CONQUISTA ROMANA DELLA SPAGNA – Parte II Le guerre di - TopicsExpress



          

CONQUISTA ROMANA DELLA SPAGNA – Parte II Le guerre di conquista Dal 197 a.C. in poi, la parte romana della penisola Iberica venne divisa in due province: Hispania Citerior a nord (la futura Hispania Tarraconensis con capitale Tarraco) e Hispania Ulterior a sud con capitale Corduba. Le due province erano governate da due biannuali proconsoli. Sempre nel 197 a.C., nella provincia Citerior vi fu una ribellione da parte delle comunità iberiche e ilergete. Il proconsole Quinto Minucio ebbe grosse difficoltà a controllare queste ribellioni. La provincia Ulterior si liberò dal giogo romano quando il suo governatore morì durante una ribellione della popolazione locale turdetana. Nel 195 a.C., Roma venne costretta a inviare in Spagna il console Marco Catone. Arrivò in Spagna trovando la provincia Citerior quasi completamente occupata dai ribelli con le truppe romane che controllavano ancora solo alcune città fortificate. Catone sedò la rivolta nellestate dello stesso anno e ristabilì il controllo romano sulla provincia, ma fallì nel conquistarsi le simpatie dei nativi o dei Celtiberi, che erano mercenari pagati dai turdetani. Dopo aver dato una prova di forza facendo attraversare alle legioni romane il territorio celtiberico, Catone li convinse a ritornare nelle loro case. Tuttavia, la sottomissione dei nativi si provò superficiale perché quando si diffuse la voce che presto Catone sarebbe tornato in Italia, scoppiò unaltra rivolta. Catone ancora una volta riuscì a sedare la rivolta, vendendo gli istigatori della rivolta come schiavi. La popolazione nativa venne totalmente disarmata. Catone ritornò a Roma venendo festeggiato dal Senato Romano con una fanfara. Portò con sé un enorme bottino di guerra di oltre 11.000 chili di argento, 600 kg di oro, 123.000 denarii, e 540.000 monete dargento, tutte sottratte alle popolazioni Hispaniche nel corso dei combattimenti. In tal modo, mantenne la sua promessa a Roma prima dellinizio delle ostilità: la guerra si pagherà da sola. Un successivo proconsole dHispania, Marco Fulvio Nobiliore, sedò altre ribellioni. Il successivo passo da compiere dei Romani era la conquista della Lusitania che alla fine avvenne grazie a due decisive vittorie: una nel 189 a.C. ottenuta dal proconsole Lucio Emilio Paolo, e unaltra ottenuta dal pretore o proconsole Gaio Calpurnio nel 185 a.C. La regione centrale della penisola, la Celtiberia, venne ufficialmente conquistata nel 181 a.C. da Quinto Fulvio Flacco. Vinse i locali Celtiberi e rivendicò il controllo di alcuni territori. Ma gran parte del merito della conquista andò a Tiberio Sempronio Gracco che dal 179 al 178 a.C. conquistò trenta città e villaggi. Ne conquistò alcune con la forza e altre sfruttando le rivalità tra i Celtiberi e i Vasconi a nord. Le sue alleanze con i Vasconi avrebbero facilitato la conquista romana della Celtiberia. A quel tempo, alcuni villaggi e città basche potevano già essere state assoggettate a Roma, ma in ogni caso un numero significativo di insediamenti indigeni entrò a far parrte dellImpero volontariamente. Tiberio Sempronio Gracco fondò una nuova città, Gracurris, sulle fondamenta della preesistente città di Ilurcís (probabilmente lodierna Alfaro in La Rioja o Corella in Navarra). I suoi edifici erano tipicamente romani e sembra aver ospitato gruppi disorganizzati di Celtiberi. La città sarebbe stata fondata nel 179 a.C. circa secondo scritti posteriori. La fondazione di questa città segnò la fine della civiltà Celtibera e il consolidamento dellinfluenza Romana nella zona. Graccuris dovrebbe essere situata nel bel mezzo di una regione che era accesamente contesa tra i Celtiberi e i Vasconi. Larea corrisponde più o meno allodierna valle del fiume Ebro. Tiberio Sempronio Gracco era probabilmente responsabile della maggioranza dei trattati firmati con i due popoli. I trattati generalmente stabilivano che le città vinte dovevano pagare un tributo in argento o in altri prodotti della terra. Ogni città doveva fornire un predeterminato numero di uomini allesercito, e solo poche tra esse ebbero il diritto di battere moneta. Gli abitanti delle città sottomesse con la forza non furono quasi mai