985[modifica | modifica sorgente] Laurent Fignon fu il primo a battere Hinault al Tour de France: accadde nel 1984 Nella prima metà del 1983 vinse per la seconda volta sia la Freccia Vallone che, alla seconda partecipazione, la Vuelta a España. Quelledizione, la 38ª, della Vuelta fu molto combattuta – a detta degli stessi organizzatori una delle più belle e spettacolari di sempre –[20] e si risolse solo al terzultimo giorno, nella tappa di Ávila, quando Hinault, aiutato sulle montagne da un giovane Laurent Fignon, regolò i compagni di fuga Marino Lejarreta e Vicente Belda e inflisse più di venti minuti alla maglia oro Julián Gorospe. Il francese, che già aveva vinto la cronometro di Valladolid, andò a precedere di 112 in classifica lo stesso Lejarreta, già vincitore nel 1982.[20] In luglio, afflitto da una tendinite al ginocchio destro,[21][22] non poté però prendere parte al Tour de France per difendere il titolo. Il ruolo di capitano della Renault passò così al ventiduenne Laurent Fignon, che, seppur esordiente, seppe subito imporsi su Ángel Arroyo e Peter Winnen e giungere in maglia gialla a Parigi al termine di una corsa molto equilibrata.[23] Dopo essersi fatto operare al ginocchio nellestate 1983, i dissapori con lo storico direttore sportivo Guimard[11] – e quando comunque era chiaro che la Renault avrebbe puntato su Fignon, di sei anni più giovane, per i grandi giri – lo portarono a trasferirsi per lanno a venire alla neonata La Vie Claire, squadra costruita intorno a lui grazie agli importanti investimenti del manager Bernard Tapie.[23] Ritornato alle gare in quellavvio di stagione e vittorioso in maggio alla Quattro giorni di Dunkerque, prese quindi il via al Tour de France, dopo lassenza del 1983, con lobiettivo di battere Fignon e di conseguire la quinta vittoria in sette anni. Linferiorià rispetto al rivale, supportato da una fortissima squadra, risultò però evidente sia nelle prove a cronometro, dominate – eccetto il prologo – dallo stesso Fignon (che si impose a Le Mans, La Ruchère e Villefranche), che in salita, specialmente nelle frazioni dellAlpe dHuez e di La Plagne, in cui il distacco fra i due fu in entrambi i casi di circa 3 minuti.[24] Di ben 10 minuti e 32 secondi fu invece il margine finale tra Fignon e Hinault, secondo classificato davanti allo statunitense Greg LeMond, anchegli della Renault. Il bretone si rifece comunque parzialmente nel finale di stagione, vincendo Grand Prix des Nations, Trofeo Baracchi (in coppia con Moser) e, per la seconda volta, il Giro di Lombardia. Ritornò veramente grande nel 1985, ormai trentenne. Con una squadra a suo completo servizio fu in grado di fare suoi sia Giro dItalia che Tour de France, andando a realizzare la seconda doppietta in carriera. La corsa italiana la vinse per la terza volta su tre partecipazioni, e anche su un percorso con poche montagne (un Giro dei tunnel anziché delle vette si disse) riuscì ad avere la meglio su un Francesco Moser favorito dal tracciato privo di grandi asperità.[11] Al Tour iscrisse il suo nome nellalbo doro per la quinta storica volta, eguagliando in tal modo due celeberrimi campioni come Jacques Anquetil e Eddy Merckx, unici fino ad allora ad essere riusciti nellimpresa.[25] Da menzionare il grande sostegno che in quelledizione gli diede in più occasioni il ventiquattrenne Greg LeMond, che proprio allinizio della stagione, dopo aver firmato il primo contratto da un milione di dollari, aveva lasciato la stessa Renault per raggiungerlo alla La Vie Claire.[23] Nel 1986, già sul punto di porre fine ad una grandissima carriera, concluse il Tour de France in seconda posizione, alle spalle del compagno Greg LeMond.[1][26] Come annunciato già un anno prima, per ledizione 1986 della Grande Boucle Hinault si proponeva come gregario del giovane statunitense, con lintenzione di lasciargli via libera nella corsa verso il titolo. Tuttavia, una volta iniziata la gara, il francese non rispettò pienamente i patti, e grazie alla vittoria nella cronometro di Nantes e allattacco con Pedro Delgado nella prima tappa pirenaica, si portò in testa alla classifica con ben 525 su LeMond, ponendo una seria ipoteca sulla vittoria finale.