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Blogcimaranews.Categorie:società,arte, economia,politica,cultura ,filosofia,spettacolo, Attualità,gossip -Descrizione:Solo la consapevolezza potra farci reagire e solo l informazione ci rendera consapevoli. Breakinallnews 29.11.13 Cimara Journalist @ Hearst Magazines Italia.Views are mine Rasstampa ragionata ultimi 5g.CIMARANEWS è il blog di DYLAN e DIEGO CIMARA.Non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non è un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. Le foto e le notizie utilizzate all\interno del blog sono di pubblico dominio perchè prese dalla rete. Se i soggetti ritratti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, possono inviare una segnalazione per la tempestiva rimozione. Napolitano: Larghe intese finite. Per Letta nuovo passaggio in Parlamento Imu 2013 caos: si paga? Chi paga? Sindaci in rivolta: Governo faccia chiarezza Imu 2013 prima casa? Fra 71 e 104 euro entro metà gennaio, dice Cgia di Mestre Imu, seconda rata. Caf in allarme: Non sappiamo chi deve pagare Sigarette elettroniche, pronto il decreto: tasse al 58,5% su liquidi e ricambi Referendum Radicali Giustizia: manca il quorum. Valide solo 420 mila firme Berlusconi, caduta senza botto. LItalia un canaio sotto vuoto Governo. Con Berlusconi velenoso e Alfano tra rigore e crescita sarà vita dura M5s, Beppe Grillo attacca Casini: Nessuno come lui batte marciapiedi Forza Italia, partito di lotta e di sottogoverno? Scoppia il caso sottosegretari Berlusconi in galera non ci va, né ora né mai. Al massimo al telefono. Berlusconi al comizio indossava un giubbotto antiproiettile Alessandro Sallusti: Napolitano ha fatto le peggiori porcate della storia Antonio Razzi: Io in galera al posto di Berlusconi. Cè anche la tv Letta: Al Senato 171 voti come lultimo Berlusconi. Anche la sfiga fa i conti. Beppe Grillo e il Vaffa Day: 10mila ? per affittare la piazza a Genova Pensioni. 400 mila nonni in fuga verso Paesi dove vita e medicine costano meno Primarie Pd, crolla lealtà elettori: Se vince X io non voto più Gianni Cuperlo: Renzi in continuità con il ventennio di Berlusconi Il Giornale: Quellipocrisia di mamma Mori su Rosalinda Celentano Matteo Renzi: Larghe intese finite, al Pd dico: basta fare i good guys Alitalia, aumento di capitale porta 173 milioni. Esuberi scongiurati? Rimborsopoli, Repubblica: Roberto Cota inguaiato da 592 scontrini Piemonte, caos rimborsi. Consiglieri Pd si dimettono. Lega: Irresponsabili Francesca (Pascale) a Francesco: Il Papa intervenga per Silvio Le spese pazze di Isabella Votino, portavoce di Maroni, Custudero su Repubblica Ezio Mauro sulla Repubblica: Leccezione è finita Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: Avanti i prossimi Riscaldamento senza gas né energia elettrica: ecco linvenzione di Dylan Winter Roma, metà degli studenti mente sul reddito per prendere soldi pubblici Milano, Napoli, Genova, Bologna: a gennaio si paga lImu avanzata Pensioni, cosa cambia: adeguamento costo vita e contributo solidarietà Pensioni doro, salve solo quelle dei politici, Salvatore Cannavò sul Fatto Prato, cadavere sepolto in un terreno. Nè Roberta Ragusa nè Francesca Benetti Caffè più caro al bar, inizia Genova: 1,20 euro una tazzina, 1,60 un cappuccino Gabriele Paolini ai domiciliari, i legali: Furono i minorenni ad avvicinarlo Milano, escort e droga negli hotel. Tra le ragazze anche studentesse Sciopero trasporti Roma 3 dicembre 2013 Atac: fasce garantite bus, metro, tram Viterbo: stanco di aspettare il bus, ruba un taxi per tornare a casa. Arrestato Corte Costituzionale: Figlio abbandonato ha diritto di sapere chi è la madre Roberta Ragusa, nuova testimone: Anchio ho visto Antonio Logli quella notte. Il Gazzettino: La maestra esasperata sputa allalunno di 7 anni. Iseo, medico del pronto soccorso arrestato. Accusa: molestò tre pazienti Sullambulanza: E morto. Il medico legale: Respira ancora. Galles: getta hard disk nella spazzatura. Dentro cerano 5 mln in bitcoin Detroit, manichini spaventa-ladri sulluscio di casa: troppi criminali in giro Siete gay, niente stanza: hotel in Cornovaglia condannato a risarcire coppia Facebook: salva per dopo la nuova funzione. Così archivieremo le news Cometa Ison. E il 28/11, guarda il cielo: splende o disintegrata dal Sole? Fabrizio Corona: Mai tentato suicidio, dormivo beato nel mio letto di acciaio Nicole Minetti: Un uomo al giorno, via il medico di torno. Sesso come medicina Calcioscommesse, sei arresti in Inghilterra. Match truccati per 50mila sterline As Roma, ecco chi è Chen Feng Lecce, condannato lex presidente Semeraro. Avvelenamento falde acquifere Mondiali Brasile 2014, caxirola al posto della Vuvuzela PRIME pagine dei giornali in edicola Napolitano: Letta verifichi maggioranza in aula – Imu, sindaci in rivolta di red - 29 novembre 2013 09:55fonte ilVelino/AGV NEWSRoma CORRIERE DELLA SERA – In apertura: “Verifica in Aula per il governo”. Sotto: “Berlusconi si rilassa: ‘Mi sento un leone’”. Editoriale di Dario Di Vico: “Perché Letta deve cambiare”. Di spalla: “Quei ricatti economici di Putin da fermare”. Al centro: “Sfida Cina-Giappone, aerei in volo”. Accanto: “Si riapre il caso dei marò ‘Ipotesi pena di morte’ ma Bonino smentisce”. In un riquadro: “‘Follia sull’Imu’ I sindaci pronti all’azione legale”. In basso: “Le elemosine notturne del Papa”. LA REPUBBLICA – In apertura: “Napolitano: Letta torni in Parlamento”. Sotto: “Il tramonto delle larghe intese”; “‘Non era nei piani ma niente rimpasti’”. In un riquadro: “Imu, si paga a gennaio rivolta dei sindaci ‘Sarà un massacro’”. Al centro: “Da Vendola a Clini, i segreti del sistema Ilva”. Di spalla: “La vita agra della donna che recupera i crediti”. In basso a sinistra: “I sopravvissuti dell’Aids ‘Noi, più potenti del virus’”. A destra: “Salinger, l’ultimo mistero ‘I suoi inediti su eBay’”. LA STAMPA – In alto: “Pasticcio Imu: ecco chi dovrà pagare La rivolta dei sindaci”. In apertura: “Letta richiederà la fiducia”. Editoriale di Ugo De Siervo: “Alla Consulta un ricorso inammissibile”. Al centro, fotonotizia: “In Polonia gli ‘hooligans’ sono italiani”. Di spalla: “Nella Google cinese: soldi facili e censura”. In basso: “‘Io, ebreo cacciato da scuola ho la laurea 75 anni dopo’”; “‘Io, cieco, rischio la vita per andare a lavorare’”. IL GIORNALE – In apertura: “Truffa sulla casa”. Sotto: “E fanno rischiare la morte ai marò”. Di spalla: “Vediamo se il Pd tarocca pure l’applausometro”. In basso: “Spaccato