Catalogo delle opere[modifica | modifica sorgente] Il catalogo - TopicsExpress



          

Catalogo delle opere[modifica | modifica sorgente] Il catalogo delle opere di Vivaldi è particolarmente vasto e complesso. La grande fama di cui godette in tutta Europa portò alla dispersione dei suoi manoscritti fino agli angoli più remoti del vecchio continente. Non è quindi raro che, in seguito al riordino delle collezioni di manoscritti di una biblioteca si rintraccino composizioni inedite delle quali si era persa notizia da secoli, come accaduto recentemente a Dresda. Altro elemento di confusione è lesistenza di diversi cataloghi delle sue opere, del tutto discordanti fra loro per ciò che riguarda la numerazione e la cronologia delle opere, fra i quali, solo di recente il Catalogo Ryom (contraddistinto dalla sigla RV) sembra aver raggiunto lo status di riferimento universale. Non è tuttavia raro imbattersi tuttora in pubblicazioni musicali che fanno riferimento ad una catalogazione diversa. Il corpus delle composizioni vivaldiane consta di circa 600 fra concerti e sonate, quasi 300 dei quali per uno o più violini, 30 circa per violoncello, 39 per fagotto, 25 per flauto, 25 per oboe, ecc., fino a toccare strumenti come il liuto, il mandolino ed altri strumenti molto raramente utilizzati in funzione concertistica, allepoca. Alle composizioni strumentali, si affianca una notevole produzione di musica sacra, che consta di poco meno di un centinaio di composizioni; notevole anche la produzione di musica vocale, comprendente oltre cento cantate ed arie. Infine la sua attività di operista è stata recentemente riscoperta. Essa si compone di circa 45 titoli, di molti dei quali, purtroppo, si è perduta la parte musicale. Il catalogo Ryom delle opere di Vivaldi (Verzeichnis der Werke Antonio Vivaldis) Estro Armonico.jpg Diversi musicologi del XX secolo hanno creato cataloghi delle composizioni del Prete Rosso, in modo più o meno indipendente luno dallaltro, sulla base delle opere già note allepoca della loro compilazione e ordinandole secondo criteri differenti. Ne consegue una certa difficoltà a riconoscerne le corrispondenze, tanto più che i primi sono ovviamente meno completi. I cataloghi sono citati con le sigle seguenti: P catalogo di Marc Pincherle, RC catalogo delle edizioni Ricordi (composto da Gian Francesco Malipiero), RN catalogo di Mario Rinaldi, F catalogo di Antonio Fanna, RV catalogo di Peter Ryom (significa : Ryom Verzeichnis e non Repertorio Vivaldiano !). Composto nel 1973, ed aggiornato da allora in occasione di ritrovamenti di nuove opere, questultimo è il più completo e si tende ormai ad utilizzarlo universalmente, soprattutto in ambiente discografico. (Consulta il catalogo) Renaissance vivaldiana: il fondo Foà-Giordano[modifica | modifica sorgente] La Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino possiede la più importante collezione di partiture autografe di Vivaldi. La storia della sua acquisizione è così straordinaria da sembrare un romanzo. Quando, nellautunno 1926, il direttore del Collegio Salesiano San Carlo di Borgo San Martino (Casale Monferrato), don Federico Emanuel, intraprese alcuni lavori di manutenzione ebbe lidea, per raccogliere i fondi necessari, di mettere in vendita gli antichi manoscritti musicali che possedeva la biblioteca del Collegio. Al fine di conoscere il prezzo da proporre agli antiquari, sottopose gli spartiti al musicologo e direttore della Biblioteca Nazionale di Torino, Luigi Torri (1863-1932), che affidò questo lavoro ad Alberto Gentili (1873-1954), professore