[1][27] La reazione del compagno-rivale non si fece attendere: lindomani, nella salita verso Superbagnères, LeMond inflisse 445 al francese, portandosi a soli 40 secondi di distacco.[28] Hinault mantenne il primato sui Pirenei, ma già nella prima frazione alpina, a Serre Chevalier, si staccò e dovette cedere la maglia a LeMond. I due della La Vie Claire furono comunque assoluti protagonisti il giorno dopo, quando staccarono tutti di cinque minuti e giunsero insieme, tenendosi per mano, sul traguardo dellAlpe dHuez (vinse Hinault): sul podio di Parigi occuperanno i primi due gradi del podio, con il francese, primo anche nella crono di Saint-Étienne, staccato di 310. Nel mese seguente Hinault ottenne lultima vittoria in carriera, la Coors Classic, gara a tappe nellovest degli Stati Uniti in preparazione al campionati mondiali di Colorado Springs; pur tra i favoriti, nella prova iridata, poi vinta dallitaliano Moreno Argentin, si ritirò.[29] Il 9 novembre, dopo la gara di ciclocross a Quessoy, diede laddio alle corse.[30] Palmarès[modifica | modifica sorgente] 1975 (Gitane-Campagnolo, una vittoria) Classifica generale Circuit de la Sarthe 1976 (Gitane-Campagnolo, otto vittorie) 3ª tappa Circuit de la Sarthe Classifica generale Circuit de la Sarthe Parigi-Camembert 3ª tappa Tour dIndre-et-Loire Classifica generale Tour dIndre-et-Loire 1ª tappa Tour de lAude Classifica generale Tour de lAude 2ª tappa Étoile des Espoirs 1977 (Gitane-Campagnolo, otto vittorie) Gand-Wevelgem Liegi-Bastogne-Liegi 3ª tappa Tour dIndre-et-Loire 1ª tappa Critérium du Dauphiné Libéré 6ª tappa Critérium du Dauphiné Libéré Classifica generale Critérium du Dauphiné Libéré Grand Prix des Nations 3ª tappa Étoile des Espoirs 1978 (Renault-Gitane, quattordici vittorie) 3ª tappa Critérium National Classifica generale Critérium National Prologo Vuelta a España 11ª tappa, 2ª semitappa Vuelta a España 12ª tappa Vuelta a España 14ª tappa Vuelta a España 18ª tappa Vuelta a España Classifica generale Vuelta a España Campionati francesi, Prova in linea 8ª tappa Tour de France 15ª tappa Tour de France 20ª tappa Tour de France Classifica generale Tour de France Grand Prix des Nations 1979 (Renault-Gitane, ventiquattro vittorie) 3ª tappa Critérium National Freccia Vallone Prologo Tour de lOise 1ª tappa Tour de lOise Circuit de lIndre 3ª tappa Critérium du Dauphiné Libéré 6ª tappa Critérium du Dauphiné Libéré 7ª tappa Critérium du Dauphiné Libéré 9ª tappa Critérium du Dauphiné Libéré Classifica generale Critérium du Dauphiné Libéré 3ª tappa Tour de Luxembourg 2ª tappa Tour de France 3ª tappa Tour de France 11ª tappa Tour de France 15ª tappa Tour de France 21ª tappa Tour de France 23ª tappa Tour de France 24ª tappa Tour de France Classifica generale Tour de France Grand Prix des Nations 4ª tappa Étoile des Espoirs 5ª tappa Étoile des Espoirs Giro di Lombardia Super Prestige Pernod 1980 (Renault-Gitane, quattordici vittorie) 3ª tappa Critérium National 3ª tappa Tour du Tarn Liegi-Bastogne-Liegi Classifica generale Tour de Romandie 14ª tappa Giro dItalia Classifica generale Giro dItalia Prologo Tour de lAude 1ª tappa Tour de lAude Prologo Tour de France 4ª tappa Tour de France 5ª tappa Tour de France 1ª tappa Tour du Limousin Jersey rainbow.svg Campionati del mondo, Prova in linea Super Prestige Pernod 1981 (Renault-Elf, diciannove vittorie) 2ª tappa Tour Méditerranéen 1ª tappa Critérium National 2ª tappa Critérium National 3ª tappa Critérium National Classifica generale Critérium National Parigi-Roubaix Amstel Gold Race 6ª tappa Critérium du Dauphiné Libéré 7ª tappa Critérium du Dauphiné Libéré 8ª tappa Critérium du Dauphiné Libéré 9ª tappa Critérium du Dauphiné Libéré Classifica generale Critérium du Dauphiné Libéré Prologo Tour de France 6ª tappa