di un Paese spaccato”. IL SOLE 24 ORE – In alto: “Napolitano: per il governo passaggio parlamentare”. In apertura: “Caos Imu sulla prima casa”. Sotto: “Quel ‘bluff’ dei sindaci sulle aliquote”. Editoriale di Alberto Quadrio Curzio: “Se la legge di stabilità non recupera le imprese”. Di spalla, intervista a Franceschini: “Alla Camera Più tagli al cuneo con l’anticipo della spending review”. Sotto: “I tassi BTp scendono al 4% Sale il vantaggio su Madrid”. Al centro: “Patto ‘snello’ per Mediobanca”. IL MESSAGGERO – In apertura: “Imu, mini-stangata a gennaio”. Sotto: “Pensioni e cuneo fiscale, si cambia la rivalutazione torna a duemila euro” In un riquadro: “Varsavia, scontri con la polizia fermati 200 tifosi della Lazio”. Editoriale di Oscar Giannino: “Quegli errori che non vanno scaricati sui cittadini”. Al centro: “Il Colle: nuova maggioranza serve un passaggio in aula”. In un riquadro: “Il premier colto alla sprovvista ‘Non mi dimetto, sarò più forte’”. In basso: “Il Papa fuori da San Pietro per la carità ai clochard”. IL TEMPO – In apertura: “Rimborsi d’oro in Regione Indagato il portavoce di Marino”. A sinistra: “Il grande flop del referendum sulla giustizia”. Commento di Rita Bernardini: “Tra pugnalate e sabotatori”. Al centro, fotonotizia: “Il rigore di Maradona a Equitalia”. IL FATTO QUOTIDIANO – In apertura: “La decadenza di Letta”. Di spalla, Marco Travaglio: “Le vedove inconsolabili”. Al centro: “Indagato per corruzione il viceministro De Luca”. In un riquadro: “È un malato grave, lo lasciano morire in carcere”. CORRIERE della SERA Rohani come Obama: il presidente in videoclip . Rohani come Obama: stesso mix di parole e musica, stesso bianco e nero, stesso afflato idealistico. Ieri il presidente iraniano Hassan Rouhani ha diffuso sul suo sito un video intitolato «Nowsafar» (Nuovo viaggio) in occasione dei primi cento giorni della sua presidenza. Mostra il neopresidente iraniano mentre pronuncia il suo discorso di insediamento con uomini, donne e bambini che ripetono cantando le sue parole. Molte le somiglianze con il video «Yes We Can» divulgato da Obama nella campagna elettorale del 2008. Da blitz quotidiano-Le larghe intese sono finite”. Napolitano apre alla verifica e Forza Italia chiede la crisi. L’articolo di Umberto Rosso su Repubblica: Napolitano, a sorpresa, apre a Forza Italia: dice di sì ad un nuovo passaggio parlamentare per il governo Letta, dopo l’uscita di Berlusconi dalla maggioranza. Dopo un’ora e mezzo di colloquio con Brunetta e Romani, una nota dell’ufficio stampa del Quirinale chiarisce che «ci sarà senza dubbio un passaggio parlamentare che segni la discontinuità politica tra il governo delle larghe intese e il governo che ha ricevuto la fiducia sulle legge di stabilità». Forme e tempi del passaggio «saranno oggetto di una consultazione del presidente della Repubblica con il presidente del Consiglio». Incontro già fissato: lunedì pomeriggio Enrico Letta salirà al Quirinale appunto per stabilire le modalità della nuova verifica, che fin qui sembrava essersi esaurita col voto di fiducia sulla legge di stabilità, come aveva lasciato intendere lo stesso premier e anche il capo dello Stato. Per stabilire insieme se dovrà trattarsi di un semplice dibattito in aula, per prendere atto del passaggio di Fi all’opposizione, e magari non concluso nemmeno da un voto. Oppure se e come toccare eventualmente anche il programma e la composizione dell’esecutivo, mettendo mano ad un rimpasto, tasto però altamente sensibile. Fino all’ipotesi, del tutto teorica, che Letta si presenti dimissionario e si apra una crisi formale. Ma il presidente del Consiglio si mostra sicuro e tranquillo, nonostante le voci che parlano di un esecutivo spiazzato dalla decisione di Napolitano, e da Palazzo Chigi trapela «piena sintonia con il Colle» rispetto ad un passaggio parlamentare che «potrà essere l’occasione per un rafforzamento ulteriore dell’azione di governo e che, d’altronde, era stato ampiamente considerato come nel novero delle possibilità già nei giorni scorsi». Angelino Alfano conferma la piena lealtà all’esecutivo, «noi siamo decisivi per il governo, e lo sosterremo in questo passaggio. Vedremo se lofarà cadere Renzi». Soddisfazione fra i forzisti per l’intervento del capo dello Stato, anche se Renato Brunetta nell’incontro al Colle aveva chiesto l’apertura formale della crisi: «Letta si presenti dimissionario in Parlamento, perché con la nostra uscita la natura dell’esecutivo è cambiata e le larghe intese non esistono più». Il capo dello Stato, spiega Altero Matteoli, che faceva parte della delegazione (una decina di parlamentari, compresi i due vicecapogruppo Gelmini e Bernini), «ha scelto una via di mezzo, cioè un passaggio parlamentare che dovrà tenersi in tempi brevissimi, ma è stato molto attento alle nostre richieste ». Gli umori però non sono tutti così soddisfatti all’interno di Forza Italia, dove la mossa di Napolitano viene anche interpretata come un gesto di distensione che però non accoglie nella sostanza le rivendicazioni avanzate: il governo resterà in piedi perché ha in cassaforte i voti di Alfano e il destino di Berlusconi sulla decadenza è ormai segnato. Il tormentone della grazia del resto non si è riaffacciato durante il lungo incontro al Quirinale, i capigruppo forzisti non l’hanno sfiorato dopo l’ultima sortita dell’inquilino del Colle che ci ha messo una pietra sopra. Nel day after Berlusconi cova la vendetta “Non daremo tregua, Letta deve lasciare”. L’articolo di Carmelo Lopapa su Repubblica: È il giorno della ritirata e del silenzio amaro, Silvio Berlusconi nelday afterè il boxeur che realizza solo al risveglio di essere andato al tappeto. «Dobbiamo far capire agli italiani cosa è successo, voi dovete aiutarmi, non lo hanno capito realmente, andate in tv, spiegate alla gente» è il tormentone che si sentono ripetere i suoi al telefono. Un leader che appare stordito, stanco, ma non rassegnato, dicono, semmai ossessionato più di prima dall’incubo arresto, quando riprende il comando delle operazioni da Arcore, dove è «fuggito» la sera prima subito dopo il comizio e il voto. Una quiete rabbiosa, tuttavia. L’ipotesi della presentazione di una mozione di sfiducia non viene esclusa, adesso. «Non dobbiamo dare tregua al governo Letta-Alfano, pretendiamo l’apertura della crisi, le dimissioni prima che vadano avanti, altrimenti le riforme con noi se le scordano, dovete dirlo a quel signore al Colle» è l’ordine perentorio che Brunetta e