DA QUI A NOVEMBRE … Non era ancora primavera quando gli - TopicsExpress



          

DA QUI A NOVEMBRE … Non era ancora primavera quando gli straordinari in Magna hanno cominciato a imperversare sulla nostra vita, mettendo a dura prova la salute, aggredita da ore e ore in più di sfruttamento del nostro corpo e della nostra mente; riducendo gli spazi sociali e familiari, quelli dedicati agli affetti e ai rapporti coi figli e di coppia; facendoci diventare degli autentici robot, impostati su programmi dove la persona è cancellata e dove esiste unicamente il lavoro, i suoi ritmi spietati, il cinismo di una gerarchia aziendale capace solo di scaricare sulle postazioni gli ordini ricevuti dall’alto, per assicurare al padrone i volumi produttivi da piazzare sul mercato just in time, cioè in tempo reale, cioè sùbito. Così, simbolicamente e insieme materialmente, anche il “25 aprile” (festa della liberazione da una dittatura durata più di vent’anni, che aveva reso schiavo il lavoro e la società e scatenato una guerra mondiale lunga 5 anni) è stato sacrificato sull’altare della ferocia dell’organizzazione del lavoro sotto padrone nell’epoca della crisi, o meglio della sua gestione tesa a mantenere alto il profitto e al tempo stesso a schiacciare le persone e la personalità delle operaie e degli operai, umiliarli, fargli chinare la testa, terrorizzarli con lo spettro del licenziamento, della miseria, della fame, della disperazione. E il 25 aprile in fabbrica pareva d’essere in centro all’ora di punta degli appuntamenti serali di massa! Anche se gli ultimi 45 giorni sono stati un po’ meno massacranti (ma poi neppure tanto), in questi 5 mesi di nostra esistenza non proprio felice, mentre il padrone contava e ricontava beato gli utili che estorceva a man bassa dal nostro lavoro, non sono stati pochi i casi in cui il nostro “popolo”, quello dei robot umani, è andato in tilt: con tanto di degenza ospedaliera; con lunghi periodi di malattia; con l’apparato muscolo-scheletrico finito a pezzi; col medico aziendale cosiddetto “competente” che ha annullato “prescrizioni” ormai consolidate; col turno di notte imposto anche a chi, essendo di fatto genitore unico di figli minori di 12 anni, ha il diritto di esserne esonerato; con l’aumento dei tassi di assenza, che la dirigenza, permettendosi di blaterare con disprezzo di “assenteismo”, fa risalire a cause diverse dall’aggressione che hanno subìto le nostre condizioni di lavoro. E adesso ci arriva la ”bella” notizia che da settembre a novembre il padrone rincarerà la dose, come se il mese di luglio fosse stato programmato come un susseguirsi di passeggiate nel bosco! La crisi in atto è cominciata ufficialmente nel 2008, ma in Magna se n’era avuto un anticipo nel 2006, con quella sessantina di spediti in cassa integrazione per 18 mesi, senza che ci fosse stata nemmeno una qualche mobilitazione o un’informazione alla luce del sole su quell’ “evento”, che venne scaricato in modo intimidatorio su quei “fortunati”, convocati come una sorta di malfattori in direzione e lì avvisati di farsi da parte. Tutto ciò che è successo dopo è ben presente nella memoria, ma soprattutto nella condizione lavorativa e nella vita di noi tutte e tutti: cassa integrazione a non finire, senza rotazione e come luogo in cui ti sbattono se non ti comporti “bene”; capi e capetti tutti, o quasi, “petto in fuori e pancia in dentro”; disciplina da caserma; pause tagliate; riduzione delle postazioni di linea con conseguente intensificazione dei ritmi e aumento dei carichi di lavoro … E ci fermiamo qui, per non finire nel titolo di un film con Massimo Troisi e Roberto Benigni: “Non ci resta che piangere”! Dopo avere subìto tutto per il timore che ci capitasse di peggio, quando, coi volumi produttivi in picchiata, ci terrorizzavano con lo spettro della mobilità (che del resto tengono ancora dietro l’uscio), adesso, coi volumi produttivi alle stelle, ci terrorizzano con lo spettro della Polonia, dove minacciano di portare le produzioni, se non accettiamo di concedergli un altro supplemento di distruzione della nostra salute. Pensiamoci a fondo, prima di doverci pentire amaramente di non esserci fatti rispettare, perché il lavoro da schiavi non ha mai aperto nessun orizzonte di speranza …
Posted on: Tue, 09 Jul 2013 19:32:58 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015