Tour de France 14ª tappa Tour de France 18ª tappa Tour de France 20ª tappa Tour de France Classifica generale Tour de France Super Prestige Pernod 1982 (Renault-Elf, ventuno vittorie) Grand Prix de Bessèges Bol dOr des Monédières La Poly Normande 3ª tappa Tour de Corse Classifica generale Tour de Corse Prologo Tour dArmorique Classifica generale Tour dArmorique 5ª tappa Tour de Romandie 3ª tappa Giro dItalia 12ª tappa Giro dItalia 18ª tappa Giro dItalia 22ª tappa Giro dItalia Classifica generale Giro dItalia 2ª tappa Tour de Luxembourg Classifica generale Tour de Luxembourg Prologo Tour de France 15ª tappa Tour de France 20ª tappa Tour de France 22ª tappa Tour de France Classifica generale Tour de France Grand Prix des Nations Super Prestige Pernod 1983 (Renault-Elf, sei vittorie) 4ª tappa Tour de Midi-Pyrénées Freccia Vallone Grand Prix Pino Cerami 12ª tappa, 2ª semitappa Vuelta a España 17ª tappa Vuelta a España Classifica generale Vuelta a España 1984 (La Vie Claire-Terraillon, 5 vittorie) 6ª tappa Volta a la Comunitat Valenciana Classifica generale Quattro Giorni di Dunkerque Prologo Tour de France Grand Prix des Nations Giro di Lombardia 1985 (La Vie Claire-Radar, sette vittorie) 12ª tappa Giro dItalia Classifica generale Giro dItalia Prologo Tour de France 8ª tappa Tour de France Classifica generale Tour de France 4ª tappa Coors Classic 13ª tappa Coors Classic 1986 (La Vie Claire-Radar, undici vittorie) Trofeo Luis Puig Classifica generale Volta a la Comunitat Valenciana 3ª tappa Tour de Midi-Pyrénées 1ª tappa Quattro Giorni di Dunkerque 7ª tappa Clásico RCN 9ª tappa Tour de France 18ª tappa Tour de France 20ª tappa Tour de France 10ª tappa Coors Classic 15ª tappa Coors Classic Classifica generale Coors Classic Altri successi[modifica | modifica sorgente] 1978 Circuit de lAulne (Criterium) 1979 Circuit de lAulne (Criterium) Classifica a punti Tour de France 1981 Circuit de lAulne (Criterium) Classifica combinata Tour de France 1982 Prologo Giro dItalia (cronosquadre) Classifica combinata Tour de France 1985 Circuit de lAulne (Criterium) 1986 Classifica Gran Premi della montagna Tour de France Piazzamenti[modifica | modifica sorgente] Grandi Giri[modifica | modifica sorgente] Tour de France 1978: vincitore 1979: vincitore 1980: ritirato 1981: vincitore 1982: vincitore 1984: 2º 1985: vincitore 1986: 2º Giro dItalia 1980: vincitore 1982: vincitore 1985: vincitore Vuelta a España 1978: vincitore 1983: vincitore Classiche monumento[modifica | modifica sorgente] Milano-Sanremo 1975: 54º 1979: 7º Giro delle Fiandre 1978: 11º Parigi-Roubaix 1978: 13º 1979: 11º 1980: 4º 1981: vincitore 1982: 9º Liegi-Bastogne-Liegi 1977: vincitore 1979: 2º 1980: vincitore 1981: 18º 1983: 32º 1984: 19º 1985: 18º Giro di Lombardia 1976: 17º 1978: 3º 1979: vincitore 1982: ritirato 1984: vincitore Competizioni mondiali[modifica | modifica sorgente] Campionati del mondo Ostuni 1976 - In linea: 6º San Cristóbal 1977 - In linea: 8º Nürburgring 1978 - In linea: 5º Valkenburg 1979 - In linea: 21º Sallanches 1980 - In linea: vincitore Praga 1981 - In linea: 3° Goodwood 1982 - In linea: ritirato Barcellona 1984 - In linea: ritirato Giavera del Montello 1985 - In linea: ritirato Colorado Springs 1986 - In linea: 59º Onorificenze[modifica | modifica sorgente] Cavaliere della Legion dOnore - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere della Legion dOnore «Per meriti sportivi» — Parigi, 21 gennaio 1986. Di iniziativa del Presidente della Repubblica francese Riconoscimenti[modifica | modifica sorgente] Medaglia doro dellAccademia dello Sport nel 1978 Premio Henry Deutsch de la Meurthe dellAccademia dello Sport nel 1979 Mendrisio dOro del Velo Club Mendrisio nel 1979 e 1980 Caveja d’Oro del Pedale Fusignanese 2010 Inserito nella Top 25 della Cycling Hall of Fame Inserito tra le Gloire des Sport Note[modifica | modifica sorgente]
Posted on: Fri, 08 Nov 2013 20:01:54 +0000

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