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DELLA SERIE NON ILLUDIAMOCI - SIAMO TUTTI CONTROLLATI dA Repubblica DI OGGI 23.10.13 Il sociologo Touraine: “Questo spionaggio faccia scattare una battaglia per difendere i nostri principi” “Europa reagisci, è in gioco la libertà” Mi fa paura l’idea che non ci siano più segreti Gli Stati non rispondono a nessuna moralità, neppure la Francia, che si vanta di essere la culla dei diritti umani intervista di Anais Ginori PARIGI— «Europa svegliati dal torpore, reagisci, batti un colpo». È un appello accorato quello di Alain Touraine. Il sociologo francese quasi si scusa: «Mi dispiace ma sono molto arrabbiato». Non gli va giù il silenzio che circonda le ultime rivelazioni sullo spionaggio della Nsa in Francia. «Con la scusa della lotta al terrorismo — osserva — vengono raccolte comunicazioni di milioni di cittadini». Ieri,Le Mondeha pubblicato nuovi documenti dai quali risulta che l’agenzia di intelligence americana ha spiato anche diplomatici e ambasciate. E Parigi insiste sulla necessità di portare il caso al prossimo vertice europeo, in programma giovedì a Bruxelles. Perché questa gigantesca attività di sorveglianza elettronica non suscita molte reazioni indignate al livello europeo? «Lo spionaggio illegale da parte di una grande potenza straniera dovrebbe far scattare subito una battaglia politica, morale, in nome di principi e libertà garantiti dalle nostre Costituzioni. Eppure, anche in questa vicenda, abbiamo l’impressione che tutto finisca sepolto da burocrati pagati per non agire». Forse perché “così fan tutti”, lo spionaggio è reciproco anche tra paesi alleati? «La Francia e altri governi europei hanno programmi di sorveglianza elettronica che probabilmente violano la privacy. Tuttavia noi lo facciamo su scala minore, forse perché abbiamo mezzi meno potenti». Il presidente Hollande ha protestato con Washington e ha chiesto che l’Europa approvi nuove regole. «È una fiera dell’ipocrisia. Mi piacerebbe pensare che succederà ma già so che presto tutto sarà dimenticato senza che sia stato fatto nulla. Gli Stati non rispondono a nessuna “moralità”, neppure la Francia che si vanta di essere la culla dei diritti umani». Dobbiamo rassegnarci a essere schedati, ascoltati? «A me fa paura l’idea che non ci siano più segreti: diventiamo tutti potenzialmente ricattabili. Bisognerebbe mobilitare l’opinione pubblica per far pressione sui governi». Negli Usa il Datagate ha suscitato ancora meno reazioni: la difesa della privacy passa dopo altre priorità nazionali. «È un segnale allarmante per la democrazia americana. La nostra battaglia però è in Europa. Gli Usa fanno politica con mezzi puliti e sporchi. Noi non riusciamo a fare politica in nessun modo. Siamo deboli, impotenti. E poi non dimentichiamoci una differenza». Quale? «Gli americani hanno cittadini che denunciano abusi dall’interno del sistema, come Bradley Manning con WikiLeaks e Edward Snowden ora con il Datagate. Da noi invece il clima soporifero è sia ai vertici dello Stato che dentro alla società. Lo scandalo non è in America ma dentro di noi, nella nostra assenza di reazione».
Posted on: Wed, 23 Oct 2013 09:20:18 +0000

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