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Classe Conte di Cavour Da Wikipedia, lenciclopedia libera. Classe Conte di Cavour (1911) la corazzata Conte di Cavour nel 1914 la corazzata Conte di Cavour nel 1914 Descrizione generale Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg Tipo nave da battaglia Numero unità 3 Destino finale Ricostruita tra il 1933 e il 1937 Caratteristiche generali Dislocamento standard: 23 088 t a pieno carico: 25 086 t Lunghezza 168,9, fuori tutto 176,09 m m Larghezza 28 m Pescaggio 9,4 m Propulsione Vapore: 20 caldaie Blechhynden (Cesare: 24 caldaie Babcock-Wilcox) 3 gruppi turboriduttori Parsons 4 eliche tripala Potenza: 31 000 cv Velocità 21,5 nodi (39,8 km/h) Autonomia 4.800 miglia a 10 nodi (8.880 km a 18,5 km/h) Equipaggio 44 ufficiali e 850 sottufficiali e marinai. Armamento Artiglieria 13 cannoni da 305/46 Mod. 1909 (tre torri trinate + due torri binate) 18 cannoni da 120/50 Mod. 1909 22 cannoni da 76/50 Mod. 1909 Siluri 3 tubi lanciasiluri da 450 mm Corazzatura verticale: 250 mm ponte: 20+20 mm torrette: 280 mm torre comando di prua: 280 mm mm riferimenti nel corpo della voce voci di classi di navi da battaglia presenti su Wikipedia La classe Conte di Cavour fu un tipo di navi da battaglia in servizio nella Regia Marina durante la prima e la seconda guerra mondiale. La classe Conte di Cavour era formata da tre unità: Conte di Cavour, Giulio Cesare e Leonardo da Vinci. Lo strano destino di queste navi fu quello di essere state distrutte, non in battaglia, ma mentre erano ormeggiate allinterno delle loro basi. Indice [nascondi] 1 Costruzione 2 Impianti 3 Protezione 4 Armamento 5 Servizio 5.1 Prima guerra mondiale 5.2 Periodo tra le due guerre 6 La ricostruzione 6.1 Progetto 6.2 Protezione 6.3 Impianti 6.4 Armamento 6.5 Considerazioni sullutilità dei lavori di ricostruzione 7 Servizio 7.1 Seconda guerra mondiale 7.2 Armistizio e dopoguerra 8 Note 9 Bibliografia 10 Voci correlate 11 Altri progetti 12 Collegamenti esterni Costruzione[modifica | modifica sorgente] Una grande nave scivola nellacqua sollevando unonda mentre intorno una folla festeggia. Varo della Giulio Cesare a Sestri Ponente il 15 ottobre 1911. Le tre navi della classe furono ordinate rispettivamente il 31 luglio 1908 per la Conte di Cavour, presso il Regio Arsenale di La Spezia, il 10 settembre 1910 per la Caio Duilio, presso il cantiere Giovanni Ansaldo di Sestri Ponente ed il 7 settembre 1910 per la Leonardo da Vinci, presso il cantiere Odero di Genova.[1] La costruzione subì notevoli ritardi dovuti a varie cause, tra cui limpegno del Regno dItalia nella guerra italo-turca. La Conte di Cavour fu la prima ad essere varata, il 10 agosto 1911, e lultima ad entrare in servizio: il primo aprile 1915. La Leonardo da Vinci e la Giulio Cesare furono varate rispettivamente il 14 ed il 15 ottobre 1911 ed entrarono in servizio il 17 e 14 maggio 1914.[2] Le navi della classe furono progettate da Edoardo Masdea, presidente del comitato per il progetto delle navi della Regia Marina. Lo scafo presentava una prua rotondeggiante, nellopera viva, abbandonando dopo 40 anni la prua a sperone delle unità precedenti, era dotato di un doppio fondo a struttura cellulare al di sopra del quale vi era un triplo fondo completo per la protezione dai danni da mina o siluro.[3] Lo scafo era dotato numerosi compartimenti stagni e da quattro paratoie stagne orizzontali e 19 trasversali.[4] Le navi presentavano tre ponti principali continui: ponte parascheggie, ponte di batteria e ponte di coperta.[5] Sulla coperta, dalla torre sopraelevata di poppa fino a prua si estendeva una cittadella corazzata che conteneva le batterie da 120/50 mm.