Romani, capigruppo, ricevono prima di salire al Quirinale. Conloro, la delegazione forzista composta da tutti i vice (Bernini e Gelmini) e i presidenti di commissione. Il capo li avrebbe voluti la notte prima, dopo il voto di decadenza, in presidio con candele in mano sotto le finestre di Napolitano. Spiegano che quando comunicano l’esito dei 90 minuti di braccio di ferro col presidente della Repubblica, Berlusconi non abbia gioito: «È una presa in giro, protegge il governo, non vuole le dimissioni, vogliono chiuderla con un voto di fiducia». La possibilità ventilata da Arcore allora è che si presenti una mozione di sfiducia, estremo atto di sfida ad Alfano e i suoi ministri ormai dall’altro lato della barricata. Da Villa San Martino il Cavaliere si muove solo un paio d’ore a metà giornata, per una visita dentistica a Milano. Poi si concede il pranzo coi figli maggiori e la consueta riunione con Confalonieri e i vertici delle aziende che lunedì scorso era saltata, per la conferenza stampa a Roma sulle “carte americane”. Accanto a lui solo Francesca Pascale, Maria Rosaria Rossi, i collaboratori, non vuole parlare con altri, fa sapere di aver bisogno di riposo a chi lo cerca dal partito, così almeno fino a ora di pranzo. In effetti dorme a lungo. Alcuni riusciranno a contattarlo dal pomeriggio, almeno i big che poi sono stati ricevuti al Quirinale. Racconteranno dell’ex premier provato. Come se avesse realizzato solo ieri, realmente, quel che era accaduto. Sempre più preoccupato per un ipotetico arresto. «Sono privo di tutele, qualsiasi pazzo può buttarmi dentro, pensate quanti pm vorrebbero fare la carriera di Di Pietro ». Legge elettorale, è ancora stallo “Aspettiamo Renzi per trattare” L’ipotesi di ripartire dalla Camera. L’articolo di Francesco Bei su Repubblica: «Se non si muoverà il Parlamento» prima della sentenza della Corte costituzionale sul Porcellum, «a quel punto si muoverà il governo». La minaccia del ministro Gaetano Quagliariello movimenta una giornata segnata dall’ennesimo rinvio nella commissione affari costituzionali del Senato. Stavolta il pretesto lo fornisce proprio il nuovo centrodestra (ironicamente il partito di Quagliariello), che chiede con Andrea Augello qualche giorno di tempo «per decidere quale posizione prendere» sulla riforma. I senatori si rivedranno lunedì, il 2 dicembre, alla vigilia della riunione della Consulta chiamata a valutare l’ammissibilità del ricorso contro la legge Calderoli. Ma la vera notizia è un’altra e non appare nelle dichiarazioni ufficiali. Dopo aver rappresentato al Colle la paralisi sulla legge elettorale e sulla riforma costituzionale, i ministri Quagliariello e Franceschini, d’intesa con Letta e i capigruppo di maggioranza, decidono che è inutile andare avanti a vuoto e fermano le macchine. Manca infatti al tavolo da gioco ilplayerprincipale: il prossimo segretario del Pd. Tanto vale aspettare dieci giorni e trattare la materia direttamente con Matteo Renzi, per stringerlo a un’intesa che blindi la maggioranza. E così sarà fatto, spostando tutta la riforma aMontecitorio, proprio come chiedevano i renziani da tempo. Dunque nessun decreto o disegno di legge del governo sul Porcellum, al massimo il premier si rivolgerà al Parlamento fissando alcuni paletti irrinunciabili. Tanto che il ministro Franceschini, alTg3 sfuma sull’ipotesi di un ddl, parlando genericamente di «un’iniziativa per spingere». La sostanza non cambia: la nuova maggioranza politica cercherà un accordo al proprio interno su un modello elettorale che vada bene sia a Renzi che ad Alfano. «D’altronde — fa notare un esponente del Pd interno alla trattativa — il 3 dicembre non succederà nulla, la Corte costituzionale non dovrebbe decidere prima della fine di gennaio». La prima vittima della nuova fase politica inaugurata dal passaggio all’opposizione di Forza Italia è il comitato dei 40 immaginato per riformare in maniera più spedita la Costituzione. Giunto alla quarta lettura a Montecitorio (si sarebbe dovuto iniziare a discuterne il 9 dicembre), il tanto discusso ddlcostituzionale, che provocò una grande mobilitazione dei grillini e di molta opinione di sinistra, finirà la sua corsa su un binario morto. Adieu, si torna al vecchio articolo 138: impossibile garantire il quorum dei due terzi necessari per evitare il referendum, il governo avrebbe rischiato il saldarsi di un vasto fronte contrario formato da M5S, Forza Italia e difensori della Costituzione «più bella del mondo». Al Senato resterà solo la riforma del sistema bicamerale. L’Imu è abolita, ma c’è chi paga. L’articolo di Paolo Russo su La Stampa: L’Imu sulla prima casa non si pagherà più. Chiedetelo a quelli che in 873 comuni, da Milano a Napoli, da Genova a Bologna per la propria casetta con cantina e garage pagheranno in media 138 euro. La beffa del mattone è nascosta dietro due cavilli normativi. Il primo è contenuto nel decreto «Salva Italia», mai modificato né dal decreto che ha sospeso la prima rata Imu, né da quello di ieri l’altro che ne abroga il saldo di dicembre. Il codicillo specifica che sulla prima pertinenza, cose come box, cantine, terrazze, l’Imu non si paga, sulle seconde e le terze si. Quindi il 16 del mese prossimo chi oltre al posto auto possiede ad esempio una bella cantina, per quest’ultima dovrà passare alla cassa. Sborsando in media 96 euro, calcola la Uil Servizio politiche territoriali. Che fa anche qualche esempio. Con una cantina di 12 metri quadri e un box per l’auto di 19 in media si pagherà da un massimo di 159 euro a Napoli a un minimo di 86 a Palermo, mentre a Torino l’esborso sarà di 120 euro, a Roma di 130, a Milano di 101, a Firenze e Bologna rispettivamente di 15 e 158 euro. Se poi di pertinenze se ne possiedono ben tre (garage, più terrazza e cantina) allora la tassa lievita in media a 192 euro, con punte di 316 a Bologna, 240 a Torino, 260 nella Capitale e 202 a Milano. Belle sommette, che fin qui riguardano tutti i proprietari di prima casa con due o più pertinenze di tutti i seimila e passa campanili d’Italia. Complessivamente 2 milioni di contribuenti che verseranno nelle casse comunali 194 milioni di euro. Veniamo ora al secondo cavillo normativo. L’ultimo arrivato, contenuto nel decreto di ieri l’altro, che avrebbe dovuto cancellare con un colpo di spugna l’Imu sulle abitazioni principali per il 2013. Il provvedimento però corrisponde ai comuni solo la metà degli aumenti di aliquota che larga parte di loro ha decretato in corso d’anno sperando di incassare