Colore di pioggia e di ferro Dicevi:morte, silenzio, - TopicsExpress



          

Colore di pioggia e di ferro Dicevi:morte, silenzio, solitudine; come amore, vita. Parole delle nostre provvisorie immagini. E il vento sè levato leggero ogni mattina e il tempo colore di pioggia e di ferro è passato sulle pietre, sul nostro chiuso ronzio di maledetti. Ancora la verità è lontana. E dimmi, uomo spaccato sulla croce, e tu dalle mani grosse di sangue, come risponderò a quelli che domandano? Ora, ora: prima che altro silenzio entri negli occhi, prima che altro vento salga e altra ruggine fiorisca. In questa poesia Salvatore Quasimodo rievoca in modo solenne quanto accaduto la mattina del 6 agosto 1945 ad Hiroshima: lo scoppio della prima bomba atomica, che ha determinato la morte di tanti, troppi innocenti. Il poeta si chiede perciò che cosa potrà rispondere a quelli che domanderanno quanto successo. E un interrogativo che tanti si pongono negli anni successivi alla guerra e, il ruolo di Quasimodo, come di tutte le altre persone che sono state vittime morali del conflitto mondiale, è quello di tramandare le vicende: ricordare per non dimenticare, prima che altro silenzio entri negli occhi, prima che altro vento salga e altra ruggine fiorisca, ovvero non tacere su quanto avvenuto per evitare che avvenga di nuovo. Una frase che può sembrare banale ma, pensandoci bene, non cè nulla di più spaventoso per il nostro futuro di non conoscere un passato che, anche se non vissuto sulla nostra pelle, ci appartiene ugualmente. (Arceci Francesca)
Posted on: Sun, 20 Oct 2013 00:24:43 +0000

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