Crocetta, Lumia e quelle ‘ombre’ sulla grande serra - TopicsExpress



          

Crocetta, Lumia e quelle ‘ombre’ sulla grande serra fotovoltaica di Gela di Antonella Sferrazza (16/7/2013) 2 commenti . 7 La maledizione siciliana colpisce ancora. E allunga le sue ombre su progetti che, di per sé, possono pure essere interessanti, ma che vedono tra i protagonisti personaggi considerati ’borderline’. E’ il caso ad esempio, del progetto del più grande impianto agro-fotovoltaico su serra d’Italia e, probabilmente d’Europa, che ha già ottenuto il via libera e che vedrà luce tra Gela e Butera, in provincia di Caltanissetta. Un sistema da 80 MW su una superficie di 230 ettari di serre integrato da un impianto di cogenerazione a biomasse. I terreni su cui sorgerà l’impianto sono stati espropriati dal Comune di Gela “per pubblica utilità” con il serradecreto dirigenziale n1 del primo Ottobre 2012 (che potete leggere qui). Due i canali di di finanziamento: oltre 200 milioni sono stati investiti in questo progetto da finanziatori internazionali che fanno capo a Radiomarelli, storica azienda oggi con sede a Lugano. Il resto delle risorse necessarie all’investimento (pari a 94,8 milioni) che sarà investito nella parte specificatamente agricola deriva in parte da un finanziamento del Cipe pari al 30% della quota (nell’ambito di un contratto di programma stipulato tra il Ministero alle Attività Produttive e il Consorzio sviluppo delle produzioni agricole siciliane Spas S.c. a r.l.) e il resto dalla cooperativa Agroverde, promotrice dell’iniziativa, che ha messo a disposizione risorse proprie e che ha stipulato un Protocollo d’Intesa con il Comune di Gela a cui andrà una percentuale sugli utili (3%). Le ricadute occupazioni previste sono importanti: almeno 400 nuovi posti di lavoro. Non è ancora chiaro, invece, l’aspetto legato alla commercializzazione dei prodotti: ci sono già accordi? Con chi? Verso quali mercati si punta? Domande che, probabilmente, troveranno risposta più in là. Mentre sembra certo che a fornire i pannelli non sarà la siciliana 3Sun (nata sempre con soldi del Cipe, nell’Etna Valley), ma una società svizzera, la Pramac Swiss. Tutto bene allora? Non proprio. Molti personaggi coinvolti sono, infatti, piuttosto chiacchierati. E a Gela e dintorni, ha fatto non poca impressione vedere, il 10 Giugno scorso, per la posa della prima pietra, il Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, e il senatore Beppe Lumia, noti paladini dell’Antimafia, accanto a loro. C’è da considerare che la Regione siciliana ha fatto la sua parte in questa storia: ha rilasciato il Via (Valutazione di impatto ambientale) e le altre autorizzazioni necessarie, quindi in fondo non è così strana la presenza di Crocetta, che non a caso era accompagnato anche dall’assessore al Territorio, Mariella Lo Bello. agroverde Ma torniamo ai personaggi principali: presidente della Cooperativa Agroverde è Stefano Italiano, un passato da imprenditore anti-racket e oggi, come leggiamo su Quelenergia.it, sotto processo per riciclaggio di capitali mafiosi: inquisito nel 2008, nel 2010 è stato assolto perché il fatto non sussiste; nel 2011, dopo che la Procura Generale ha impugnato la sentenza, il procedimento è stato riaperto. A QualEnergia.it Stefano Italiano ha detto di essere“assolutamente tranquillo” riguardo all’esito della sentenza. Bene per lui. Ma resta un indagato e per ipotesi di reato alquanto gravi. L’altro personaggio è Emanuele Mondello, titolare della Mondello spa, società edilizia gelese che eseguirà le opere edili. Spesso finito nel mirino dei magistrati della Dia, che indagavano sui clan Rinzivillo ed Emmauello, attualmente non risulta indagato. Anzi. E’stato sentito dai giudici di Gela per presunte estorsioni subite. Ma nessuno metterebbe la mano sul fuoco, a quanto pare, sulle sue attività. Si sa, purtroppo a Gela il confine tra legalità e illegalità è molto sottile. Neanche il Senatore Beppe Lumia, che nel 2009 presentò una interrogazione feroce al Senato (di cui potete leggere in calce uno stralcio) in cui chiede conto e ragione del coinvolgimento di una società dei Mondello (la IGC) nella ricostruzione post terremoto a L’Aquila. Recentemente poi, nel corso di una nuova udienza di uno dei tronconi del processo sorto dalla maxi inchiesta antimafia “Tetragona”, è stato ascoltato il collaboratore di giustizia Carmelo Barbieri, che come racconta il quotidianodigela.it ha puntato la sua attenzione anche sul rapporto che si sarebbe intrecciato con alcuni imprenditori locali. “Ricordo molto bene – ha spiegato – che Emanuele Mondello ci garantiva in continuazione regali economici. Somme che versava con regolarità anche quando non venivano chieste. Una busta con denaro venne consegnata, al momento della sua scarcerazione, a Carmelo Collodoro”. Ora, nessuno può sostituirsi ai magistrati che avranno modo e tempo di verificare ogni dichiarazione e di giudicare al termine dei processi. Ma, resta sempre in primo piano il principio dell’opportunità e dell’etica. Ricordiamo a questo proposito le parole di Paolo Borsellino: i politici dovrebbero tenersi lontani da fatti che, anche se non costituiscono reato, risultano inquietanti. Insomma, antimafia vera. Crocetta, Lumia e quelle ‘ombre’ sulla grande serra fotovoltaica di Gela di Antonella Sferrazza (16/7/2013) 2 commenti . 