così maggiori trasferimenti dallo Stato, pur sapendo che si stava andando verso la cancellazione dell’imposta. Ma la furbata degli 873 sindaci che hanno deliberato gli aumenti (tra i quali 11 di città capoluogo) si è rivelata l’ennesima fregatura per i contribuenti, che in base al decreto dovranno saldare di tasca propria la metà che manca all’appello. “I marò rischiano la pena di morte”. L’articolo di Francesca Paci su La Stampa: Esiste davvero il rischio che Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i marò trattenuti in India dal febbraio 2012 con l’accusa di aver ucciso due pescatori al largo del Kerala, siano giustiziati, come ventilato dall’«Hindustan Times»? Il ministro degli Esteri italiano Emma Bonino esclude la possibilità della pena capitale avanzata dal quotidiano di Delhi, che ieri mattina aveva anticipato l’esito dell’inchiesta consegnata dalla polizia investigativa (National Investigation Agency) al ministero dell’Interno nella quale, in base a una dura legge contro la pirateria del 2002, sarebbe prevista la condanna a morte. E il governo guidato dal premier Manmohan Singh conferma, smentendo l’ipotesi d’un epilogo tragico (ma non la notizia dell’«Hindustan Times») perché, come già affermato il 22 marzo dal ministro degli Esteri Salman Khushid, la pena capitale si applica solo «nei casi rari tra i più rari». Eppure, interpellato da «La Stampa», il giornalista autore del retroscena insiste che la storia non è affatto chiusa perché la Corte, a cui spetta l’ultima parola, è indipendente dalla volontà politica. La giornata più lunga della diplomazia italo-indiana inizia con lo scoop dell’«Hindustan Times», secondo cui la Nia avrebbe deciso di applicare ai due fucilieri della petroliera Enrica Lexie la «Legge per la repressione degli atti illeciti contro la sicurezza della navigazione marittima e le strutture fisse sulla piattaforma continentale» (Sua Act), l’unica che l’India può far valere al di fuori delle sue acque territoriali (l’incidente è avvenuto oltre, a 20,5 miglia dalla costa). Troppi, poveri ma belli. I musei non fanno rete. L’articolo di Stefano Rizzato su La Stampa: A guardarli da vicino, somigliano tanto a tante nostre aziende. Quasi sempre di piccola o media grandezza, poco propensi a comunicare, spesso incapaci di fare rete e aprirsi davvero all’estero. Eppure pieni di qualità e in grado di generare eccellenze famose e apprezzate in tutto il mondo. A guardare da vicino musei, aree archeologiche e monumenti d’Italia – statali e non – è la prima indagine completa sul settore, compilata dall’Istat in collaborazione con il Ministero dei beni culturali. Un censimento che ha contato ben 4.588 strutture: una ogni tre comuni italiani e 13 mila abitanti, una e mezza ogni cento chilometri quadrati. La costellazione non potrebbe essere più varia e diversificata. Soprattutto per capacità di attrarre visitatori. Oltre metà del pubblico, infatti, finisce per concentrarsi in tre regioni: Toscana (22,1%), Lazio (20,1%) e Lombardia (8,8%). A staccare il 30 per cento dei biglietti totali è lo 0,3% di musei e simili, la quota che riunisce le prime 15 strutture di una classifica parecchio allungata. Sono i colossi della cultura italiana, una lista che include Colosseo e Uffizi, Palazzo Ducale e scavi di Pompei, insieme ai pochi altri centri capaci di generare ciascuno circa un milione di ingressi l’anno. I dati si riferiscono al 2011, ma restituiscono un’immagine nota. Quella di un’Italia, che procede a due velocità. Da un lato c’è una sorta di serie A della cultura: poche decine di realtà che rappresentano la parte più nota, internazionale ed efficiente del sistema. Dall’altro, troviamo centinaia di strutture disperse sul territorio e che a volte rischiano l’oblio. Basta guardare i dati sui musei di Abruzzo e Molise, che – in media – non arrivano a 4.500 ospiti l’anno e vanno avanti al ritmo non proprio eccezionale di dieci o 15 visite al giorno. Quattro indagati per i funerali dell’ex Br Gallinari. Gazzetta di Reggio: “Dopo le polemiche sulla cerimonia del gennaio scorso, la Procura di Bologna apre un fascicolo per istigazione a delinquere. È stata chiesta la proroga fino a maggio per la chiusura delle indagini preliminari.” Latterie Friulane boccia il polo unico. Messaggero Veneto: “Bolzonello raduna le realtà del settore, ma a Campoformido si punta su Granarolo. Cisilino: non si rottami la cooperazione.” Traffico di immigrati nella Marsica. Permessi di soggiorno falsi: 11 arresti. Il Centro: “Il viaggio in Italia, dietro la promessa di un finto lavoro, costava 7 mila euro. In manette gli intermediari, tutti bengalesi, marocchini e pakistani, e proprietari di aziende agricole originari della Marsica.” Camionista ucciso dai cani, i due indagati saranno processati. Il Tirreno: “In aula anche il figlio adolescente e la moglie di Vito Guastella, 50 anni, ucciso dal branco in un piazzale sull’Arnaccio il 28 febbraio 2012.” Tessere Pd, Zoggia sentito dal pm, consegna elenchi 2012. La Città: “Il responsabile organizzativo del partito democratico è stato oggi in tribunale a Salerno.” Alluvione, scatta il maxisequestro dei progetti di Olbia. La Nuova Sardegna: “Gli inquirenti ricostruiscono la mappa delle strutture colpite dal ciclone. Molte non hanno retto alla pioggia: forte sì, ma non come nel Nuorese.” METEO TEMPO PREVISTO SULLITALIA PER DOMANI, SABATO 30 NOVEMBRE 2013,E PER I SUCCESSIVI 4 GIORNI SABATO 30/11/13: NORD: CIELO MOLTO NUVOLOSO O COPERTO SU GRAN PARTE DELLE REGIONI. NELLA PRIMA PARTE DELLA GIORNATA POSSIBILITA DI PRECIPITAZIONI SUI SETTORI OCCIDENTALI, I FENOMENI SULLA LIGURIA E SETTORI LIMITROFI SARANNO DIFFUSI E LOCALMENTE ASSUMERANNO CARATTERE DI ROVESCIO O TEMPORALE, MENTRE LE PRECIPITAZIONI SARANNO NEVOSE SUL PIEMONTE E LOMBARDIA OCCIDENTALE ANCHE A QUOTE PIENEGGIANTI. PIU OCCASIONALI E SPARSE LE PRECIPITAZIONI SUI SETTORI ORIENTALI. DECISA ATENUAZIONE DELLE NUBI E DEI FENOMENI DAL TARDO POMERIGGIO. CENTRO E SARDEGNA: SU REGIONI TIRRENICHE PENINSULARI E SARDEGNA AL MATTINO CIELO IRREGOLARMENTE NUVOLOSO, MA NUBI IN RAPIDA INTENSIFICAZIONE NEL CORSO DELLA GIORNATA, A PARTIRE DALLALTA TOSCANA ED IN ESTENSIONE ALLE RESTANTI AREE, POSSIBILITA DI DEBOLI PIOGGE DAL TARDO POMERIGGIO SPECIE LUNGO SUI SETTORI COSTIERI. SULLE REGIONI ADRIATICHE INIZIALMENTE CIELO POCO NUVOLOSO, MA PROGRESSIVO AUMENTO DELLE NUBI NEL POMERIGGIO. SUD E SICILIA: SULLA SICILIA ORIENTALE SUI SETTORI IONICI E SULLA PUGLIA, SOPRATTUTTO IL SALENTO, CIELO COPERTO