Corriere del ticino Primo Piano terrorismo 3 Lunedì 12 agosto - TopicsExpress



          

Corriere del ticino Primo Piano terrorismo 3 Lunedì 12 agosto 2013 l’intervista MassiMo introvigne La terza metamorfosi dei figli di Bin Laden «Oggi Al Qaeda lotta per creare nuovi emirati ma gli attentati in Occidente restano possibili» Costretti ad aver paura. In un’estate già piena zeppa d’incidenti stradali, ferroviari e aviatori da toglier la voglia di viaggiare, mancava soltanto la massima allerta alle ambasciate americane in 24 Paesi, alcuni dei quali europei. Ed eccoci qui a domandarci se di questi tempi la tranquillità debba essere per forza un lusso. Eppure, parole del presidente USA Barack Obama, «la minaccia è seria», la più grave dall’11 settembre ad oggi. Che cosa dobbiamo attenderci? E come sta «la madre di tutti i gruppi terroristici», Al Qaeda, da quando il suo leader Osama Bin Laden è stato freddato durante un blitz in Pakistan? Chiediamo lumi a Massimo Introvigne, direttore del CESNUR, Centro Studi Nuove Religioni, di Torino ed enciclopedico conoscitore del fenomeno. di Carlo silini «In realtà Al Qaeda è entrata nella sua terza fase», esordisce lo studioso. Scusi, prima di parlarcene, ci ricorda le altre due? «Certo. Nella prima fase Al Qaeda era un’organizzazione terroristica di tipo tradizionale, come le Brigate Rosse. Era in grado di pianificare e gestire in proprio degli attentati spettacolari. È la fase degli attacchi alle ambasciate americane in Africa e che va fino all’11 settembre. Presupponeva l’avere un centro dove la leadership potesse addestrare dei terroristi con campi d’addestramento che sono esistiti in varie aree, da ultimo in Afghanistan ». E dopo l’11 settembre? «Con la guerra in Afghanistan i campi sono smantellati, la leadeship è impegnata soprattutto a scappare e a nascondersi. Siamo nella seconda fase. Al Qaeda diventa sostanzialmente un’organizzazione in franchising che ha delle idee, dei manuali di addestramento, dei piani e dei soldi che sono distribuiti ad un numero che varia nel tempo di organizzazioni semi-indipendenti che operano, appunto secondo lo schema del franchising. In questa fase non succedono più attentati organizzati da Bin Laden o da Al Zawahiri, che personalmente addestrano chi lo fa. Ma sono il gruppo ceceno, il gruppo indonesiano, il gruppo del Daghestan, quello delle Filippine o dell’Algeria che operano in modo semi-autonomo, prendendo delle idee, qualche volta dei soldi e delle armi». E giungiamo alla terza fase, quella attuale. «Sì. Con la morte di Bin Laden, anche se in realtà il processo era già cominciato prima, Al Qaeda si trasforma di nuovo, diventando qualcosa di più rilevante sullo scacchiere geopolitico di quanto fosse nelle precedenti due fasi: libero forse da Bin Laden, il nuovo leader Zawahiri anziché attentati di tipo anti-occidentale lancia la dottrina degli emirati». In cosa consiste? «Consiste nel controllare e occupare piccoli Stati, talora non proprio piccolissimi, delle aree del territorio di Paesi islamici e lì battere moneta, stampare francobolli, gestire scuole, e cioè costituire degli Stati». È quello che stava per succedere in Mali. «Esattamente. È successo, ma poi i francesi hanno al 90% smantellato tutto questo. È quello che succede in Somalia, che succede in alcune regioni dello Yemen e che succede in alcune zone del Sinai. Sono zone più o meno remote dove si costituiscono questi emirati. La strategia è diventata completamente diversa: dal obiettivo sharia La branca più attiva di al Qaeda è in Yemen (a sinistra). sopra: giovani talebani in pakistan. movimento internazionalista che colpiva New York, siamo arrivati ad un movimento che mira all’occupazione di porzioni del territorio con una politica di islamizzazione che prevede un’enfasi su una tematica che Al Qaeda non aveva mai coltivato in precedenza con particolare zelo». Quale tematica? «Quella dell’attacco alle chiese e alle comunità cristiane. Da qui sgorga poi una nuova fase con l’elezione di un nuovo capo che sarebbe disposto a trattare, con tanti se e tanti ma, con gruppi come i Boko Haram in Nigeria che hanno l’anticristianesimo in cima i propri obiettivi». Ma allora Al Qaeda non opera più in Occidente. «No, opera ancora anche da noi, soprattutto la sua filiale yemenita che ha cercato di indottrinare dei simpatizzanti negli Stati Uniti che poi hanno fatto qualche attentato, soprattutto con militari che uccidono altri militari. La strada degli attentati in Occidente non è quindi stata totalmente abbandonata, almeno negli Stati Uniti, Ma per Al Qaeda in questo momento sono importanti gli emirati». Ciò non toglie che ci sono stati ancora di recente attacchi come quello di Boston e di Londra, messi in atto da terroristi «isolati» che forse, rispondevano alla logica della seconda fase di Al Qaeda. «Sì. Le fasi in parte si sovrappongono, ma sono uno schema utile per capire cosa sta succedendo. In realtà i gruppi che avevano dei rapporti di network , di franchising, come quelli che operano in Indonesia, in Malaysia o nelle Filippine, continuano a svolgere la loro attività. E poi non dimentichiamo che l’uso della sigla Al Qaeda è problematico. Nessuno sa se chi vi fa riferimento sia davvero in contatto con Zawahiri». Se Al Qaeda si concentra soprattutto sugli emirati, come interpretare l’allarme americano sulle ambasciate, obiettivi occidentalissimi? «Questo è dovuto in particolare ad un emirato, quello dello Yemen, che ha continuato a teorizzare gli attentati negli Stati Uniti. È un tipo di emirato che viene continuamente decapitato perché la classe dirigente viene uccisa con la tecnica dei droni. E ogni volta che un capo significativo viene ucciso, loro dichiarano che si vendicheranno con l’Occidente». Allora, l’allarme di questi giorni, dipende dalle possibili ritorsioni per gli attacchi coi droni? «In parte sì. Ma poi, una delle filiali, quella che si chiama Al Qaeda della penisola arabica, è in grado di colpire negli USA e di fatto lo ha già fatto diverse volte. Invece, quelle del Mali o dell’Algeria o della Somalia, né sono interessate, né hanno la struttura economica che consenta loro di colpire negli Stati Uniti».
Posted on: Mon, 12 Aug 2013 14:33:22 +0000

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