di storia della musica delluniversità. I grossi volumi della collezione contenevano quattordici opere di Antonio Vivaldi, musicista allora poco conosciuto al grande pubblico; cerano anche opere di altri compositori, in particolare di Alessandro Stradella. Interessati a non voler disperdere una raccolta così eccezionale, gli esperti cercarono una soluzione per farla acquisire dalla Biblioteca di Torino, che non disponeva del bilancio necessario. Una soluzione finì per essere trovata da Alberto Gentili: riuscì a persuadere un ricco agente di cambio, Roberto Foà, ad acquisire la raccolta e di farne dono alla biblioteca in memoria del suo giovane figlio Mauro, morto prematuramente alcuni mesi prima e il cui fondo doveva perpetuarne il nome. Tuttavia, avendo esaminato i manoscritti vivaldiani, Gentili scoprì che questi facevano parte di una raccolta più importante di cui si mise in testa di scoprire la parte mancante. Le opere cedute dai salesiani erano un lascito del marchese Marcello Durazzo (1842-1922): grazie allaiuto di esperti di genealogia, sidentificò nel 1930 il proprietario degli altri volumi della collezione iniziale, figlio del fratello dellaltro proprietario, Flavio Ignazio (1849-1925), che abitava a Genova. Occorse tutta la pazienza e labilità del marchese genovese Faustino Curlo (1867-1935) per ottenere dal detentore che questa seconda raccolta fosse ceduta per ricostituire definitivamente linsieme iniziale. Poiché anche in questo caso la Biblioteca di Torino non disponeva dei fondi per lacquisto, Alberto Gentili trovò un altro mecenate, lindustriale Filippo Giordano che accettò di comprare la raccolta e di farne dono alla Biblioteca di Torino in ricordo del figlio Renzo, morto da poco alletà di 4 anni. I due fondi così riuniti rimasero comunque distinti, sotto il nome rispettivamente di Raccolta Mauro Foà e Raccolta Renzo Giordano; i 27 volumi di manoscritti vivaldiani (quasi tutti autografi) comprendono 80 cantate, 42 opere sacre, 20 opere, 307 brani strumentali e loratorio Juditha triumphans. Dalle ricerche eseguite risultò che lintera collezione era appartenuta al conte Giacomo Durazzo, ambasciatore dAustria a Venezia dal 1764 al 1784, ed era stata trasmessa per successione nellillustre famiglia genovese. I musicologi non poterono sfruttare rapidamente questa scoperta eccezionale poiché Alberto Gentili, al quale i diritti di studio e di pubblicazione erano stati espressamente riservati, era ebreo e come tale fu bloccato a causa delle leggi razziali del fascismo italiano. Fu solamente dopo la seconda guerra mondiale che lo studio e la pubblicazione poterono essere condotti al loro termine. Reputazione postuma[modifica | modifica sorgente] Lapide a memoria del compositore in Calle della Pietà a Venezia. Vivaldi rimase sconosciuto per i suoi concerti pubblicati e largamente ignorato sino a dopo la rinascita dellinteresse per la musica di Bach, iniziata grazie a Felix Mendelssohn-Bartholdy. Perfino il suo lavoro più noto, Le quattro stagioni, non fu noto nella sua edizione originale. Agli inizi del XX secolo il concerto in stile vivaldiano composto da Fritz Kreisler[28], il quale fu fatto passare dallo stesso autore come un lavoro originale del Prete Rosso, concorse al risorgere delle fortune di Vivaldi. Questo spinse lo studioso francese Marc Pincherle ad iniziare un lavoro accademico sullopera del compositore veneziano. La scoperta di numerosi manoscritti di Vivaldi e la loro acquisizione da parte della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino portò a un rinnovato interesse per