CON PRECIPITAZIONI DAPPRIMA DEBOLI E SPARSE NELLA PRIMA PARTE DELLA GIORNATA, MA DAL POMERIGGIO DECISA INTENSIFICAZIONE DEI FENOMENI CHE RISULTERANNO TEMPORALESCHI E LOCALMENTE DI FORTE INTENSITA. SULLE RESTANTI AREE NUVOLOSITA IRREGOLARE SI ALTERNERA AD ADDENSAMENTI PIU CONSISTENTI ASSOCIATI A PRECIPITAZIONI SPARSE SPECIE NELLA SECONDA PARTE DELLA GIORNATA. TEMPERATURE: -IN LEGGERO AUMENTO SIA LE MASSIME CHE LE MINIME AL CENTRO SUD. INVECE IN LEGGERO CALO LE TEMPERATURE SULLE REGIONI NORD-OCCIDENTALI. VENTI: -PREVALENTEMENTE ORIENTALI O SUD ORIENTALI AL NORD, DEBOLI MA CON LOCALI RINFORZI SULLA LIGURIA; INVECE MODERATI NORD OCCIDENTALI SULLA SARDEGNA; INIZIALMENTE DEBOLI SUD ORIENTALI O ORIENTALI SU PUGLIA E SETTORI ADRIATICI MA TENDENTI A RINFORZARE DECISAMENTE SINO A FORTI SUL SALENTO E SETTORI IONICI. DEBOLI NORD ORIENTALI SULLE RESTANTI AREE. MARI: -AGITATO IL LIGURE IL MARE DI SARDEGNA LO IONIO, MOLTO MOSSI O MOSSI I RESTANTI BACINI. DOMENICA 01/12/13: PRECIPITAZIONI INTENSE LOCALMENTE TEMPORALESCHE E DI FORTE INTENSITA DAPPRIMA SULLE SULLE REGIONI IONICHE E SICILIA ORIENTALE E POI SU CAMPANIA E REGIONI ADRIATICHE CENTRO MERIDIONALI, AL NORD CIELO DA POCO NUVOLOSO AD IRREGOLARMENTE NUVOLOSO IN UN CONTESTO ASCIUTTO, ANCHE SE NUBI E FENOMENI POTRANNO INTERESSARE LA ROMAGNA NELLA SECONDA PARTE DELLA GIORNATA. SULLE RESTANTI REGIONI INIZIALI FENOMENI SPARSI MA NELLA SECONDA PARTE DELLA GIORNATA POSSIBILITA DI INTENSIFICAZIONE DELLE PRECIPITAZIONI. LUNEDI 02/12/13: POSSIBILITA DI PRECIPITAZIONI DIFFUSE SU SETTORI ADRIATICI E SARDEGNA ORIENTALE, PIU SPARSI I FENOMENI SULLE REGIONI CENTRO MERIDIONALI, GENERALMENTE ASCIUTTO IL CONTESTO SULLE REGIONI SETTENTRIONALI, MA CON INTENSI VENTI NORD-ORIENTALI, TALE FLUSSO AL SUOLO INDURRA LA POSSIBILITA DI PRECIPITAZIONI SULLEMILIA ROMAGNA SPECIE NELLE AREE PROSSIME AI RILIEVI. MARTEDI 03/12/13 E MERCOLEDI 04/12/13: AL NORD GENERALMENTE STABILE MENTRE AL CENTRO SUD INSTABILITA DIFFUSA E POSSIBILITA DI PRECIPITAZIONI, QUESTE RISULTERANNO PIU INTENSE E PERSISTENTI SUL MEDIO E BASSO ADRIATICO. C.N.M.C.A. DITO NELL’OCCHIO (TMNews) – Nuovo attacco all’indirizzo del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dall’ex ministro di Forza Italia Sandro Bondi che fu il primo a proporre la rielezione di Napolitano al Colle e a sostenerla con forza. “Da una repubblica parlamentare siamo passati senza saperlo ad una repubblica presidenziale e domani, come l’ottimo Crozza ha intuito, ad una monarchia costituzionale”, ha messo nero su bianco Bondi in una dichiarazione. “Oggi il Quirinale -ha argomentato Bondi- rende noto di aver avviato una verifica sulle riforme con i ministri Quagliariello e Franceschini. Dopodomani convochera ne sono certo il ministro Bray per esprimere la sua via preoccupazione per i crolli occultati di Pompei”.Il percorso del Comitato dei 40 e quindi della deroga ai meccanismi previsti dallarticolo 138 della Costituzione potrebbe trovare ostacoli nella decisione maturata in Fi di lasciare la maggioranza. Forse anche su questo punto potrebbe articolarsi il confronto tra il presidente Napolitano e la delegazione di Forza Italia fissato per oggi pomeriggio al Quirinale. Napolitano esamina con Saccomanni i provvedimenti economici. Da una repubblica parlamentare siamo passati senza saperlo ad una repubblica presidenziale e domani, come lottimo Crozza ha intuito, ad una monarchia costituzionale. REGIORGIO-Da radio24.it Ancora un durissimo attacco di Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. A La Zanzara su Radio 24 Sallusti dice: A Berlusconi rinfacciano la storia dei diritti Mediaset. Berlusconi ha pagato. Ingiustamente ma ha pagato. Napolitano lha sempre fatta franca. Ha fatto le peggiori porcate storiche che un politico può fare, come appoggiare lUngheria, eppure ce lo ritroviamo Presidente della Repubblica. Su Napolitano ha ragione Travaglio, che è un uomo libero. Il Presidente della Repubblica si intende di golpe, nella sua vita ne ha benedetti tanti. Uno lavrebbe fatto anche in Italia negli anni cinquanta. I 5stelle quando vogliono fargli limpeachment hanno ragione, assolutamente. Penso ci siano gli estremi. Dovrebbe farlo anche Forza Italia. La logica e il buon senso - prosegue Sallusti suggeriscono ci che ci fosse un impegno morale nei confronti di Berlusconi. Non può cambiare le sentenze, ma quelle che lo riguardano le cambia. Vedi il caso di Palermo, dove è testimone e decide lui se andare o no. Berlusconi ha voluto la sua rielezione e non dico riconoscenza, ma un po di attenzione Napolitano avrebbe dovuto averla. Invece dopo 15 giorni ha nominato quattro senatori a vita di sinistra. Non ci scordiamo - dice ancora Sallusti - che il Pci veniva finanziato dalla Russia per spiare e mettere in difficoltà lOccidente. E lui era un alto dirigente. Napolitano se ne intende di quella zona grigia... PENSIERI Prendere sul serio l’insufficienza e l’imperfezione umana significa disfarsi di ogni filosofia della storia che contenga i protocolli della ‘road map’ del Progresso, significa avere il senso degli effetti perversi dell’azione sociale, prendere in considerazione il fatto che talora ‘conservare’ può essere più ‘salutare’ che cambiare, che senza un equilibrio tra passato e presente, fra tradizione e innovazione, tra le ‘radici’ e le proiezioni avveniristiche, tra Gemeinschaft e Gesellschaft, non c’è salvezza né per gli individui, né per le società. Rompere i ponti alle spalle, lasciando per sempre la rive droite può significare sprofondare in una spirale nichilistica in fondo alla quale non c’è la Raison ma solo la ‘perdita del centro’ e del ‘senso’. Ci sono sempre delle cause che spiegano perché le istituzioni, le idee, gli stessi ‘pregiudizi’, a un certo punto, scompaiono per non ripresentarsi più, almeno nelle sembianze antiche, ma non sempre le cause sono ‘buone ragioni’: ciò che muta non merita necessariamente di mutare e può capitare, non di rado, per adoperare un’abusata metafora che, con l’acqua sporca del bagno, si butti anche il classico bambino. Prenderne coscienza, significa riconoscere il ‘diritto alla nostalgia’:“nostalgico” è chi «prova nostalgia», chi «si trova in uno stato d’animo caratterizzato dall’acuto rimpianto di persone e luoghi cari e lontani (o anche di periodi della vita irrimediabilmente trascorsi)»; chi vive in uno stato d’animo «improntato al rimpianto e all’esaltazione del passato o di un determinato momento storico, per lo più idealizzato»; e, in politica, chi «rimpiange