costretti a pagare tributi: quando opponevano resistenza ai Romani e venivano sconfitti, essi venivano venduti come schiavi. Quelli che si arrendevano prima della sconfitta venivano riconosciuti come cittadini delle loro rispettive città ma venne negata loro la cittadinanza romana. Quando le città si sottomettevano a Roma volontariamente, i loro abitanti diventavano cittadini, e le città mantennero la loro autonomia municipiale e a volte, erano esenti dal pagare tasse. I proconsoli, ovvero i governatori provinciali, adottarono il costume di arricchirsi a spesa dei loro sudditi. I doni forzati e gli abusi erano la norma. Nei loro viaggi, il proconsole e i suoi funzionari dovevano essere ospitati gratuitamente; occasionalmente, potevano anche confiscare la casa. Il proconsole poteva anche imporre prezzi bassi per la fornitura di grano per sé, per i suoi funzionari e le loro famiglie e talvolta per i suoi soldati. Il malcontento risultante fu talmente forte che il senato romano, dopo aver ascoltato unambasciata di ispanici provinciali, promulgò nel 171 a.C. alcune leggi di controllo: ad esempio, i tributi non poterono più essere riscossi da militari; i pagamenti in natura (cereali) rimasero consentiti, ma il proconsole non poté esigere più di un quinto del raccolto, né poté più fissare il prezzo del grano arbitrariamente; infine, le contribuzioni a sostegno di feste popolari a Roma dovettero essere limitate, e i contingenti forniti allarmata imperiale dovettero essere approvvigionati da Roma. Comunque, dal momento che il giudizio sui proconsoli che avessero commesso abusi era amministrato dal Senato attraverso gli stessi proconsoli, i processi furono assai rari. Viriato e la ribellione lusitana Lusitania era probabilmente la regione della penisola che resistette più a lungo allinvasione romana. Fino allanno 155 a.C., il sovrano dei Lusitani Punico effettò incursioni nella parte della Lusitania controllata da Roma, che terminarono con la pace ventennale fatta dallex pretore Sempronio Gracco. Punico ottenne un importante vittoria contro i pretori Manilio e Calpurnio, infliggendo loro 6.000 perdite. Dopo la morte di Punico, il suo successore Caisaros continuò la guerra contro Roma, sconfiggendo di nuovo le truppe Romane nel 153 a.C., sottraendo loro nel corso della battaglia le insegne, che trionfalmente mostrò al resto delle popolazioni iberiche per mostrare loro la vulnerabilità di Roma. Allepoca, i Vetoni e i Celtiberi si erano uniti nella resistenza, rendendo per Roma la situazione precaria in quella regione del Hispania. I Lusitani, Vetoni e Celtiberi effettuarono incursioni sulle coste del Mediterraneo partendo da basi del Nordafrica, dove serano acquartierati. Fu in quellanno che due nuovi consoli arrivarono in Hispania, Quinto Fulvio Nobiliore e Lucio Mummio. Lurgenza di restaurare la dominazione romana sulla Spagna fece su che i due consoli entrarono in battaglia dopo solo due mesi e mezzo. I Lusitani inviati in Africa vennero sconfitti a Okile (moderna Arcila in Marocco) da Mummio, che li costrinse ad accettare un trattato di pace. Nel frattempo, Servio Sulpicio Galba fece un trattato di pace con tre tribù lusitane, e in seguito, fingendo di essergli amico, uccise il giovane e vendette il resto della popolazione in Gallia. Nobiliore venne sostituito lanno successivo (152 a.C.) da Marco Claudio Marcello che era già stato proconsole nel 168 a.C. Egli venne a sua volta sostituito nel 150 a.C. da Lucio Lucullo che si distinse per la sua crudeltà e infamia. Nel 147 a.C. un nuovo leader lusitano, Viriato, si ribellò contro Roma. Costui era sfuggito a Servius Sulpicius Galba tre anni prima, e, essendo riuscito nuovamente ad unificare le tribù lusitane, iniziò una feroce guerriglia che colpì duramente il nemico senza tuttavia mai sfociare in battaglie campali. Diresse numerose campagne, giungendo con le sue truppe fino alle coste di Murcia Le sue numerose vittorie e lumiliazione che inflisse ai Romani lo resero celebre e passò alla storia spagnola e portoghese come un eroe che combatté senza respiro per la libertà della sua gente. Viriato venne assassinato nel 139 a.C. da Audace, Ditalco e Minuro, probabilmente pagati dal generale romano Marco Popillio Lena. Con la sua