[6] Scafo della Leonardo da Vinci rovesciato sullo scalo, si notano il doppio timone in tandem, due degli assi portaelica di sinistra e la bocca del lanciatore dei siluri di poppa. La nave era dotata di due timoni semicompensati, posti uno dietro laltro, quello a più verso prua aveva la superficie grande 1/3 di quello a poppa.[7] Potevano essere mossi indipendentemente ed era previsto lazionamento manuale in caso di avaria ai servomotori, tramite quattro grandi ruote azionate da una squadra di 16 uomini.[8] Impianti[modifica | modifica sorgente] Lapparato motore delle Cavour era costituito da di tre gruppi indipendenti di turbine tipo Parsons, disposti in tre compartimenti separati a centro nave, due laterali e uno centrale che agivano su quattro assi portaeliche.[9] Ogni gruppo di turbine era costituito da una turbina di alta pressione e da una di bassa pressione. Le due turbine sia di alta sia di bassa pressione dei gruppi laterali azionavano i due assi esterni, mentre quella ad alta pressione del gruppo centrale azionava lasse centrale interno di sinistra e quella a bassa pressione lasse centrale di dritta.[10] La turbina di marcia indietro nei gruppi laterali era incorporata nella turbina di bassa pressione, mentre il gruppo centrale centrale era dotato di due turbine di marcia indietro, una per ciascun asse. Le sei turbine di marcia avanti, che agivano sui quattro assi portaeliche, sviluppavano una potenza complessiva di 31 000 cavalli,[11] mentre le quattro turbine di marcia indietro, sviluppavano 14 000 cavalli. La produzione di vapore per il funzionamento delle turbine era assicurata sul Giulio Cesare da ventiquattro caldaie Babcock-Wilcox, di cui dodici con combustione a nafta e dodici con combustione mista carbone e nafta e su Cavour e Leonardo da Vinci, da venti caldaie Blechhynden, di cui otto con combustione a nafta e dodici con combustione mista carbone e nafta.[12] Ciascuna caldaia, dotata di polverizzatori tipo Thornycroft, era collegata alle tubolature principali e sussidiarie di vapore. Nellandatura di tutta forza il vapore veniva introdotto direttamente ed indipendentemente in ciascuna delle tre turbine di alta pressione, da dove passava e si espandeva nelle corrispondenti turbine di bassa pressione per poi scaricarsi nei rispettivi condensatori.[13] Per le andature a velocità ridotta venivano tenute in azione o solo i due gruppi laterali o il solo gruppo centrale mentre gli assi delle turbine non alimentate giravano folli trascinati dalle eliche.[14] Landatura di crociera si otteneva mediante il funzionamento dei tre gruppi in serie, con il vapore che entrava nella turbina di alta pressione laterale destra, per poi passare a quella di alta pressione laterale sinistra e successivamente nelle turbine di alta e bassa pressione centrali, per poi scaricarsi nel condensatore centrale.[15] La capacità delle stive era di 1.450 t di carbone e 850 t di nafta[16] che permetteva unautonomia di 4.800 miglia ad una velocità di 10 nodi e 1.000 miglia ad una velocità di 22 nodi.[17] Lenergia per gli impianti di bordo, tra cui gli otto proiettori per il combattimento notturno, veniva fornita da tre centrali composte da due gruppi elettrogeni azionati da turbine a vapore per una potenza complessiva di 150.000 W a 110 V continui.[18] Protezione[modifica | modifica sorgente] La protezione era distribuita su di una cintura continua, attorno ai fianchi della nave, e sulla cittadella che si estendeva dalla torretta sopraelevata di poppa fino a prua. La cintura, larga 2,8 m, di cui il 57% sopra linea di galleggiamento, aveva spessore massimo 250 mm e si assottigliava fino a 100 mm a prua ed a 120 mm a poppa.[19] La cittadella era protetta da una corazza di 220 mm di spessore.