un regime politico l’assetto istituzionale di un passato alquanto recente», ne «propugna il ritorno», agisce, «trama con tale intento». Si tratta di un tipo umano da riguardare con fastidio o con disprezzo o, nel migliore dei casi, con compiacente indulgenza? In realtà, se nel mercato democratico si può portare qualsiasi prodotto e cercare di soddisfare qualsiasi bisogno – purché non comporti norme e comportamenti lesivi di diritti fondamentali – in base a quale principio potrebbe autorizzarsi una dogana politica e culturale che lasci passare alcune merci spirituali ma ne respinga altre? I valori sono spesso in conflitto: quelli etici contrastano sovente con quelli economici, quelli estetici con quelli etici. Una fin troppo nota pagina della silloge Il lavoro intellettuale come professione di Max Weber scolpisce il problema una volta per sempre: «Oggi riconosciamo se non altro che qualcosa può essere sacro non solo malgrado il fatto che non sia bello ma perché e in quanto non è bello (ne trovate le prove nel capitolo 53 d’Isaia e nel salmo 21); e che qualcosa può essere sacro non solo malgrado il fatto di non essere buono, ma proprio perché non lo è, così come c’informa di nuovo Nietzsche, e nel modo che voi già trovate illustrato nei Fiori del male, come Baudelaire chiamò la sua raccolta di poesie; ed appartiene al buon senso di tutti i giorni riconoscere che qualcosa può essere vero sebbene non sia ed anzi perché non è né bello né sacro né buono. Ma questi sono solo i casi più elementari di un tale conflitto tra divinità dei singoli ordinamenti e valori. Non so come si possa decidere ‘scientificamente’ tra il valore della cultura francese e quello della cultura tedesca. Anche qui sono in conflitto e perennemente divinità diverse».La «democrazia dei partiti» - col suo carico di progressismo immaginario, di costruttivismo, di vocazione autoritaria e totalitaria, di illiberalismo - non è peggiore del Paese. È il Paese che si porta appresso tutte le tare della sua storia: dalla divisione fra Guelfi e Ghibellini, che è adesso quella fra berlusconiani e antiberlusconiani, alla (mancata) Riforma protestante e alla diffusione della doppia morale (cattolica e controriformista); dal trasformismo, che aveva decretato, nel 1876, la morte della Destra storica (e cavouriana) e creato le premesse del fascismo, al fascismo stesso e, da questo, all’antifascismo; dalla fine del comunismo, come filosofia della storia, alla sopravvivenza dei comunisti come protagonisti della nostra realtà quotidiana: sul filo del trasformismo, hanno cambiato nome, ma non la vocazione collettivista, dirigista e statalista, che ci ha portato, con l’eccesso di spesa pubblica, sull’orlo della bancarotta. Un Paese allo sfascio. Un Paese, , che non sa risollevarsi, e non ci prova neppure, perché la sua crisi, politica, economica, civile, è culturale; a sua volta, il prodotto di una scuola passatista e antimodernista, ancora governata dai reduci del gramscismo e dal cosiddetto cattolicesimo democratico, parodia solidaristica, confessionale, parimenti velleitaria e fondamentalmente totalitaria, dell’egualitarismo comunista. Chi denuncia questo stato di cose, e il fatto che Berlusconi abbia tradito le sue stesse promesse di cambiarle, è condannato, con un salto logico che è una contraddizione in termini, come berlusconiano. In tali condizioni, non si vede come se ne possa uscire, si capisce perché tanti giovani preferiscano emigrare che crescere in Italia e molti talenti non pensino affatto di tornarci dopo essersene andati. Ogni sistema parlamentare liberale, basato sul pluripartitismo, la competizione, è la quintessenza della«compravendita» del voto. Un mercato del consenso, sempre più falsato da sistemi elettorali maggioritari che vengono fatti passare come razionalizzanti il voto, quandolo scopo recondito è quello di coartare le scelte dell’elettorato in modo da dirottarle verso il centro-sinistra dello scenario politico. Luogo notoriamente presidiato dai cosiddetti «moderati-intelettuali,depositari del verbo e della sapienza», di norma esponenti dei ceti sociali medio-alti. Una sorta di canalizzazione della volontà popolare, che permette ai ceti dominanti di restare al potere, arginando la rappresentanza di chi potrebbe andare a destabilizzare il sistema. I restanti sistemi, di solito di tendenza liberal-socialista, progressista o semplicemente centrista, vengono racchiusi nel campo delle dittature, o peggio ancora del totalitarismo. La democrazia parlamentare è il miglior involucro per il capitalismo. Quello toccato da Lenin il tasto giusto per capire come dentro il guscio liberale vi sia il capitalismo con tutte le sue contraddizioni irrisolte: disuguaglianze crescenti, esclusione sociale, sfruttamento del lavoro,imbarbarimento dei ceti medio-bassi,alienazione,mancanza di competitività , cancellazione del compromesso keynesiano e il definitivo smantellamento del welfare state. E’ il capitalismo liberato dalla cosiddetta concorrenza di sistema abbia potuto dare libero sfogo ai suoi istinti peggiori. Il regime liberale, proclamato democratico tout court, si risolve in una architettura istituzionale congegnata appositamente per celare dietro le sbandierate libertà , un potere in realtà oligarchico, dominato da potenti lobby, imprese economiche e media, di segno fortemente classista. Questo sistema politico è una postdemocrazia,formalmente regolata da norme democratiche che vengono svuotate dalla prassi politica. OBIETTIVO SU MARO’Il governo indiano mantiene la posizione espressa dal ministro degli esteri Salman Kurshid in Parlamento lo scorso 22 marzo circa la condanna dei due marò italiani. Il portavoce del ministro, Syed Akbarudin, ha detto in un briefing a Delhi di “poter assicurare che il governo indiano intende rispettare la posizione espressa in Parlamento (dal ministro lo scorso marzo, ndr), e che qualsiasi posizione che adotteremo sara` rispettosa e terra` presente tale dichiarazione resa in Parlamento“. “Da questo podio non ci sara` alcun commento sull`operato di agenzie intergovernative“, ha affermato sottolineando di non aver alcun commento neanche su speculazioni circa il contenuto del rapporto della Nia. Kurshid aveva allora precisato che il caso dei due maro` “non rientra nella categoria di questioni che prevedono la pena di morte, su questo non deve esserci alcuna preoccupazione“. Da repubblica.it- di PAOLO G. BRERA e VINCENZO NIGRO NON cera solo la Enrica Lexie dellarmatore Fratelli DAmato