Cari Colleghi, Direttori e Presidente, scrivo queste poche - TopicsExpress



          

Cari Colleghi, Direttori e Presidente, scrivo queste poche righe a tutti Voi per condividere una mia scelta personale e proporVi unazione importante per il Nostro Territorio e per la Nostra Comunità, a cui credo fortemente. venerdì 15 novembre 2013 aderirò allo sciopero generale indetto a livello nazionale, amplificato in FVG, sulla crisi lavorativa che affligge il Nostro Paese e in particolare il Nostro Territorio. Pordenone ospiterà la manifestazione regionale trasformandosi in una sorta di capitale della protesta per la salvaguardia del manifatturiero e delloccupazione. Per la prima volta, dopo 18 anni di lavoro, sciopererò e sento il bisogno di sensibilizzare tutti Voi a scioperare assieme. Scioperare venerdì ha lobiettivo dobbligo di VICINANZA E SOLIDARIETÀ a tutte/i quelle/i lavoratrici/lavoratori che hanno perso e perderanno il posto di lavoro nel prossimo breve periodo, ma anche UN SEGNO DUNITÀ. Testimonieremo che questi nostri concittadini hanno a fianco tutta la comunità Pordenonese e Regionale. Questo porterà a tenere alta lattenzione su scala nazionale sui casi Electrolux e Ideal Standard. 5000 posti di lavoro sono a rischio tra manodopera diretta e indotto. Praticamente impossibile non avere un amico o un parente che perderà il posto. Pensiamo la ricaduta di tutto ciò. Se riflettiamo che ad ogni lavoratore corrisponde una famiglia, la drammaticità aumenta esponenzialmente. perdere questi posti di lavoro vuol dire impoverire il nostro territorio non solo economicamente, ma anche culturalmente. perdere questi posti di lavoro vuol dire perdere nel breve periodo anche il nostro di lavoro Un giovane professore e giornalista pordenonese scrive sulla sua pagina facebook: Una cosa che mi gela il sangue è che negli anni 60 e 70 si scioperava, si occupavano scuole e università per protesta contro i licenziamenti della Fiat (a centinaia di chilometri da qui) o addirittura per la guerra in Vietnam (migliaia). Oggi si tira tutti dritto, senza battere ciglio, anche se magari ti chiudono la fabbrica più grande della provincia. Prima, se facevano qualcosa a un altro - a qualsiasi altro - era come se la facessero un po anche a te. E ti incazzavi. Giustamente. Ora è come se lentamente, ma inesorabilmente, gli altri fossero scomparsi. Gli possono fare quello che vogliono, basta che non tocchino me. Solo noi, esistiamo solo noi. E fino a che lacqua non arriva fino alla nostra, di gola, via, tutti tranquilli. Non so perché, né quando, abbiamo preso questa strada. So solo che non è quella giusta.
Posted on: Thu, 14 Nov 2013 14:35:50 +0000

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