[20] Il ponte era protetto da due strati da 12 mm e nelle parti inclinate, raggiungeva i 40 mm totali.[21] Le torrette avevano una protezione frontale di 280 mm e di 220 mm ai lati.[22] La torre di comando di prua aveva una protezione di 280 mm mentre quella di poppa era solo di 160 mm.[23] I pezzi da 120/50 mm avevano una protezione da 130 mm.[24] Le 5.150 t (circa 1/4 del dislocamento) di acciaio al nichel, che formava la protezione delle navi, era fornito da ditte statunitensi ed inglesi e sottoposto a cementazione, secondo il processo Krupp, presso le acciaierie di Terni.[25] Le navi furono dotate di un sistema di reti metalliche parasiluro che venivano tese da un sistema di bracci buttafuori intorno alla nave.[26] Il sistema poteva essere impiegato praticamente solo con le navi allancora. In navigazione, le reti venivano arrotolate e fissate, con i loro bracci, sui fianchi della nave. Tale sistema fu eliminato da tutte le navi della regia Marina nel corso del 1916.[27] Armamento[modifica | modifica sorgente] Larmamento principale si componeva di tredici cannoni da 305/46 Mod. 1909[28] ripartiti in cinque torri di cui tre trinate, disposte una a poppa, una a prua ed una a centronave, e due binate sopraelevate rispetto alle due torri di poppa e di prua. Le torri corazzate di questi cannoni erano brandeggiabili mediante sistema sia idraulico che elettrico, mentre lelevazione delle munizioni dai depositi, il caricamento e la manovra delle grosse artiglierie allinterno le torri erano solamente idraulici. I cannoni della Giulio Cesare furono costruiti a Pozzuoli dalla ditta Armstrong, dovevano essere consegnati il giugno 1912, ma furono consegnati solo il marzo 1914.[29] Anche quelli della Leonardo da Vinci, della Vickers-Terni, furono consegnati un anno dopo i termini.[30] Per quelli della Cavour, sempre della Vickers-Terni, dato leccessivo ritardo, fu deciso di utilizzare quelli già pronti dellAndrea Doria.[31] Il Conte di Cavour dallalto nei primi anni di servizio Larmamento minore costituito da diciotto cannoni da 120/50 Mod. 1909 mm suscitò delle perplessità, sia perché ritenuto insufficiente contro i cacciatorpediniere più moderni,[32] sia perché sulle navi di altre marine, come quella francese o austriaca, in costruzione nello stesso periodo, erano previste bocche da fuoco di calibro maggiore, tanto che questi cannoni sulle successive Duilio vennero sostituiti da sedici cannoni da 152/45 mm, con la rinuncia a due bocche da fuoco, che però veniva ampiamente compensato dalla maggiore gittata dei nuovi cannoni e dal più consistente peso dei loro proiettili. Larmamento minore era poi completato da 14 cannoni da 76/50 mm su 30 sistemazioni volanti dove potevano essere spostati, montati e smontati, a seconda dei casi.[33] La manovra delle artiglierie da 120 mm e dei pezzi minori era esclusivamente manuale.[34] Successivamente furono montati, sul tetto delle torrette, 13 cannoni da 76/50 mm per il tiro antiaereo montati su affusti modificati per consentire una maggiore elevazione.[35] e 6 cannoni da 76/40 mm su i due lati della cittadella.[36] Inoltre furono aggiunte due mitragliere Vickers 40/39 mm, sempre in funzione antiaerea, sul castello di prua.[37] La direzione del tiro fu migliorata dopo i primi anni di servizio con lintroduzione di centrali di tiro, apparecchi di punteria generale e telemetri.