a vedersela coi pirati, tra le onde dellOceano indiano davanti alle coste del Kerala. Poche ore più tardi rispetto a quando i marò giurano di avere respinto un assalto alla Enrica Lexie, un petroliera simile a quella italiana è stata attaccata ed è riuscita a cavarsela mettendo in fuga gli aggressori: era due miglia e mezzo a Sud dellormeggio di Kochi, dove la nave italiana è poi stata indotta a rientrare con un mezzo inganno. La testimonianza della nave greca, la Olympic Flair, è ufficiale: la registra lIcc-Css, il Dipartimento crimini commerciali della Camera di commercio internazionale specializzato nel tracciare tutti gli attacchi di pirateria denunciati nel mondo. La tesi indiana secondo cui quellarea non è affatto infestata dai pirati, più volte ribadita per appesantire laccusa verso i soldati italiani, semplicemente non regge. Non è una postilla di poco conto: vuol dire che i pirati quel giorno erano lì e hanno attaccato navi mercantili. Dal primo giorno, i marinai del Battaglione San Marco e il comandante della nave assicurano che dalla Enrica Lexie sono partiti in tutto venti colpi, diretti in mare per avvertimento. Le autorità indiane hanno un elemento indiscutibile e tragico da cui partire: i corpi di Valentine Jalastine e di Ajeesh Pinku, i due poveri pescatori crivellati da quattro colpi. Ma la tesi del governo italiano, del nucleo anti pirateria del Battaglione San Marco che proteggeva la nave, e dellequipaggio del mercantile è una soltanto: Valentine e Ajeesh sono stati uccisi da qualcun altro. Il traffico merci davanti al porto di Kochi, nel tardo pomeriggio, a quanto pare era vivace. Lo testimonia il modo stesso in cui in cui la nave italiana è stata convinta a rientrare in acque territoriali indiane e a ficcarsi davvero nei guai, entrando in un difficile conflitto di competenze su chi debba giudicare i crimini di cui sono accusati i due giovani militari pugliesi. Lo racconta il sistema di tracciamento elettronico Ais: alle 18.20 ora locale, ricevuto lallarme dei pescatori rientrati precipitosamente in porto con i corpi dei due colleghi uccisi, la guardia costiera indiana rileva nellarea la presenza di 4 imbarcazioni in movimento compatibili con il racconto dei superstiti. Oltre alla Enrica Lexie ci sono la petroliera gemella Kamome Victoria, la nave cisterna italiana Giovanni e la Ocean Breeze. Se i pescatori indiani avessero segnato il nome della nave che ha crivellato il loro peschereccio, il gioco per la guardia costiera sarebbe fatto. Invece gli indiani sono costretti a tendere un tranello. Li chiamano uno per uno alla radio, e li tranquillizzano: Abbiamo trovato un peschereccio con armi a bordo, avete per caso subito un attacco?. Rispondono tutti di non saperne nulla, tranne la Enrica Lexie che conferma; e non ha alcuna difficoltà ad assecondare la guardia costiera quando le autorità indiane chiedono loro per favore di rientrare in porto per sporgere denuncia, aiutandoli a riconoscere il peschereccio e i pirati. Invece tutto va per la strada sbagliata, e tra India e Italia esplode un caso diplomatico delicatissimo e senza precedenti. Ai due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ieri lalto magistrato giurisdizionale di Kollam, K. P. Joy, ha confermato tre giorni di fermo da trascorrere nella foresteria della polizia a Kochi perché possa proseguire le indagini, e in tutto due anni di arresti in cui rimanere a disposizione, riservandosi di decidere il loro destino tra qualche anno. Rischiano la pena di morte. È una situazione molto ingarbugliata. Di fatto il caso diplomatico è incartato, sancisce il presidente della Repubblica Napolitano. E il ministro degli Esteri: Ci sono considerevoli divergenze giuridiche, e non credo si sia sviluppata la collaborazione fra India e Italia che sarebbe auspicabile. Il clima è pessimo:quando i due marò sono arrivati alla Casa del magistrato di Kollam per essere interrogati per l’ennesima volta, i nazionalisti indù del Bharathya Janata Party e il sindacato dei pescatori li hanno presi a sassate ed hanno tentato di assalirli. Chiedono larresto anche per il comandante della nave. Il team di avvocati italiani sostiene cheSe i marò hanno ucciso i due pescatori, per quale motivo non lo dimostrano? . Il Battaglione San Marco lo ha scritto ufficialmente sul suo sito: I fucilieri non hanno sparato sul peschereccio. Senza se e senza ma. A complicare tutto, gli italiani sono convinti che siano questioni di politica interna locale, con il Kerala in clima pre elettorale. Da libero reporter di Ferdinando pelliccia Un ipotesi questa già evidenziata da queste pagine web il 20 febbraio del 2012 e che finora non aveva trovato però, credito. liberoreporter.it/index.php/2012/02/in-evidenza/pescatori-indiani-uccisi-al-largo-india-una-seconda-nave-che-somiglia-alla-enrica-lexie.html I due marò tutt’oggi sono trattenuti in India, ospitati nell’ambasciata italiana di New Delhi, con l’accusa di omicidio in attesa di un processo assistiti da un team di legali indiani e italiani. Ancora oggi la morte dei due pescatori indiani resta un mistero. Non è ancora chiaro infatti, come possano essere stati scambiati per pirati somali ed essere stati anche uccisi da Latorre e Girone specialisti della Marina Militare e come tali altamente qualificati e addestrati. I due pescatori indiani vennero uccisi al largo delle coste meridionali dell’India perché scambiati per pirati somali. I due fanti di Marina facevano parte di un Nucleo di Protezione Militare, NMP, composto da sei fanti del Reggimento San Marco che al momento dell’incidente si trovavano a bordo della Enrica Lexie, petroliera italiana comandata dal capitano Umberto Vitelli, inspiegabilmente rimosso dal comando dopo il rilascio della nave nel maggio del 2012, e di proprietà della società di navigazione dei F.lli D’Amato di Napoli. Questi nuclei armati sono stati istituiti dall’Italia con la legge 130 del 2011 per proteggere le navi commerciali italiane dai pirati. Anche l’‘Olympic Flair’, di proprietà della società armatrice greca ‘Olympic Shipping & Management S.A. di Atene, quel giorno respinse un presunto attacco pirata al largo delle coste indiane però, verso le 21,15 ora locale. A bordo della Olympic Flair vi era dunque un team di sicurezza privato armato? Un fatto, questo, mai confermato ufficialmente in quanto i greci non potevano, almeno ufficialmente, avere delle armi a bordo. Il governo greco ha approvato solo il 14 febbraio del 2012 il decreto che autorizzava