Corradino Mineo: "Eppur si muove. Ieri Matteo Renzi è tornato, - TopicsExpress



          

Corradino Mineo: "Eppur si muove. Ieri Matteo Renzi è tornato, dopo parecchio tempo, a scrivere in rete. “Renzi: tiro al piccione contro di me”, è il titolo odierno di Repubblica. Il sindaco ha ragione. Le vecchie correnti (componenti di un partito impersonale che somigliano a cordate personali, le ha ben definite, ieri, il senatore Pd Corsini) danno l’impressione di volerlo irretire, appesantire, sfiancare senza però affrontarlo a viso aperto. Ma ha torto, Renzi, a non capire che è sua la contraddizione. Matteo ha bisogno che i tempi del congresso e delle elezioni politiche siano noti e brevi: un rapido passaggio da segretario del Pd, poi la marcia trionfale verso il voto “per cambiare il Paese”. Ha questo in testa. Purtroppo non è così che andranno le cose. Il governo pende come la Torre della sua città, ma molti italiani continuano a pensare che abbia un suo perché. Il Pd, prima che di vincere le elezioni deve dire e dirsi quale sia il ruolo che intende svolgere, cosa voglia, nella crisi, la sinistra, come possa uscire il partito da vent’anni di navigazione subalterna al neo liberismo. E ai diktat di Berlusconi. Dunque, Matteo, o ti candidi a segretario e ti occupi del partito (con i rischi connessi), in attesa della sfida con Letta per la candidatura. O resti a litigare con il Cardinal Betori e ad affittare Ponte Vecchio, in attesa delle primarie di coalizione, quando te la vedrai con Letta. Ieri Gianni Cuperlo ha passato il Rubicone. Ha detto perché si candida. Semplice. Perché la crisi del 2008 postula un’uscita dal neo liberismo che ha distribuito “profitti enormi”, ha “dilatato” i consumi, ha contagiato l’ossessione per la sicurezza (“alla fine degli anni 70, mezzo milione di detenuti negli Stati Uniti, oggi 2 milioni). Come rispondere? Innanzitutto - ha detto Cuperlo - dovremo “condividere un sentimento con quelli che vogliamo rappresentare”. Tornare fra le persone in carne e ossa, tra i bisogni e le sofferenze. Non più chiusi nel “palazzo” né arroccati nel nome di una politica che a ben vedere - dice Gianni - "è stata fragile, incapace di dare risposte”. Poi il candidato snocciola alcune parole, secondo lo stile che Mazzetti ha scelto per la nota trasmissione Fazio-Saviano. “Uguaglianza”: rovesciare il piatto di un sistema che ha preteso di presentare come morale l’enorme crescita delle ingiustizie sociali. “Dignità”: del lavoro, dei migranti (ius soli), affermazione a gran voce dei diritti civili, di tutti i diritti. Infine: “Democrazia e politica”, un partito tra i cittadini e per i cittadini. No all’illusione che riformare la Costituzione ci ridia un governo che governi. Senza quel sentimento di condivisione, senza l’analisi spietata della nostra subalternità, senza la prospettiva di una battaglia politica e sociale non si governa la complessità. Non c’è che dire: un buon inizio. Molto di sinistra. Ma guardavo la sala piena della Camera che ascoltava in silenzio Cuperlo e mi assaliva un dubbio. Non è che lo apprezzeranno per l’eleganza del discorso, per la forza del sogno, ma decisi a continuare come prima? Uno strano senatore del Pd, che si vuole tanto realista da apparire spesso di destra, mi ha chiesto: “È il nostro Papa Francesco?”. Può darsi, ma a Bergoglio la chiesa ha consegnato le chiavi del Vaticano.
Posted on: Wed, 03 Jul 2013 14:24:14 +0000

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