Vivaldi. La rinascita dei lavori non pubblicati di Vivaldi nel XX secolo si ebbe grazie soprattutto allimpegno di Alfredo Casella, che nel 1939 organizzò lormai storica Settimana di Vivaldi, nella quale vennero riscoperti il Gloria RV 589 e Lolimpiade (RV 725). Dalla seconda guerra mondiale in poi le composizioni di Vivaldi furono oggetto di un successo universale e con lavvento delle esecuzioni filologiche incrementò ulteriormente la sua fama. Nel 1947 luomo daffari veneziano Antonio Fanna fondò lIstituto Italiano Antonio Vivaldi, con il compositore Gian Francesco Malipiero come direttore artistico, con lintento di promuovere la musica di Vivaldi e la pubblicazione di nuove edizioni dei suoi lavori. Vivaldi al cinema[modifica | modifica sorgente] In ambito cinematografico, come personaggio Vivaldi appare nel film Rosso veneziano del 1989 diretto da Étienne Périer, film incentrato su un episodio della vita di Carlo Goldoni. Un altro film - Vivaldi, un prince à Venise - completato nel 2005 da una coproduzione italo-francese, sotto la direzione di Jean-Louis Guillermou e con la partecipazione come interpreti di Stefano Dionisi, nei panni di Antonio Vivaldi e di Michel Serrault, nel ruolo del patriarca di Venezia; questa è la prima pellicola sulla vita di Vivaldi. Un ulteriore film ispirato sulla biografia del celebre compositore è in preparazione, con il titolo provvisorio Vivaldi, prodotto da Boris Damast e con Max Irons nelle vesti del musicista; il cast vede inoltre la partecipazione di Malcolm McDowell, Jacqueline Bisset e Gérard Depardieu. La musica strumentale[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Catalogo delle opere di Vivaldi. Se il concerto solistico, derivato dal concerto grosso, vede Giuseppe Torelli come iniziatore, tuttavia è a Vivaldi che si deve attribuire lelaborazione di una forma che venne utilizzata come modello fino alla nascita del concerto classico[29]. Una buona parte dei suoi concerti è caratterizzata, nei due movimenti veloci, da unalternanza di tutti basati su un ritornello, che viene riproposto in varie tonalità, e di soli modulanti di carattere tematico libero. Questa forma, che non fu invenzione vivaldiana[1], fu utilizzata dal compositore veneziano con grande libertà, ad esempio contraendo nel corso del movimento la lunghezza del ritornello mentre viene parallelamente ampliata la lunghezza dei soli, oppure ripetendo due volte il ritornello finale nella tonalità dimpianto con linserzione di un breve episodio solistico che utilizza materiale musicale del primo solo[30]. Nei movimenti lenti, egli utilizza talvolta una forma a ritornello semplificata, altre volte una forma monotematica bipartita attinta dalla sonata. Ci sono pervenuti 329 suoi concerti per uno strumento solista ed archi, 220 dei quali sono per violino, 37 per fagotto, 27 per violoncello, 19 per oboe, 13 per flauto traverso, 2 per flauto diritto, 3 per flautino (flauto diritto sopranino), uno per mandolino, 7 per viola damore. Oltre a questi, vi sono una quarantina di concerti per due strumenti ed archi, per lo più dedicati a due strumenti uguali (due violini, due oboi, ecc.), ma che comprende anche il famoso concerto per viola damore e liuto, e più di una trentina di concerti multipli, per più di tre solisti. A questi va aggiunta una sessantina di concerti ripieni (concerti per archi senza solista), del tutto affini alle sinfonie dopera, nei quali talvolta troviamo unattenzione allelaborazione contrappuntistica lontana dallimmagine stereotipata di un Vivaldi compositore facile e superficiale[1]. Un