7 La maledizione siciliana colpisce ancora. E allunga le sue ombre su progetti che, di per sé, possono pure essere interessanti, ma che vedono tra i protagonisti personaggi considerati ’borderline’. E’ il caso ad esempio, del progetto del più grande impianto agro-fotovoltaico su serra d’Italia e, probabilmente d’Europa, che ha già ottenuto il via libera e che vedrà luce tra Gela e Butera, in provincia di Caltanissetta. Un sistema da 80 MW su una superficie di 230 ettari di serre integrato da un impianto di cogenerazione a biomasse. I terreni su cui sorgerà l’impianto sono stati espropriati dal Comune di Gela “per pubblica utilità” con il serradecreto dirigenziale n1 del primo Ottobre 2012 (che potete leggere qui). Due i canali di di finanziamento: oltre 200 milioni sono stati investiti in questo progetto da finanziatori internazionali che fanno capo a Radiomarelli, storica azienda oggi con sede a Lugano. Il resto delle risorse necessarie all’investimento (pari a 94,8 milioni) che sarà investito nella parte specificatamente agricola deriva in parte da un finanziamento del Cipe pari al 30% della quota (nell’ambito di un contratto di programma stipulato tra il Ministero alle Attività Produttive e il Consorzio sviluppo delle produzioni agricole siciliane Spas S.c. a r.l.) e il resto dalla cooperativa Agroverde, promotrice dell’iniziativa, che ha messo a disposizione risorse proprie e che ha stipulato un Protocollo d’Intesa con il Comune di Gela a cui andrà una percentuale sugli utili (3%). Le ricadute occupazioni previste sono importanti: almeno 400 nuovi posti di lavoro. Non è ancora chiaro, invece, l’aspetto legato alla commercializzazione dei prodotti: ci sono già accordi? Con chi? Verso quali mercati si punta? Domande che, probabilmente, troveranno risposta più in là. Mentre sembra certo che a fornire i pannelli non sarà la siciliana 3Sun (nata sempre con soldi del Cipe, nell’Etna Valley), ma una società svizzera, la Pramac Swiss. Tutto bene allora? Non proprio. Molti personaggi coinvolti sono, infatti, piuttosto chiacchierati. E a Gela e dintorni, ha fatto non poca impressione vedere, il 10 Giugno scorso, per la posa della prima pietra, il Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, e il senatore Beppe Lumia, noti paladini dell’Antimafia, accanto a loro. C’è da considerare che la Regione siciliana ha fatto la sua parte in questa storia: ha rilasciato il Via (Valutazione di impatto ambientale) e le altre autorizzazioni necessarie, quindi in fondo non è così strana la presenza di Crocetta, che non a caso era accompagnato anche dall’assessore al Territorio, Mariella Lo Bello. agroverde Ma torniamo ai personaggi principali: presidente della Cooperativa Agroverde è Stefano Italiano, un passato da imprenditore anti-racket e oggi, come leggiamo su Quelenergia.it, sotto processo per riciclaggio di capitali mafiosi: inquisito nel 2008, nel 2010 è stato assolto perché il fatto non sussiste; nel 2011, dopo che la Procura Generale ha impugnato la sentenza, il procedimento è stato riaperto. A QualEnergia.it Stefano Italiano ha detto di essere“assolutamente tranquillo” riguardo all’esito della sentenza. Bene per lui. Ma resta un indagato e per ipotesi di reato alquanto gravi. L’altro personaggio è Emanuele Mondello, titolare della Mondello spa, società edilizia gelese che eseguirà le opere edili. Spesso finito nel mirino dei magistrati della Dia, che indagavano sui clan Rinzivillo ed Emmauello, attualmente non risulta indagato. Anzi. E’stato sentito dai giudici di Gela per presunte estorsioni subite. Ma nessuno metterebbe la mano sul fuoco, a quanto pare, sulle sue attività. Si sa, purtroppo a Gela il confine tra legalità e illegalità è molto sottile. Neanche il Senatore Beppe Lumia, che nel 2009 presentò una interrogazione feroce al Senato (di cui potete leggere in calce uno stralcio) in cui chiede conto e ragione del coinvolgimento di una società dei Mondello (la IGC) nella ricostruzione post terremoto a L’Aquila. Recentemente poi, nel corso di una nuova udienza di uno dei tronconi del processo sorto dalla maxi inchiesta antimafia “Tetragona”, è stato ascoltato il collaboratore di giustizia Carmelo Barbieri, che come racconta il quotidianodigela.it ha puntato la sua attenzione anche sul rapporto che si sarebbe intrecciato con alcuni imprenditori locali. “Ricordo molto bene – ha spiegato – che Emanuele Mondello ci garantiva in continuazione regali economici. Somme che versava con regolarità anche quando non venivano chieste. Una busta con denaro venne consegnata, al momento della sua scarcerazione, a Carmelo Collodoro”. Ora, nessuno può sostituirsi ai magistrati che avranno modo e tempo di verificare ogni dichiarazione e di giudicare al termine dei processi. Ma, resta sempre in primo piano il principio dell’opportunità e dell’etica. Ricordiamo a questo proposito le parole di Paolo Borsellino: i politici dovrebbero tenersi lontani da fatti che, anche se non costituiscono reato, risultano inquietanti. Insomma, antimafia vera.
Posted on: Wed, 17 Jul 2013 02:08:28 +0000

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