[38] Larmamento silurante era costituito da tre tubi lanciasiluri da 450 mm, due verso prua del tipo E 450/1909 ed uno poppiero del tipo D 450/1908,[39] ognuno dei quali dotato di tre siluri. Servizio[modifica | modifica sorgente] Prima guerra mondiale[modifica | modifica sorgente] Conte di Cavour e Giulio Cesare durante la guerra non presero parte a missioni attive, a causa della politica passiva adottata dalle Marine italiana ed austriaca, mentre il Leonardo da Vinci andò perduto il 2 agosto 1916[40] mentre era allancora nel porto di Taranto a seguito di un sabotaggio nemico. Il Conte di Cavour che il 24 maggio 1915, allentrata in guerra dellItalia contro lImpero Austro-Ungarico, divenne la nave di bandiera del vice-ammiraglio Luigi Amedeo di Savoia Duca degli Abruzzi, trascorse infatti 966 ore in esercitazioni e solo 40 ore in tre azioni di guerra incruente, mentre il Giulio Cesare in totale, durante il conflitto, venne impiegato 31 ore in missioni di guerra in azioni di ricerca del nemico e 387 in attività addestrativa senza venire mai impiegato in azioni di combattimento. Periodo tra le due guerre[modifica | modifica sorgente] Al termine del conflitto, il Leonardo da Vinci venne recuperato nel 1919 per essere riparato, ma le riparazioni, avviate, non vennero portate a termine ed il 22 settembre 1923 venne radiata ed avviata alla demolizione.[41] Dopo la guerra, il Cavour e Giulio Cesare presero parte a una crociera propagandistica nel Nord America, toccando i porti di Gibilterra, Ponta Delgada, Faial,[42] Halifax, Boston, Newport, Tompkinsville, New York, Filadelfia, Annapolis e Hampton Roads. Nella tarda estate del 1923 in occasione della Crisi di Corfù, le due corazzate, insieme alle Duilio attaccarono lisola greca di Corfù, come rappresaglia per luccisione di rappresentanti italiani a Giannina. Al termine della crisi le unità navali italiane fecero rientro a Taranto alla fine di settembre. Nel corso degli anni venti le due unità vennero sottoposte a vari lavori di ammodernamento con modifiche dell’armamento antiaereo. Nel 1924 fu installata una nuova centrale di tiro posta in una coffa sostenuta da un traliccio a quattro montanti davanti al fumaiolo di prua, in sostituzione del più basso albero tripode preesistente.[43] Nel 1925, analogamente alle Duilio sulle due unità era stato imbarcato un idrovolante da ricognizione Macchi M.18, che venne sistemato sul cielo della torre centrale, in unapposita sella brandeggiabile per poter orientare, secondo la direzione del vento, il velivolo, che veniva messo in mare ed issato a bordo per mezzo di un albero di carico.[44] Nel 1926, solo sulla Conte di Cavour, per il lancio dell’idrovolante era stata anche installata una catapulta davanti alla torretta di prua, sul lato di sinistra.[45] Il 12 maggio 1928 il Conte di Cavour venne posta in disarmo a Taranto, mentre nello stesso anno il Giulio Cesare venne destinato a compiti di nave scuola. Nellottobre 1933 le due corazzate vennero trasferite rispettivamente a Trieste e a Genova per essere sottoposte fino al 1937 a grandi lavori di ricostruzione ed in questa configurazione avrebbero preso parte al secondo conflitto mondiale. La ricostruzione[modifica | modifica sorgente] Classe Conte di Cavour (1933) Giulio Cesare e Cavour in linea di fila Giulio Cesare e Cavour in linea di fila Descrizione generale Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg Tipo nave da battaglia Numero unità 2 Entrata in servizio 1937 Caratteristiche generali Dislocamento standard: 28 800 t a pieno carico: 29 100 t Lunghezza 186,4 m Larghezza 28 m Pescaggio 10,4 m Propulsione Vapore: 8 caldaie Yarrow 2 gruppi turboriduttori Belluzzo 2 eliche tripala Potenza: 93 000 cv Velocità 28 nodi Autonomia 3.100 miglia a 20 nodi (5.740 km a 37 km/h) Equipaggio 1.200 sottufficiali e marinai, 36 ufficiali Armamento Artiglieria 10 cannoni da 320/44 mm (2 torri binate + 2 torri trinate) 12 cannoni da 120/50 mm in 6 torri binate OTO Mod. 1933 8 cannoni da 100/47 mm in 4 torri binate 8 cannoni AA da 37/54 mm 12 mitragliere da 20/65 mm Corazzatura Verticale: 250 mm Orizzontale: 135 mm Artiglierie: 280 mm Torrione: 260 mm Mezzi aerei 4 RO 43 con due catapulte di lancio, poi rimossi. riferimenti nel corpo della voce voci di classi di navi da battaglia presenti su Wikipedia Progetto[modifica | modifica sorgente] Il progetto di trasformazione fu affidato al generale del Genio Navale, Francesco Rotundi del comitato progetto navi della Marina.