Caso Ligresti, Cancellieri si difende al Senato. Intervento in - TopicsExpress



          

Caso Ligresti, Cancellieri si difende al Senato. Intervento in aula l’on. Peppe de Cristoforo. Signor Presidente del Senato, signor Presidente del Consiglio, signori Ministri, onorevoli colleghi, in questa vicenda cè un punto che a nostro avviso va chiarito al di là di ogni ambiguità: non cè da parte nostra, Sinistra Ecologia Libertà, nessun dissenso sulla scarcerazione di Giulia Ligresti, detenuta in stadio di custodia cautelare per gravi motivi di salute. Era, a nostro avviso, un atto dovuto; è stato un atto di giustizia in un universo carcerario in cui purtroppo la giustizia e la civiltà sono merci rare. Quello che invece ci ha convinti molto meno, e che tra i primi abbiamo dichiarato dover essere oggetto dellattenzione del Parlamento, è stato il modo in cui questo atto è stato chiesto dal Ministro guardasigilli, cioè non con un atto alla luce del sole, tale da imporre alla politica lobbligo di affrontare problemi gravi ed urgentissimi come labuso della detenzione cautelare e le condizioni di salute dei detenuti, ma con una telefonata, oss ia con un classico intervento dallalto. È su questo punto che abbiamo chiesto chiarimenti, non perché Giulia Ligresti dovesse restare in carcere, ma perché abbiamo inteso fin dallinizio che questa strada, in un Paese in cui per troppi anni è stata drammaticamente evidente la divisione tra cittadini di serie A e di serie B dinanzi alla legge, avrebbe potuto accentuare questa percezione, quella cioè secondo la quale in Italia la legge non è uguale per tutti. È per questo, signora Ministro, che le poniamo un a domanda semplice: cosa avrebbe pensato lei di una vicenda come questa se fosse data non il Ministro della giustizia ma una qualsiasi cittadina? Cosa ritiene che debba pensare lopinione pubblica? Vorrei rivolgermi alla sua coscienza ed alla sua onestà in tellettuale prima ancora che allistituzione che lei rappresenta. Questo perché nel nostro Paese per troppo tempo la giustizia è stata forte con i deboli e debole con i forti. In questo Paese sono state varate leggi, come la ex Cirielli, che consentivano a i potenti di sottrarsi alla giustizia e toglievano ogni speranza ai socialmente più deboli, bollandoli come recidivi reiterati. In questo Paese è capitato troppe volte che la vita di un etenuto, che dovrebbe essere ancora più sacra quando è nelle mani del lo Stato, è stata calpestata, fino alle tragedie che ben conosciamo. Pensiamo che non basti dire che la legge deve essere uguali per tutti, ma che deve essere ugualmente giusta, non ugualmente ingiusta. Solo una cultura barbara e nutrita di rancore sarebbe soddisfatta se tutti fossero trattati come i troppi detenuti malati che giacciono dimenticati nelle nostre galere. Bisogna volere e bisogna ottenere esattamente il contrario, che tutti siano trattati come è stata trattata Giulia Ligresti.. E perché ciò si realizzi è necessario però procedere alla luce del sole, nella maniera più trasparente possibile, e non con interessi privati, perché per quella via a nostro avviso non si combatte lidea della giustizia a due velocità, una per i potenti e laltra per il resto del mondo. E da questo punto di vista, nonostante le sue precisazioni di oggi -che pure naturalmente approfondiremo- riteniamo inopportuna quella conversazione, molto inopportuna; mi riferisco alla conversazione privata del 17 luglio, la cosiddetta telefonata di solidarietà. Come può un Ministro non ricordare larticolo 98 della Costituzione, quello che richiama i pubblici ufficiali al solo esclusivo servizio della Nazione, e dunque mai, mai, delle proprie private conoscenze? Lei, Ministro, ha affermato in questa sede di essersi mossa in decine di altri casi come quello di Giulia Ligresti. Noi non abbiamo nessun motivo di non crederle, anche perché conosciamo la sua sensibilità e le riconosciamo fin dal primo giorno, dalla prima audizione che lei ha tenuto nella Commissione giustizia di questo Senato, di essersi interessata al problema delle carceri molto più di moltissimi dei suoi predecessori. E se in questi mesi abbiamo parlato di pene alternative, di lavori di pubblica utilità, di messa alla prova, lo dobbiamo anche a lei e naturalmente glielo riconosciamo. Riteniamo però che sarebbe stato ugualmente doveroso, anche e soprattutto dati i rapporti di vicinanza con la famiglia Ligresti, usare in questo caso un di più di sensibilità, con una trasparenza quanto maggiore possibile. Così non è stato fatto ed è per questo che lo abbiamo ritenuto un errore. Da questa vicenda, però, a nostro avviso le istituzioni recuperano la credibilità che questi fatti hanno purtroppo inevitabilmente incrinato se colgono loccasione per affrontare il problema alla radice sciogliendo subito i nodi della detenzione cautelare dei detenuti malati e introducendo finalmente la figura del garante nazionale dei detenuti. Le istituzioni lo faranno se si adopereranno con la dovuta u rgenza per garantire un trattamento giusto e civile per tutti, anche prima della scadenza della sentenza pilota Torreggiani. Lo faranno creando una situazione tale per cui non si possa più nemmeno sospettare che se un detenuto vede rispettare i propri diri tti è soltanto perché magari ha qualche santo in paradiso e non perché invece, come dovrebbe essere, la giustizia è giusta.
Posted on: Wed, 06 Nov 2013 15:36:00 +0000

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