piccolo numero di concerti con solista è scritto per 2 orchestre: si tratta di fatto di una divisione dellorchestra in due gruppi separati, nel solco della tradizione della policoralità sacra veneziana fiorita tra la fine del Cinquecento e linizio del Seicento. Infine, vi è una ventina di concerti senza orchestra: scritti per un gruppo da due a sei strumenti accompagnati dal basso continuo, non si presentano nella forma abituale in cui venivano trattati questi gruppi, cioè la forma della sonata da camera o da chiesa, ma in quella del concerto a ritornelli[31]. Molti concerti sono programmatici od onomatopeici: tra questi, ad esempio, figurano le celeberrime Stagioni (RV269, 315, 293, 297) che costituiscono i primi quattro numeri dellopera 8, Il Gardellino (RV90, 428), La Tempesta di Mare (RV98, 433, 570), Il cornet[t]o da posta (RV363), La Caccia (RV 362), La notte (RV104, 501). Tuttavia, molti altri concerti portano un titolo, il quale si può riferire allo stile musicale, come il Concerto madrigalesco (RV129) o il Concerto alla rustica (RV151), allaffetto generale del brano, come Linquietudine (RV23) o Lamoroso (RV271), a una particolare modalità di esecuzione, come Lottavina (RV763), in cui tutti i soli vanno suonati allottava superiore, o il concerto senza cantin (RV243), in cui il violino solista suona senza la corda più alta (detta appunto cantino), o ancora allesecutore a cui era destinato, come Il Carbonelli (RV366) o alloccasione per cui era stato composto, come i concerti per la solennità di S Lorenzo (RV286, 556, 562)[32]. Sono giunte fino a noi circa 90 sonate, che presentano uno stile meno innovativo rispetto ai concerti; sia nella sonata solistica (per uno strumento e basso continuo) che in quella a tre (per due strumenti e basso continuo) viene utilizzato un impianto formale ed una scrittura legate ai principali modelli condivisi della musica da camera (Arcangelo Corelli, Tomaso Albinoni, la scuola bolognese e quella veneziana). Le sonate a tre, raccolte nellopera 1 e nellopera 5, risentono fortemente dellinflusso dei lavori da camera di Arcangelo Corelli, anche se vengono dinamizzate dalla vitalità della scrittura strumentale veneziana, mentre le sonate per uno strumento, scritte per lo più per il violino, o per il violoncello, o per uno strumento a fiato, presentano uno stile tipicamente da camera personalizzato da un particolare sviluppo della cantabilità nei movimenti lenti e da un progressivo distacco dai modelli di danza nellandamento ritmico. Tra le sue sonate, vanno anche ricordate le RV 68, RV 70, RV 71 e RV 77, scritte per due violini e basso ad libitum, che probabilmente furono composte prima dei duetti per due violini op. 3 di Jean-Marie Leclair[1] e sono quindi tra i primi e più interessanti esempi di sonate per due violini senza accompagnamento di basso continuo. Sonate[33] 61 sonate per uno strumento e basso N° Strumento 40 violino 9 violoncello 6 musette o ghironda, violino, oboe, flauto[34] 4 flauto 1 oboe 1 flauto diritto 27 sonate a tre (due strumenti e basso) N° Strumento 20 due violini 5 due strumenti diversi 1 due oboi 1 due flauti 3 sonate a quattro (quattro parti strumentali) 2 due violini, viola e basso 1 due strumenti diversi, oboe, chalumeau e organo obbligato Concerti[35] 329 concerti con uno strumento solista N° Strumento 220 violino 37 fagotto 27 violoncello 19 oboe 13 flauto 7 viola damore 3 flautino 2 flauto diritto 1 mandolino 45 concerti doppi (due strumenti solisti, orchestra darchi e continuo) N° Strumento 25 due violini 11 due strumenti diversi 3 due oboi 2 