COMBUSTIBILI SOLIDI SECONDARI È passata la mozione della - TopicsExpress



          

COMBUSTIBILI SOLIDI SECONDARI È passata la mozione della cosiddetta maggioranza allargata. Si prevede che nei cementifici di possono bruciare CSS. Non ho capito il voto della Lega: hanno votato a favore sia della nostra mozione che di quella della maggioranza. ___________________________ Comunicato stampa Il Parlamento non teme l’uso dei rifiuti come combustibili nei cementifici. Serena Pellegrino: La presidente Serracchiani è sempre stata contraria allincenerimento dei rifiuti nei cementifici. Nonostante la mozione di Sel sia stata bocciata, personalmente resto del parere che utilizzare i combustibili solidi secondari in sostituzione dei combustibili fossili tradizionali, nell’ambito della produzione industriale ed in particolare nei cementifici, è dannoso per la salute e soprattutto è superato in quanto esistono moderne tecnologie e soluzioni alternative alla combustione che creano maggiori posti di lavoro e sono più sostenibili a livello economico e ambientale.” E’ quanto afferma la parlamentare Serena Pellegrino ( Sel) che oggi, 22 ottobre, ha presentato al dibattito parlamentare la mozione con cui, partendo dalla questione del cementificio di Fanna in provincia di Pordenone, si chiede sia bloccato il Dpr che consente l’utilizzo di questo tipo di combustibile, togliendogli l’etichetta di rifiuto, nei cementifici soggetti all’Autorizzazione ambientale integrata. La Camera non ha ritenuto di condividere questa impostazione e ha invece approvato la mozione del PD, in forza della quale i CSS potranno essere impiegati in proporzione alla effettiva raccolta differenziata attuata nel territorio. La nostra Regione, tuttavia - precisa Pellegrino - seguendo lesempio della Puglia, può orientare le problematiche locali in direzione diversa: la nostra stessa presidente, Debora Serracchiani, in campagna elettorale, aveva dichiarato di essere assolutamente contraria a procedere allincenerimento dei rifiuti nei cementifici. _______________________ Questo il mio intervento: Mozione: Iniziative in materia di utilizzo di alcune tipologie di combustibili solidi secondari nei forni dei cementifici Signor(a) Presidente, membri del governo, onorevoli colleghi La Camera torna ad interessarsi della materia RIFIUTI. Una questione affrontata molte volte in questaula anche attraverso l’istituzione di commissioni speciali, come la Commissione parlamentare dinchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, che, vi ricordo, vide la luce nel lontano 1995 proprio alla Camera dei Deputati e che è stata nuovamente approvata la norma che ne prevede listituzione anche in questa legislatura. Non possiamo però non constatare che a distanza di quasi ventanni nel nostro Paese i RIFIUTI continuano ad essere un problema e non una risorsa e voglio sottolineare anche che è tornato all’onore delle cronache lo scempio perpetrato per decenni ai danni del territorio Campano, nella cosiddetta “Terra dei Fuochi”. Come sappiamo si tratta di un disastro di proporzioni incalcolabili: secondo l’Istituto Superiore di Sanità oltre 20 chilometri quadrati, nella sola Giuliano, sono impossibili da bonificare. E così mentre la gestione dei rifiuti, in tanta parte del nostro Paese, è diventata un affare della criminalità organizzata, constatiamo che, ancora oggi, non si è riusciti a inserire nel nostro ordinamento giuridico reati quali il disastro e l’inquinamento ambientale, l’alterazione del patrimonio naturale, il traffico illecito di rifiuti, di materiale radioattivo e nucleare. Questo ci fa considerare che il nostro è uno Stato da una parte disarmato e impotente e, dall’altro, incapace di rispettare gli obiettivi che la Comunità Europea si è data, e che ci ha dato, nella gestione dei rifiuti; e nonostante ci venga continuamente richiesto, a livello europeo, di ridurre l’impatto ambientale dei rifiuti secondo il principio gerarchico delle cosiddette “4 R” - riduzione, riutilizzo, riciclaggio, recupero - il continuo susseguirsi di proroghe, deroghe, mancati obiettivi, aggiramento delle direttive europee, ci colloca costantemente in prima fila nelle procedure di infrazione e sanzioni, anche a causa della nostra politica amministrativa e gestione industriale in materia rifiuti che continua a oscillare tra discarica e inceneritore con recupero di energia. Non possiamo quindi stupirci signor(a) Presidente che, alla fine del 2012, a seguito del mancato adeguamento della nostra normativa ai principi europei sulla gestione delle discariche, la Comunità Europea deferisca l’Italia alla Corte di Giustizia per 102 discariche e che, per favorire la lobby degli inceneritori, si trasformino i rifiuti in energie rinnovabili con annessi incentivi. Eppure la direttiva 2008/98/CE, recepita nel nostro ordinamento dal decreto legislativo 205/2010, indica chiaramente che l’utilizzo dei rifiuti, come fonte di energia, deve essere valutato come finalità residuale e che il ricorso allincenerimento va in tutt’altra direzione sia rispetto alla corretta gestione del ciclo integrato dei rifiuti sia allincremento della raccolta differenziata e in questa ottica ogniqualvolta che progettiamo piccole e grandi opere, che inneschiamo la filiera della produzione di un oggetto dobbiamo mettere attenzione al ciclo di vita dell’opera stessa e iniziare a considerarla all’interno di un ciclo chiuso: dall’edificazione e produzione alla dismissione. E questa la direzione chiaramente indicata dallEuropa! Ora è stato aperto un nuovo capitolo con i combustibili solidi secondari, conosciuti in sigla come CSS, ma fino a pochi anni fa il CSS era conosciuto come CDR ovvero Combustibile da Rifiuto. La sua composizione però non è cambiata, solo che, con un’operazione di maquillage semantico, si è evitata la brutta parola di RIFIUTO. Ricordiamo che il Ministro dell’Ambiente Clini, a Camere sciolte, lo scorso febbraio ha stabilito che “determinate tipologie di combustibili solidi secondari”, non fossero più considerati“rifiuto” e ha trasformato un rifiuto speciale - perché tale era considerato il CSS/CDR - in un combustibile, indicando anche quali tipologie d’impianti avrebbero potuto utilizzarlo, ovvero cementifici e centrali termoelettriche. Appare evidente a tutti, sig.