[46] I lavori furono assegnati al cantiere Tirreno di Genova per la Cesare e per la Cavour il Cantieri Riuniti dellAdriatico di Trieste.[47] La ricostruzione, che per entrambi le navi iniziò nel 1933, ed ebbe termine nel 1937, lasciò inalterato solo il 40% della struttura originale,[48] riutilizzando in pratica solamente lo scafo e la corazzatura di murata, per il resto si trattò di una trasformazione radicale che cambiò il profilo delle due unità, con profonde modifiche allo scafo, la cui lunghezza venne aumentata di 10,3m[49] e con i due fumaioli che risultarono più bassi e più ravvicinati. Venne eliminato uno dei due alberi, quello che si trovava immediatamente dietro al torrione e mantenuto solamente quello poppiero che risultò più arretrato. Per contribuire ad aumentare la velocità della nave e per ottenere un miglior rendimento del nuovo apparato motore, di cui le unità vennero dotate, si dovette aumentare il coefficiente di finezza dello scafo, ottenuta mediante la sovrapposizione di una nuova prora alla vecchia con lopera viva dotata di un bulbo.[50] Vennero costruiti anche nuovi ponti corazzati ed alla fine le modifiche portarono il dislocamento delle due unità a 29000 tonnellate. La parte poppiera, tranne l’abolizione di due assi portaeliche più esterni, non venne modificata ed i due timoni rimasero gli stessi.[51] Protezione[modifica | modifica sorgente] La protezione, sia verticale che orizzontale, subì solamente dei minimi ritocchi. La cintura verticale, al galleggiamento, mantenne lo spessore, assolutamente insufficiente per delle navi che avrebbe probabilmente dovuto sostenere combattimenti con navi armate con cannoni da 381 mm, mentre per rendere le due unità meno vulnerabili alle bombe di aereo, particolarmente a centro nave in corrispondenza dell’apparato motore, vennero applicate sul ponte di protezione, due strati da 12 mm di lamiere di acciaio.[52] Allo scopo di aumentare la protezione, intorno ai basamenti cilindrici delle torri di grosso calibro, vanne applicata una corazzetta di 50 mm di spessore, che sulle Duilio venne praticamente addossata al vecchio basamento cilindrico, mentre sulle Cavour venne sistemata ad una distanza di 50cm dalla protezione vera e propria, così, mentre ai fini della protezione la corazzatura in quei punti non presentava variazioni rilevanti, dal punto di vista estetico le Cavour si presentavano con le torri poggiate su basamenti più massicci. Il sistema Pugliese La protezione della nuova torre comando era di 260 mm.[53] Molto interessante era la protezione subacquea, denominata cilindri assorbitori modello Pugliese dal nome dellingegnere e generale del Genio Navale che la progettò. Tale protezione, la cui efficacia rimane controversa e non è stata né confermata né smentita dalle vicende belliche, consisteva in due lunghi cilindri deformabili, che posti lungo la murata, allinterno di una paratia piena, avevano il compito di assorbire la forza dellonda durto provocata dallesplosione di un siluro o di una mina, disperdendola allinterno del cilindro. Le Cavour furono le prima navi ad adottare questo sistema di protezione, che successivamente venne adottato anche nella ricostruzione delle Duilio e nella costruzione delle Littorio. Impianti[modifica | modifica sorgente] Le modifiche riguardarono anche la propulsione, con linstallazione di nuovi motori dalla potenza di 75 000 cv, che nelle prove a tutta forza giunsero a sviluppare una potenza di 93 000 e consentivano alle unità di raggiungere una velocità di 28 nodi.