due corni 1 due violoncelli 1 due mandolini 1 due flauti 1 due trombe 34 concerti di gruppo (più di due strumenti solisti, orchestra darchi e continuo) 4 concerti per due orchestre darchi e solista (o solisti) 22 concerti da camera (da 3 a 6 strumenti solisti e continuo) 44 concerti per orchestra darchi e continuo Raccolte a stampa[modifica | modifica sorgente] Esaminando le opere pubblicate da Vivaldi mentre era in vita, salta immediatamente allocchio il fatto che vi è una prevalenza di sonate nei primi anni della sua carriera, ed unassoluta maggioranza di concerti nella seconda parte della vita, quando ha ormai raggiunto uno status di compositore affermato. Le ultime pubblicazioni di sonate, recanti il numero dopera 13 e 14, rappresentano casi particolari: la prima è con tutta evidenza un falso di mano francese, nel quale si utilizzano elementi tematici di origine vivaldiana; la seconda, invece, è una pubblicazione fatta senza il controllo del compositore, come risulta chiaro dal fatto che è mancante di numero dopera, e secondo Kolneder contiene probabilmente musica composta molti anni addietro[36]. Va da sé che la pubblicazione di unopera di musica per ampio organico era assai più costosa di una di musica da camera, e quindi costituisca unoperazione commerciale alquanto rischiosa per un giovane compositore; ciò non esclude che Vivaldi non avesse già intrapreso la composizione dei suoi concerti nei primi anni di servizio presso lOspedale della Pietà, come parrebbe confermare il riconoscimento alla sua attività sancito dallallargamento delle sue mansioni nel 1705, dallaumento di stipendio ottenuto nel 1708[37] e da varie affinità stilistiche tra le sonate per violino e cembalo dellopera II (1708) ed alcuni concerti dellEstro Armonico (opera III, 1711). Opus Titolo Editore Opus I 12 sonate per due violini e basso continuo[38] Venezia, G. Sala, 1703 Opus II 12 sonate per violino e basso continuo[39] Venezia, A. Bortoli, 1708[12] Opus III Lestro armonico, 12 concerti[40] Amsterdam, E. Roger, 1711 Opus IV La stravaganza, 12 concerti[41] Amsterdam, E. Roger, 1716 Opus V 6 sonate per uno e due violini e basso continuo[42] Amsterdam, J. Roger, 1716 Opus VI 6 concerti per violino, archi e basso continuo Amsterdam, J. Roger, 1719 Opus VII 12 concerti[43] Amsterdam, J. Roger, 1720 Opus VIII Il cimento dellarmonia e dellinventione, 12 concerti[44] Amsterdam, M.-C. Le Cène, 1725 Opus IX La cetra, 12 concerti[45] Amsterdam, M.-C. Le Cène, 1727 Opus X 6 concerti per flauto traverso, archi e basso continuo Amsterdam, M.-C. Le Cène, 1729 Opus XI 6 concerti[46] Amsterdam, M.-C. Le Cène, 1729 Opus XII 6 concerti[47] Amsterdam, M.-C. Le Cène, 1729 (Opus XIII) Il pastor fido, 6 sonate per musette o ghironda, flauto traverso, oboe, violino e basso continuo.[34] (spuria) Parigi, Mme Boivin, 1737 Senza numero dopus[48] 6 sonate per violoncello e basso continuo Parigi, edizione Le Clerc le cadet - Le Clerc-Boivin, 1740 La musica vocale[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Catalogo delle opere di Vivaldi. Opere[modifica | modifica sorgente] Vivaldi sosteneva di aver composto 94 opere. In realtà, sono stati identificati meno di 50 titoli, e solo una ventina di queste opere è giunta fino a noi. Daltra parte, il calcolo delle composizioni è reso più complesso dalla consuetudine dellepoca di riprendere vecchie opere cambiandone il titolo e di comporre dei pasticci, comprendenti musica di vari autori, sia scritta per loccasione che adattata da opere precedenti. Inoltre, non sempre le parti dellopera o del pasticcio venivano