gli armatori greci, proprietari di navi battenti bandiera greca, ad assumere guardie armate private sulle loro navi che navigano in zone di mare a rischio pirateria. Però, al vaglio del Parlamento greco, il decreto giunse solo il 22 febbraio successivo per poi, essere successivamente approvato. Tutto questo porta a credere che se armi vi fossero, si trovavano a bordo della Olympic Flair abusivamente e chi le ha usate ha commesso un reato in quanto non esisteva allora ancora una legge in Grecia che ne autorizzasse l’imbarco e tantomeno l’uso.liberoreporter.it/index.php/2012/03/in-evidenza/pirateria-marittima-guardie-armate-private-a-bordo-nave-greca-olympic-flair.html Il fatto poi, che la nave per sagoma e colori, rosso e nero, assomiglia in maniera impressionante all’Enrica Lexie fa ancor di più pensare all’equivoco. Potrebbe essere possibile che, nei convulsi momenti che hanno seguito la sparatoria avvenuta in mare quel maledetto 15 febbraio i pescatori indiani superstiti possano aver compiuto l’errore di aver scambiato una nave per un’altra specie se l’adrenalina era al massimo. Essi hanno riferito alle autorità indiane di essere stati oggetti di colpi sparati da una nave commerciale al largo della costa indiana senza però, saper dare altre informazioni, nemmeno il nome della nave. Essi al momento dei fatti erano a dormire sotto coperta e una volta saliti in coperta hanno trovato i compagni morti e visto una nave rossa e nera che si allontanava. Alimenta ancora di più i dubbi la testimonianza rilasciata allora anche dall’armatore del peschereccio St. Anthony, Freddy Bosco che raccontò di non essere riuscito a leggere il nome della nave da cui sparavano, ma di aver visto solo che era rossa e nera e di averne saputo poi, il nome che gli venne detto una volta rientrato sulla terraferma. Fin dall’inizio sono sempre stati tanti i dubbi, da parte italiana, sul loro reale coinvolgimento nell’episodio accaduto in mare e che ha condotto alla morte di due lavoratori del mare imbarcati sul peschereccio indiano. In loro discolpa i due marò hanno riferito di non aver aperto il fuoco indirizzandolo direttamente sull’imbarcazione, ma di aver seguito il protocollo internazionale previsto in caso di avvistamento di nave sospetta in avvicinamento. Per giunta i due hanno testimoniato che la barca che ha avuto il contatto con loro non era il peschereccio St. Anthony su cui erano imbarcati i due pescatori indiani morti, ma un’altra. Si potrebbe quindi trattare di due episodi distinti e quindi forse, il vero responsabile potrebbe essere qualcun altro. Quel giorno in quel tratto di mare, al largo delle coste meridionali indiane, vi erano diverse altre navi. Capire quali navi erano è stato reso possibile attraverso la consultazione di fonti internazionali quali sono l”International Maritime Bureau, IMB, della Camera di commercio internazionale, Icc, che segue gli episodi legati al fenomeno della pirateria marittima nel mondo. icc-ccs.org/piracy-reporting-centre/imb-live-piracy-map/details/71/69 Queste navi erano la petroliera ‘Kamome Victoria’, la nave cisterna italiana ‘Giovanni DP’ e il cargo ‘Ocean Breeze’. Oltre a queste navi vi era poi, anche la greca Olympic Flair che come la Enrica Lexie ha dichiarato che il 15 febbraio del 2012 ha respinto un attacco pirata non lontano dalla costa indiana, circa 2 miglia marine, alle 21.15 locali. Il punto dove la nave greca ha riferito del contatto con i presunti pirati, due skip, corrisponde a quello indicato dai superstiti del peschereccio indiano St. Anthony in cui sarebbero stati fatti oggetto da colpi di armi da fuoco sparati da una nave rossa e nera. Quanto dichiarato dal comandante della nave greca fa risaltare un altro fattore. Una discordanza temporale. Gli italiani hanno dichiarato di aver subito il tentato abbordaggio poi respinto alle 16,30 locali, i greci alle 21.15 locali. Gli indiani hanno dato notizia dell’incidente alle ore 22 locali dopo il rientro del peschereccio in porto alle 21,30. Se fosse lo stesso episodio non si spiega il perchè gli indiani hanno atteso 6 ore prima di denunciarlo a meno che non sia lo stesso episodio in quanto avvenuto in tempi diversi. Infatti, quello italiano è avvenuto a 32 miglia marine e alle 16,30 locali. Per cui in base al fatto che la barca da pesca indiana raggiunge i 16 nodi di velocità questi dovevano essere rientrati in porto per le 18,30 e non alle 21,30 ora in cui sono invece, giunti. Però se invece, si trovavano a 2 miglia e l’episodio si è verificato alle 21.15 i tempi corrispondono. I due pescatori morti erano originari dello stato federale indiano del Kerala. Appena la notizia della loro uccisione divenne di dominio pubblico in tutto lo stato si tennero manifestazioni, apparentemente spontanee, di protesta anti-italiana. L’opinione pubblica e la stampa indiana fecero sentire tutto il loro peso sui governanti locali. La vicenda venne fortemente condizionata da tutto questo e probabilmente anche sfruttata per fini propagandistici da parte di alcuni leader politici locali. Una chiara strumentalizzazione che alla fine ha finito per oscurare l’interesse comune del raggiungimento della verità e del superamento di ogni dubbio. Purtroppo a pesare su tutto non era in gioco solo la credibilità dei due Paesi, ma anche gli interessi commerciali dell’Italia nel Paese asiatico. Nel corso di questi lunghissimi 16 mesi la vicenda dei due marò ha dato vita ad una forte diatriba tra Italia e India condita da accuse reciproche e colpi di scena eclatanti. Una vicenda che trova tutti unanimi nel definirla assurda e forse gestita male, soprattutto dalla parte indiana, e che le tante incertezza, soprattutto da parte italiana, hanno fatto crescere fino all’inverosimile. Trascurato tutto, ignorato tanto oggi però, sembra che tutti stiano facendo un passo indietro e cosi facendo stanno riemergendo alcune verità che prima erano palesi ma erano state ignorate per praticità e forse utilità. La svolta potrebbe venire proprio dalle nuove indagini condotte in maniera ‘scientifica’ dal Nia e dal superamento di quell’accanimento, quasi morboso, da parte indiana di voler ad ogni costo dimostrare la colpevolezza dei due marò. Una sorta di ‘caccia alle streghe’ come ai tempi dell’inquisizione quando si dava la caccia alle streghe e anche senza prove, ma con solo il sospetto, si giudicava e si condannavano le persone al rogo.
Posted on: Fri, 29 Nov 2013 08:28:16 +0000

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