C’è sempre un poco di tristezza nel rifare i bagagli al termine - TopicsExpress



          

C’è sempre un poco di tristezza nel rifare i bagagli al termine di una vacanza (per me ancora di più perché sono affetto dalla fobia da valigia), cui si aggiunge nel mio caso anche il profondo senso di colpa per essere il disertore che abbandona il campo di battaglia con la scusa del lavoro, mentre il resto della truppa (poveretti, che pena mi fanno) starà ancora un bel po’ a mollo nel mare di Sardegna (riusciranno a sopravvivere a tutto questo stress?). Per consolarmi ripercorro mentalmente le tantissime cose stupende che ho visto in questa straordinaria Sardegna, i momenti buffi passati, i sorrisi delle persone che amo e dico fra me: “Dai, non se la prenderanno troppo se tu starai al lavoro mentre loro dormono sotto l’ombrellone…sono molto generosi e capiranno” Ripenso alla spiaggia con i suoi simpatici personaggi, ai bulletti tatuati con la bottiglietta di Ichnusa in mano parcheggiati al chioschetto a raccontarsi le loro conquiste; alle signore a pera reduci dalla prova costume finita con una rovinosa sconfitta che vagano su e giù come dantesche anime perdute immerse strategicamente in acqua fino al posteriore capoluogo di provincia mediamente popolata con il loro gelatino consolatorio in mano e appena uscite tentano di infilarsi (grazie al potere miracoloso di 20 minuti di camminata in mare) in un abitino dal colore psichedelico di almeno tre taglie più piccolo del dovuto proposto dal ruffianissimo venditore ambulante (i vicini di ombrellone portano i piccoli lontano al riparo dal pericolo dell’esplosione del vestito) che giura loro “signora bellissima vestito perfetto per te”; al venditore del coccobello che io credevo estinto dagli anni sessanta e invece esiste ancora e propone con le stesse parole di allora il suo prodotto; ai condannati ai lavori forzati che passano e ripassano trafelati sul bagnasciuga assumendo coloriti sempre più intensi (al primo passaggio freschi e rosa, poi sempre più accaldati e via via per lo sforzo compiuto al sole a 45 gradi rossi, amaranto, cianotici, francamente blu fino a che qualche pietoso non li stoppa prima che stramazzino a terra o inizino a rompere con affermazioni stravaganti tipo ho visto la Madre di nostro Signore in costume da bagno quindi occorre costruire qui e subito il Santuario della Madonna del Bagnante-Camminante); ai superatleticoattrezzati che sguazzano nel mare d’agosto in mezzo a quattrocento turisti con muta da sub, pinne, maschera e boccaglio e si immergono sino alla pazzesca profondità di metri uno virgola novanta centimetri e risalgono soddisfatti dichiarando all’intera spiaggia di avere osservato il fondale della fossa delle Marianne; alle amiche del club Spargiveleno che si mettono sulle spiaggine come se fossero a un concorso di bellezza e giudicano con perfidia assoluta tutti i culi di sesso femminile e (essendo moderne e libere) maschile che transitano a tiro rilevandone ogni più piccolo difetto (“guarda questa, giovane e con un costume brasiliano, due chili di cellulite, non si vergogna? Mmm, guarda quello con gli occhiali scuri, peccato non metta gli slip…)…ai loro piedi, i cadaveri infilzati dalla loro lingua perché nessuno si salva, nemmeno quella meravigliosa ragazza dal fisico perfetto, dal viso dolcissimo, dal costume giusto…”una bella così si deve mettere con uno così butto? Si vede che lui ha i soldi”… E ripenso (scusate se per un attimo solo smetto di fare il deficiente come mio solito) ai nuraghe, alle domus de janas, a Franco, l’archeologo cugino di Maddalena che ci ha fatto da guida di straordinaria bravura: UNICI italiani in mezzo a queste meraviglie popolate invece da turisti tedeschi, francesi, olandesi, norvegesi… che hanno capito, molto meglio di noi, che in Sardegna non c’è solo il mare… Buona domenica di vacanza, amici di FB!!!
Posted on: Sun, 11 Aug 2013 06:09:38 +0000

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