adattate coerentemente al libretto o alla logica della trama; daltro canto, il pubblico non veniva a teatro tanto per ascoltare una storia, ma piuttosto per le prodezze vocali dei castrati o delle prime donne, sulle cui esigenze le opere erano di fatto strutturate, come testimonia il già citato Teatro alla moda di Benedetto Marcello. Di Vivaldi ci giungono, parziali o complete, 21 opere, tutti drammi per musica, le quali dal punto di vista drammatico seguono i tipici canoni dellopera seria dellepoca. La musica è tuttavia vitale e ricca dinventiva. Inoltre non è raro trovare in alcuni pasticci della tarda maturità del Prete Rosso arie di altri compositori contemporanei, come Leonardo Leo, Geminiano Giacomelli, Johann Adolf Hasse e Giovanni Battista Pergolesi. Per i pasticci allestiti da altri compositori con arie di Vivaldi, consultare la sezione degli Anhang relativa Creso tolto alle fiamme (RV Anh. 138), Venezia 1705 Ottone in villa (RV 729-A), libretto: Domenico Lalli, Vicenza 1713 Orlando finto pazzo (RV 727), libretto: Grazio Braccioli, Venezia 1714 Orlando furioso (RV 819), libretto: Grazio Braccioli, Venezia 1714 Nerone fatto Cesare (RV 724), libretto: Matteo Noris, Venezia 1715 La costanza trionfante deglamori e deglodii (RV 706-A), libretto: Antonio Marchi, Venezia 1716 Arsilda, regina di Ponto (RV 700), libretto: Domenico Lalli, Venezia 1716 Lincoronazione di Dario (RV 719), libretto: Adriano Morselli, Venezia 1717 Tieteberga (RV 737), libretto: Antonio Maria Lucchini, Venezia 1717 Il vinto trionfante del vincitore (RV Anh. 58), libretto: Antonio Marchi, Venezia 1717 Artabano, re de Parti (RV 701/706-B), libretto: Antonio Marchi, Venezia 1718 Armida al campo dEgitto (RV 699-A), libretto: Giovanni Palazzi, Venezia 1718 Scanderbeg (RV 732), libretto: Antonio Salvi, Firenze 1718 Armida al campo dEgitto (RV 699-B), libretto: Giovanni Palazzi, Mantova 1718 Teuzzone (RV 736), libretto: Apostolo Zeno, Mantova 1719 Artabano, re de Parti (RV 701/706-C), libretto: Antonio Marchi, Vicenza 1719 Tito Manlio (RV 738), libretto: Matteo Noris, Mantova 1719 Tito Manlio (RV 778), libretto: Matteo Noris, Roma 1720 La Candace, o siano Li veri amici (RV 704), libretto: Francesco Silvani e Domenico Lalli, Mantova 1720 Filippo, re di Macedonia (RV 715), libretto: Domenico Lalli, Venezia 1720 La Silvia (RV 734), libretto: Enrico Bissari, Milano 1721 Ercole sul Termodonte (RV 710), libretto: Giacomo Francesco Bussani, Roma 1723 La virtù trionfante dellamore, e dellodio, overo Il Tigrane (RV 740), libretto: Francesco Silvani, Roma 1724 Giustino (RV 717), libretto: conte Nicolò Beregan (1683), rimaneggiato da Pietro Pariati (1711) per Tomaso Albinoni, e con ulteriori profonde modifiche (forse di Antonio Maria Lucchini), Roma, 1724 LArtabano (RV 706-D), libretto: Alessandro Marchi, Mantova 1725 Linganno trionfante in amore (RV 721) (pasticcio), libretto di Matteo Noris, ritoccato da G.M. Ruggieri, musicista e uomo di lettere dilettante, Venezia 1725 Venezia (nascente?) (RV Anh. 139) musica di Antonio Vivaldi, preparata per il 1726 al SantAngelo, ma poi non allestita. Probabile ripresa nel 1731 a Venezia, luogo ignoto. Cunegonda (RV 707) (verosimilmente pasticcio), libretto: Agostin Piovene, Venezia 1726 La fede tradita e vendicata (RV 712), libretto: Francesco Silvani, Venezia 1726 La tirannia gastigata (RV Anh. 55) (pasticcio, con undici arie di Vivaldi), libretto di Francesco Silvani, Praga 1726 Dorilla in Tempe (RV 709-A), libretto: Antonio Maria Lucchini, Venezia 1726 Ipermestra (RV 722), libretto: Antonio Salvi, Firenze 