[54] La produzione del vapore era assicurata da otto caldaie a tubi dacqua del tipo Yarrow con surriscaldatori, dotate di sette bruciatori a nafta tipo Meiani ciascuna.[55] Il vapore alimentava due gruppi indipendenti di turbine Belluzzo che azionavano due assi con eliche tripale. Vennero eliminati due dei quattro assi, mentre caldaie e gruppi turboriduttori trovarono posto in posizione centrale a poppavia del torrione comando.[56] Ogni gruppo turboriduttore era composto da una turbina di alta pressione, da due di bassa pressione, che comprendevano una sezione per la marcia indietro e da un riduttore.[57] Uno era installato in un compartimento a poppavia delle caldaie di sinistra mentre l’altro in un compartimento a prua del locale caldaie di destra.[58] Lapparato motore mostrò sempre grande affidabilità, non essendosi mai verificate mai avarie di grave entità ed avendo sempre retto abbastanza bene anche agli sforzi prolungati di navigazione a tutta forza. Armamento[modifica | modifica sorgente] Larmamento principale[59] nei lavori di ricostruzione vide leliminazione della torre a centronave e la ri-tubazione delle altre torri da 305/46 a 320/44, per cui la configurazione finale presentò un totale di 10 cannoni da 320/44mm suddivisi fra due torri trinate, disposte a prua ed a poppa, e due torri binate sopraelevate, anchesse una a prua ed una a poppa. La gittata massima di questi cannoni che sparavano proiettili del peso massimo di 525 kg era di 28 600 metri allelevazione di 27°. Le torri binate avevano un peso di 539 tonnellate mentre il peso di quelle trinate era di 733 tonnellate e la velocità di brandeggio era di 5° al secondo. L’armamento principale con laumento del calibro e con la maggiore elevazione tuttavia non migliorò, poiché alla maggior gittata non corrispose una buona precisione del tiro. Venne costruito una nuova torre comando corazzata, di forma tronco-conica, non molto elevata che portava alla sommità una torretta rotante con due stereotelemetri aventi una base di 7,2 m per il calcolo della distanza dei bersagli e le apparecchiature per la direzione tiro dei calibri principali.[60] Il torrione ospitava la direzione di tiro occupata dal il Primo Direttore di Tiro che tramite lA.P.G. (Apparecchio di Punteria Generale) assegnava il bersaglio e comandava il fuoco delle batterie principali.[61] La direzione di tiro era direttamente connessa con la Centrale di Tiro, posta alla base del torrione. Nel caso di avaria della stazione di tiro sul torrione il fuoco dei cannoni principali poteva essere diretto dalla torre di prua superiore o da quella di poppa, subito dietro il fumaiolo, che ospitavano un telemetro da 9 m di base e la punteria della torre poteva sostituire lA.P.G. asservendo le altre torri.[62] Larmamento secondario fu totalmente modificato sbarcando tutti i vecchi cannoni e dopo la ricostruzione venne costituito da 12 cannoni da 120/50 mm, in 6 torrette binate OTO Mod. 1933, dal peso ciascuno di 33,46 tonnellate, disposte tre per lato, che sparavano proiettili da 23,15 kg alla distanza di 22 000 metri, alla massima elevazione che era di 45°. Larmamento antiaereo principale era costituito da 8 cannoni OTO 100/47 Mod. 1928 mm in torrette singole del peso di 14,8 tonnellate ciascuna, 4 per ogni lato della nave, che sparavano proiettili del peso di 13,8 kg ad unaltezza di 10 000 metri. I cannoni 100/47 R.M. utili anche in compiti antinave erano la riproduzione dei vecchi Skoda da 100 mm ex austriaci, che con laumento della velocità dei velivoli e con le