(ra) Presidente, che luso dei CSS nei cementifici rischia di tradursi in un ulteriore freno allincremento sia della raccolta differenziata, così come richiesto dalla normativa nazionale e comunitaria, sia allo sviluppo della filiera industriale del riciclo, sia alla possibilità di un radicamento della cultura ambientale e di un costume civico fondati sulluso consapevole dei beni, poiché tali debbono essere considerati i rifiuti. Questa operazione per noi, invece, è un vero e proprio regalo all’industria cementiera italiana che affronta una crisi ormai strutturale: voglio ricordare che nel 2007, in Italia si sono prodotti ben 47,8 milioni di tonnellate di cemento mentre nel 2012, si è scesi a 26,2. Questo significa che cè stata una riduzione pari al 45% nonostante la normativa, che regola il calcolo dei cementi armati negli edifici in zona sismica, abbia incrementato i parametri relativi alla necessità di cemento e acciaio nelle strutture. Il che non significa che il nostro patrimonio edilizio sia più sicuro, perché crolli di edifici nella nostra penisola sono stati e continuano ad essere, purtroppo, troppo frequenti. Significa invece che l’Italia è il primo produttore di cemento in Europa e anche tra i maggiori consumatori nel Mondo. E a chi sostiene che il CSS possa sostituire il carbone e il pet coke, comunemente usati nei forni dei cementifici, perché ha ricadute positive in termini di riduzione delle emissioni di CO2 e di dipendenza dalle importazioni di fonti di energia fossile dallestero, noi dichiariamo che, nonostante siano obiettivi importanti, non siamo disposti a barattare la tutela della salute della popolazione e le risorse del nostro pianeta, e non vogliamo sottovalutare lulteriore dispendio di energia che viene impiegata per trasformare il rifiuto in CSS, prodotto che verrà a sua volta bruciato. Per questo la nostra mozione chiede di valutare attentamente gli effetti dell’utilizzo dei CSS sulla salute pubblica attraverso studi ambientali ed epidemiologici e di avviare adeguate forme di monitoraggio delle emissioni assieme ai controlli ambientali e sanitari nei territori su cui insistono tali impianti. (In Italia c’è ancora molto, troppo, da fare per rendere ambientalmente sostenibile la gestione dei rifiuti.) Il nostro obiettivo è di avviare al più presto un piano nazionale per una gestione moderna e virtuosa dei rifiuti, cominciando a considerare il rifiuto come un bene da reimmettere in circolazione o da restituire alla terra, in modo che possa – mi passi l’espressione – tornare a digerirlo rimodulando lintera filiera, riducendo e ripensando gli imballaggi e migliorando la qualità degli involucri, intendendo per involucro anche un fabbricato edilizio nella sua interezza. E indicativo come a livello locale questi obiettivi trovino sempre più consenso: ad esempio il recentissimo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani della Puglia prevede una raccolta differenziata spinta e la trasformazione del rifiuto in risorsa. In questa prospettiva la termovalorizzazione risulta una fase residuale e nessun impianto potrà richiedere lautorizzazione a bruciare rifiuti vantando il lasciapassare preventivo della Regione Puglia. Un Piano quindi non subordinato ai cementieri e alle aziende produttrici di energia. Grazie anche al lavoro dei Consiglieri Galati e Losappio e dell’Assessore all’Ecologia Nicastro in due cementifici attivi della Puglia non è più possibile bruciare CSS! Per noi quindi sig.ra Presidente, e concludo, è prioritario e urgente promuovere - in tempi brevi - il percorso di transizione dal vecchio al nuovo sistema di smaltimento, ponendoci come obiettivo la dismissione di inceneritori e discariche una volta per tutte, portando il riciclo al 100 per cento e sostenendo la filiera verso imballaggi e prodotti completamente biocompatibili. Non è impossibile! Ricordo che la normativa vigente prevedeva il raggiungimento, al 31 dicembre dello scorso anno, della raccolta differenziata al 65 per cento, obiettivo che non è stato raggiunto. L’ennesima dimostrazione delle fallimentari politiche ambientali, o meglio non-ambientali, portate avanti fino ad oggi nel nostro Paese. Lo ripeteremo fino allo sfinimento: sono gli obiettivi di riduzione, riutilizzo, riciclaggio, recupero dei rifiuti che devono guidare le politiche ambientali ed economiche del nostro Paese per far diventare, finalmente, i rifiuti una risorsa pulita e non una maledizione come è stato fino ad oggi. m.youtube/watch?feature=youtu.be&v=7SendqXXWd4&desktop_uri=%2Fwatch%3Fv%3D7SendqXXWd4%26feature%3Dyoutu.be
Posted on: Tue, 22 Oct 2013 15:31:05 +0000

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