morte, lorganizzata resistenza lusitana non scomparve, ma Roma continuò a espandersi nella regione. Guerra contro i Celtiberi Tra il 135 a.C. e il 132 a.C., il console Decimo Giunio Bruto Callaico condusse una spedizione in Galizia (nord del Portogallo e Galizia). Quasi simultaneamente (133 a.C.) la città celtibera Numanzia, lultimo bastione dei Celtiberi, venne distrutta. Questo fu il punto culminante della guerra tra i Celtiberi e i Romani tra il 143 a.C. e il 133 a.C.; la città Celtibera venne conquistata da Publio Cornelio Scipione Emiliano non appena se ne presentò loccasione. I capi celtiberi si suicidarono insieme alle loro famiglie e il resto della popolazione venne ridotta in schiavitù. La città venne rasa al suolo. Per più di un secolo i Vasconi e i Celtiberi avevano lottato per il possesso della ricca terra della valle del fiume Ebro. I Celtiberi di Calagurris, oggi Calahorra, sopportarono probabilmente il maggior peso nella lotta, appoggiati da tribù alleate; anche i Vasconi avevano un insediamento di una certa importanza sullaltra sponda dellEbro, oltre la Calahorra, sostenuto da altri Vasconi. I celtiberi sopportarono certamente il maggior peso del conflitto, distruggendo la città dei Vasconi ed espandendosi oltre lEbro. Ma i cosiddetti Celtiberi erano nemici di Roma, e i Baschi erano alleati di Roma (per motivi strategici). Quando Calagurris venne distrutta dai Romani venne ripopolata con Baschi. Fu così probabilmente la prima città basca sullaltra sponda del fiume, malgrado la precedenti distruzioni, prima da parte dei celtiberi, poi di altri vasconi. Nel 123 a.C. i Romani occuparono le Isole Baleari, stabilendo lì un insediamento di 3000 ispanici di lingua latina. Il fatto che riuscissero a fare ciò dopo appena un secolo di dominazione dà unimpressione della profonda influenza culturale che Roma esercitava sulla Penisola. Le guerre civili La Spagna partecipò alle lotte politico-militari degli ultimi anni della Repubblica Romana, in particolare allo scontro tra Quintus Sertorius e gli aristocratici capeggiati da Sulla nell83 a.C. Dopo la sconfitta in Italia, Quintus si rifugiò in Hispania, dove stabilì un autonomo governo ad Huesca, continuando a combattere contro la Repubblica. Alla fine, dopo diversi infruttuosi tentativi di assalto, sarà Pompeo a farla finta con Quintus Sertorius, ricorrendo ad intrighi politici più che per forza militare, Di conseguenza, sarà proprio il supporto della Penisola a Pompeo a causare una nuova guerra in Hispania, quando i suoi seguaci si scontreranno con quelli di Giulio Cesare. Tale guerra finirà nel 49 a.C., con la vittoria di questultimo. Giulio Cesare e la guerra contro Pompeo Giulio Cesare invase lHispania nel quadro della sua guerra contro Pompeo per il controllo di Roma. Pompeo era fuggito in Grecia e Cesare puntava ad eliminare le sue basi in occidente per isolarlo dal resto dellImpero. Le sue forze si scontrarono con quelle degli alleati di Pompeo nella battaglia di Ilerda (Lerida) ottenendo una vittoria che consegnò loro i porti della Penisola. Alla fine, lesercito di Pompeo venne sconfitto nella Battaglia di Munda nel 45 a.C. Un anno più tardi, Cesare veniva assassinato alle porte del Senato e il suo nipote Ottaviano, poi ribattezzato Augusto, venne nominato console dopo una breve guerra contro Marcantonio: da lì avrebbe cominciato la sua scalata verso quel potere che gli sarebbe servito a trasformare la traballante Repubblica nellImpero Romano. Guerre cantabriche Durante il regno di Cesare Augusto, Roma venne costretta ad un sanguinoso conflitto contro le tribù cantabriche, un popolo bellicoso che oppose una fiera resistenza alla dominazione romana. Lo stesso Imperatore giunse personalmente a Segisama, lattuale Sasamon nella provincia di Burgos, per sovrintendere personalmente alla campagna. Roma adottò una feroce politica di sterminio che sfociò nella completa cancellazione di quella cultura. Con la fine di questa guerra ebbero termine anche i lunghi anni di guerre civili e di conquista nei territori della penisola iberica, che avrebbe da allora in poi conosciuto un lungo periodo di stabilità politica ed economica.
Posted on: Sun, 03 Nov 2013 13:25:16 +0000

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