nuove forme di attacco in picchiata si mostrarono insufficienti alla difesa aerea e rivelavano una certa utilità solo nel tiro di sbarramento, tanto che ovviare a tali inconvenienti venne approntato il complesso singolo modello Ansaldo 90/50 Mod. 1938 con affusto stabilizzato che però trovò impiego solamente sulle Duilio e sulle Littorio ma non sulle Cavour. Completavano larmamento antiaereo 16 cannoni da 37/54 e dodici da 20/65 mm, con i cannoni da 37 mm che avevano una cadenza di tiro di 120 colpi al minuto, e sparavano proiettili del peso di 1,63 kg alla quota di 5 000 metri e venne infine installata una moderna centrale di tiro. Vennero anche rimossi i tubi lanciasiluri.[63] Furono installate due catapulte tipo Gagnotto per il lancio di 4 idrovolanti IMAM Ro.43 che venivano assicurati sopracoperta in navigazione. Linstallazione interferiva con il fuoco dei calibri minori e fu rimossa senza vedere impiego operativo.[64] Profilo e pianta Giulio Cesare1.jpg Profilo e pianta prima della ricostruzione Profilo e pianta Giulio Cesare2.jpg Profilo e pianta dopo la ricostruzione Considerazioni sullutilità dei lavori di ricostruzione[modifica | modifica sorgente] il Conte di Cavour dopo la ricostruzione Si è a lungo dibattuto sullutilità della ricostruzione delle Cavour e successivamente delle Duilio ed i detrattori sostengono che con il costo sostenuto si sarebbero potute costruire una nave da battaglia nuova che in un futuro conflitto avrebbero potuto rivelarsi più utile.[65] Le navi ricostruite in effetti operarono attivamente solo nel primo periodo della seconda guerra mondiale supplendo ad un vuoto nella linea italiana colmato poi con l’entrata in servizio delle Littorio, conseguentemente vennero impiegate in compiti secondari.[66] Le Cavour avevano un armamento antiaereo piuttosto scarso che venne migliorato sulle successive Duilio e furono le uniche navi da battaglia italiane a non avere i moderni cannoni antiaerei da 90 mm mentre un altro difetto fu la scarsa corazzatura unita ad una sarsa compartimentazione e ad una non eccelsa robustezza strutturale, dimostrata dal fatto che nella notte di Taranto mentre la Littorio colpita da tre siluri dopo cinque mesi era già tornata in servizio il Conte di Cavour colpito da un solo siluro non rientrò più in servizio e durante i lavori di riparazione, mai ultimati, erano stati previsti sostanziali potenziamenti dellarmamento antiaereo. Servizio[modifica | modifica sorgente] Al termine dei lavori di ricostruzione le due unità rientrarono in squadra raggiungendo la loro base di Taranto. Il 5 maggio 1938 le due corazzate presero parte alla parata navale nel golfo di Napoli in occasione della visita di Hitler in Italia e fu proprio il Conte di Cavour ad ospitare a bordo Re Vittorio Emanuele III, Hitler e Mussolini. Seconda guerra mondiale[modifica | modifica sorgente] Il Conte di Cavour semisommerso dopo lattacco di Taranto Il 10 giugno 1940, giorno dellentrata in guerra dellItalia nel secondo conflitto mondiale, le due unità si trovavano a Taranto e facevano parte della V Divisione Corazzate, comandata dallammiraglio di squadra Bruno Brivonesi, nellambito della I Squadra Navale comandata dallammiraglio Inigo Campioni, con il Conte di Cavour ammiraglia di squadra e il Giulio Cesare ammiraglia di divisione. Allinizio del conflitto presero parte alla battaglia di Punta Stilo nel corso della quale il Giulio Cesare venne colpito dalla nave da battaglia britannica Warspite, nave ammiraglia di Sir Andrew Cunningham, ma i danni subiti non furono gravi. Il 30 agosto successivo, le due corazzate, presero parte con gran parte delle unità della I Squadra ad unazione di contrasto al tentativo inglese di rifornire Malta facendo giungere un convoglio da Alessandria dEgitto, denominato dai britannici Operazione Hats.