1727 Farnace (RV 711-A), libretto: Antonio Maria Lucchini, Venezia 1727 Farnace (RV 711-B), libretto: Antonio Maria Lucchini, Venezia 1727 Siroe, re di Persia (RV 735-A), libretto: Pietro Metastasio, Reggio nellEmilia 1727 Orlando (RV 728), libretto: Grazio Braccioli, Venezia 1727 Rosilena ed Oronta (RV 730), libretto: Giovanni Palazzi, Venezia 1728 LAtenaide (RV 702-A), libretto: Apostolo Zeno, Firenze 1728 Farnace (RV 711-C), libretto: Antonio Maria Lucchini, Praga 1730 Argippo (RV 697), libretto: Domenico Lalli, Praga 1730 LAtenaide (RV 702-B), libretto: Apostolo Zeno, Firenze 1731/1732 Farnace (RV 711-D), libretto: Antonio Maria Lucchini, Pavia 1731 Alvilda, regina de Goti (RV Anh. 88), libretto: Apostolo Zeno, Praga 1731 Dorilla in Tempe (RV 709-B), libretto: Antonio Maria Lucchini, con sostanziali modificazioni rispetto alla versione originale del 1726, Praga 1732 Farnace (RV 711-E), libretto: Antonio Maria Lucchini, Mantova 1732 Semiramide (RV 733), libretto: Francesco Silvani, Mantova 1732 La fida ninfa (RV 714), libretto: Scipione Maffei, Verona 1732 Argippo (RV Anh. 137), libretto: Domenico Lalli, Praga 1733. Ritrovato recentemente a Praga. Motezuma (RV 723), libretto: Girolamo Alvise Giusti, Venezia 1733 Dorilla in Tempe (RV 709-C) (pasticcio, con due arie di Hasse, due di Giacomelli, una di Leo e tre di compositori non identificati), libretto: Antonio Maria Lucchini, con sostanziali modificazioni rispetto alla versione originale, Venezia 1734 La Dorilla (RV 709-D), libretto: Antonio Maria Lucchini, unica partitura conservata (Torino) delle varie versioni della Dorilla in Tempe (si basa sulledizione veneziana del 1734, con aggiunte e cancellazioni) LOlimpiade (RV 725), libretto: Pietro Metastasio, Venezia 1734 Il Bajazet (Tamerlano) (RV 703), libretto: Agostin Piovene, Verona 1735 LAdelaide (RV 695), libretto: Antonio Salvi, Verona 1735 Griselda (RV 718), libretto: Apostolo Zeno e Carlo Goldoni, Venezia 1735 Aristide (RV Anh. 89), libretto: Carlo Goldoni, Venezia 1735 Ginevra, principessa di Scozia (RV 716), libretto: Antonio Salvi, Firenze 1736 La bottega da cafè (RV Anh. 43), libretto: Carlo Goldoni, Venezia 1736 Il giorno felice (RV Anh. 92), libretto: Scipione Maffei, Vienna 1737 Farnace (RV 711-F), libretto: Antonio Maria Lucchini, Treviso 1737 Catone in Utica (RV 705), libretto: Pietro Metastasio, Verona 1737 Loracolo in Messenia (RV 726), libretto: Apostolo Zeno, Venezia 1737 Rosmira (fedele) (RV 731), libretto: Silvio Stampiglia, Venezia 1738 Armida al campo dEgitto (RV 699-D), libretto: Giovanni Palazzi, Venezia 1738 Farnace (RV 711-G), libretto: Antonio Maria Lucchini, Ferrara 1738 Siroe, re di Persia (RV 735-B), libretto: Pietro Metastasio, Ancona 1738 Siroe, re di Persia (RV 735-C), libretto: Pietro Metastasio, Ferrara 1739 Feraspe (RV 713), libretto: Francesco Silvani, Venezia 1739 Ernelinda (RV Anh. 45) probabilmente pasticcio composto di arie, oltreché di Vivaldi, di Gasparini e Galuppi, segnatamente da La fede tradita e vendicata, Venezia 1750 Medea e Giasone (RV 749.21) Cantate e serenate[modifica | modifica sorgente] Vivaldi compose le sue cantate basandosi principalmente sulla maniera napoletana tipica dei compositori successivi ad Alessandro Scarlatti e Benedetto Marcello: sono costituite da una serie di due o più arie da capo che si alternano con recitativi. Lo scenario è costituito invariabilmente dai temi dellArcadia: pastori in preda ai tormenti dellamore e da ninfe incostanti (gli attributi sono reversibili) dei cui cuori vulnerabili Cupido fa strage.