Concerto di David Sylvian: na matunat sopra li cujune (trad dal vernacolo: alquanto pesante). Sgombriamo il campo da possibili equivoci, non si è trattato di un concerto, di musica dal vivo nemmeno l’ombra. Tre maxi schermi sul palco, all’inizio le immagini ricordano vagamente le lastre dei raggi, poi sfondi cromaticamente più accettabili. Sul palco, in penombra, dietro dei mac, i protagonisti della serata. Per quel che mi riguarda, durante l’ora e poco più dello strazio, potevano stare anche a chattare con gli amici su face, magari dicendo “guarda sti cretini, non dicono niente per non fare brutta figura”, si perchè non si distinguono nemmeno i volti. In pratica i tre, con la postura di chi sta in cameretta a farsi i cazzi suoi, di tanto in tanto regalano qualche suono. Sporadici pin, tin dalle tastiere, altre schitarrate-scatarrate sonore dalla chitarra, con il terzo elemento, apparentemente statico dietro il suo tavolino, un incrocio tra un dj e un appassionato di baracchini.Questi suoni sconnessi, si inseriscono su un tappetto, per così dire, musicale, alquanto ripetitivo, ipnotico e piatto, interrotto solo dalla voce registrata di un poeta in inglese (non ho voluto nemmeno andare a cercare l’autore). Anche un piccolissimo lampo nel nulla, un frammento, ovviamente registrato anche questo, di una canzone di Frank Sinatra. Finalmente dopo circa 70 minuti, i tre si dileguano nell’ombra, le luci non si alzano nemmeno alla fine, Un genio al mio fianco commenta “interessante la scelta del video totale, è stata un’esperienza”. Mi sono trattenuto a stento dal dirgli “ma ngulammamete”. Io sono sicuro che se alla fine fossi salito sul palco, rispolverando i timidi ricordi adolescenziali del giro di do, regalando al pubblico sapore di sale, sarei stato abbracciato da una folla festante in lacrime, troppo provata da quel nulla. David Sylvian: ma vaffangul camin!
Posted on: Sat, 21 Sep 2013 23:39:21 +0000
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