[67] La Squadra Navale italiana, che vedeva per la prima volta limpiego delle due nuovissime navi da battaglia della Classe Littorio, non riuscì però a venire a contatto del nemico, anche a causa di una violenta burrasca che costrinse al rientro le navi italiane non potendo i cacciatorpediniere reggere il mare. Il Conte di Cavour venne gravemente danneggiato da un siluro lanciato da un aerosilurante britannico Swordfish nella notte di Taranto tra l11 e il 12 novembre 1940 e recuperato alla fine del 1941 venne inviato a Trieste per riparazioni senza ritornare più in servizio attivo. Il Giulio Cesare, dopo la notte di Taranto, il 27 novembre 1940 prese parte alla battaglia di Capo Teulada[68] fino al 1942 venne assegnato a compiti di scorta ai convogli e dopo aver partecipato alla fine del 1941 alla prima battaglia della Sirte,[69] allinizio del 1942, ritenuto ormai obsoleto per missioni operative, venne inviato a Pola e utilizzato per compiti addestrativi. Durante il conflitto effettuò 38 missioni di guerra, delle quali 8 per ricerca del nemico, 2 per scorta ai convogli e protezione del traffico nazionale, 14 per trasferimenti e 14 per esercitazioni, per un totale di 16.947 miglia percorse e 912 ore di moto effettuate. Armistizio e dopoguerra[modifica | modifica sorgente] In seguito alle vicende che seguirono larmistizio, il Conte di Cavour venne catturato il 10 settembre 1943 mentre era ancora in riparazione dai tedeschi che però si disinteressarono di completare le riparazioni. Il relitto del Conte di Cavour Successivamente durante un bombardamento alleato su Trieste il 20 febbraio 1945 venne centrato da due bombe che creando uno squarcio causò un afflusso di acqua allinterno dello scafo che fece inclinare la nave che si ribaltò. La nave venne radiata ufficialmente il 27 febbraio 1947 e terminata la guerra, il suo relitto venne recuperato tra il 1950 e il 1952 per essere demolito. Il Giulio Cesare dopo larmistizio dell8 settembre 1943, a seguito delle clausole armistiziali, seguì a Malta il resto della flotta, ritornando a Taranto il 28 giugno 1944. Al termine della guerra venne ceduto, in ottemperanza alle clausole del trattato di pace, allUnione Sovietica nel 1949. come risarcimento per danni di guerra. Il Giulio Cesare nel 1950 dopo la cessione ai sovietici Durante il servizio nella Marina Sovietica venne ribattezzato con il nome di Novorossijsk e assegnato alla base Sebastopoli come ammiraglia della Flotta del Mar Nero. Successivamente venne utilizzato come vascello di addestramento per artiglieri e sottoposto a vari cicli di lavori per manutenzione ed ammodernamento. Gli ammodernamenti più significativi avvennero nel 1953 e videro la sostituzione dei gruppi turboriduttori e la sostituzione dellarmamento antiaereo secondario con materiale di fabbricazione sovietica e linstallazione di radar ed apparati di comunicazione. La notte tra il 28 e il 29 ottobre 1955 mentre era ancorato nella baia di Sebastopoli, in seguito ad unesplosione, affondò causando la morte di 608 marinai, la maggior parte dei quali si trovavano allinterno dei compartimenti della nave, in quello che fu il più grande disastro nella storia navale russa. Le cause dellesplosione, fino ad oggi, nonostante le tante ipotesi, dopo oltre mezzo secolo, non sono state mai del tutto accertate. Tra le ipotesi, la più teatrale è lipotetica vendetta da parte di ex membri della Xª Flottiglia MAS che consideravano un atto di disonore la cessione della corazzata allUnione Sovietica. Note[modifica | modifica sorgente]
Posted on: Fri, 22 Nov 2013 17:49:52 +0000

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