[49] Sono state trovate di Vivaldi: 22 cantate per soprano e basso continuo; 8 per contralto e basso continuo; 5 per soprano e accompagnamento strumentale; 4 per contralto e accompagnamento strumentale. Paragonabile alla cantata nel fatto che generalmente non dava luogo ad unazione scenica, la serenata era unopera di dimensioni più importanti, con unouverture orchestrale, arie solistiche, recitativi e talvolta perfino dei cori. Molte sono andate perdute e ne rimangono solamente tre: la Serenata a tre RV 690, la serenata nuziale Gloria e Himeneo RV 687 e soprattutto La Senna festeggiante RV 693, commissionata a Vivaldi nel 1726 da Jean-Vincent Languet, conte di Cergy e ambasciatore della Francia presso la Serenissima, per unoccasione su cui ancora non si è fatto luce; forse per le cerimonie dinsediamento dellambasciatore stesso, forse per la visita a Venezia del cardinale Pietro Ottoboni, protettore ufficiale degli interessi della Francia presso la Santa Sede[50]. Musica sacra[modifica | modifica sorgente] Aiuto Magnificat (info file) MENU0:00 Il Magnificat di Vivaldi La musica sacra di Vivaldi fu poco conosciuta fuori dallItalia e, come tutti i suoi lavori, dopo la sua morte cadde nelloblio e man mano tornò completamente in auge a partire dalla fine degli anni trenta del XX secolo. Ci sono pervenute circa cinquanta opere di musica sacra di genere differente: parti della Messa tridentina e loro introduzione su testo libero (Kyrie, Gloria, Credo), salmi, inni, antifone, mottetti. Limpegno del Prete Rosso nel repertorio sacro ebbe un carattere sostanzialmente occasionale, poiché il musicista non ebbe né commissioni né ricoprì mai stabilmente lincarico prestigioso di maestro in San Marco[51]. La sua produzione appartiene al cosiddetto stile moderno (ossia concertato, tipico della musica veneziana, che si contrappone al severo stile antico della musica di Palestrina), anche se molti movimenti dei suoi lavori rimangono comunque legati allo stile osservato. Si attengono alla produzione concertata anche i suoi lavori a cappella, come il Lauda Jerusalem a 4 voci e il Credidi a 5 voci, dove gli strumenti man mano si staccano dai gruppi del coro. Questo repertorio fu inoltre soggetto alle influenze operistiche dellepoca. Questo lo si può soprattutto osservare nei suoi mottetti per voce solista, descritti da Denis Arnold come « concerti per voce », che presentano parti di pure esibizioni vocali. Vivaldi compose inoltre otto mottetti d « introduzione », i quali dovevano servire come premessa ai lavori in larga scala (Gloria, Dixit Dominus, Miserere); questo sottogenere fu scarsamente utilizzato da altri compositori. Unaltra particolarità che contraddistingue la musica sacra del Prete Rosso è la frequente assegnazione della parte melodica al violino nei movimenti corali, lasciando quindi il coro cantare in omofonia di sottofondo (ad es. nel movimento iniziale e finale del Credo RV 591). In questo modo Vivaldi anticipò le messe sinfoniche della generazione di Haydn. Anche le influenze del concerto non esitano a manifestarsi. Basti notare il Beatus vir RV 598, il quale presenta un ampio intervallo di 420 battute nella forma del ritornello. Tra i suoi lavori sacri più noti si ricordano il Gloria RV 589, i Magnificat RV 610 e RV 611, lo Stabat Mater RV 621 e loratorio Juditha triumphans. Curiosità[modifica | modifica sorgente] Bach, grandissimo estimatore di Vivaldi, muore anchegli il 28 luglio, 9 anni più tardi. Note[modifica | modifica sorgente]
Posted on: Thu, 21 Nov 2013 22:59:33 +0000

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