DESTRA O SINISTRA...PER ME PARI SONO...ricevo da un amico anonimo - TopicsExpress



          

DESTRA O SINISTRA...PER ME PARI SONO...ricevo da un amico anonimo questa riflessione sullorigine del sistema democratico odierno: La derivazione diretta dallilluminismo sia dellideologia liberale (non cè soluzione di continuità tra uno stuolo di autori che indifferentemente si collocarono in entrambi questi ambiti, da Hobbes, Rousseau, Locke a quelli più moderni, per finire nellutilitarismo e nel positivismo), sia della corrente di sinistra (da François-Noël Babeuf, a Jacques-René Hébert, a Filippo Buonarroti, la lista non finirebbe mai, in realtà) è uno dei pochi fatti conclamati e accettati universalmente sul piano storico, mentre nella vulgata politica lo si tiene nascosto, perché la contrapposiziione destra-sinistra è un caposaldo di questo sistema malato, che se prendesse atto della realtà cesserebbe di esistere. Gli stessi partiti di destra e di sinistra si formarono solo con la formazione del parlamento rivoluzionario a Parigi: erano in sostanza i Girondini e i montagnardi, protagonisti nella Convenzione, nel 1792. Nella Convenzione esistevano tre raggruppamenti, che presero il nome dalla posizione occupata. I girondini erano il gruppo favorevole a soluzioni moderate e sedeva a destra; molti dei suoi componenti erano del partito dei foglianti. I montagnardi sedevano a sinistra e sostenevano la soluzione repubblicana, a costo di mettere a morte il Sovrano; era un gruppo essenzialmente composto dai membri cordiglieri e dal club dei giacobini. Il terzo gruppo era detto spregiativamente la Pianura o la Palude e non aveva un preciso orientamento politico. I girondini, liberali puri ante litteram, sostenevano la completa estromissione dello stato nelle faccende politiche economiche, mentre i montagnardi reclamavano il contrario, esigendo che lo stato fissasse i calmieri. Ma la loro impostazione filosofica, quindi ideologica, era la medesima. Se hai uninclinazione per la filosofia, ti raccomando lo studio di questo testo, dove la genesi del pensiero liberale è ricostruito minuziosamente: controcorrentedizioni.it/massoneria-sette-segrete-p-136.html Alla tua importante domanda rispondo così, che in un mondo globalizzato, veloce ed omologante in cui viviamo, larchitettura dello Stato sul modello della Serenissima è efficace più che mai. Il problema è saper leggere questo impianto: qua ci riusciamo in pochi. Infatti, come non si conoscono le vere concezioni di fondo e le vere finalità dello stato liberale, così non si riesce ad intendere le vere concezioni di fondo e le vere finalità dello stato cristiano, in particolare della Serenissima. Il primo è progettato per eliminare ogni connotato spirituale ed identitario: si basa sul cosmopolitismo, lindifferenza verso la morale e la religione, leliminazione delle Nazioni, la privazione dello specifico umano in tutti i suoi versanti (di valori, di legame con il territorio, sessuali, etnici, storici, familiari, civili, ecc.). Lordine cristiano era orientato a mantenere attraverso la Tradizione un preciso assetto sociale che fa riferimento a Dio, alla Patria, ad una specifica comunità, nei termini della massima durevolezza e della massima solidarietà allinterno della compagijne sociale (quindi, non ha dimensioni estese al genere umano e a carattere planetario). Tutte le correnti ideologiche liberali seguono puntualmente questo schema: linternazionalismo di sinistra dissolve le nazioni dentro un calderone interrazziale e multietnico, il liberismo puro edifica una società sullegoismo privato, sulla proprietà privata e sul relativismo religioso, arrivando al medesimo effetto di dissolvere la Civiltà originaria, così agisce anche il nazionalismo fascista, poiché laffermazione assoluta dello Stato tende a fagocitare tutto il pianeta con lo spopositato imperio sulle coscienze e le diverse identità, con laggressione bellica, con ogni forma di espansionismo il cui fine ultimo non è in realtà laffermarsi di un popolo sugli altri, ma il predominio di una casta sacerdotale (votata al male) su tutta lumanità. Diversi modi per realizzare uno stesso fine diabolico. A ciò si contrappone la visione cristiana di cui la Repubblica fu esplicitamente e sempre portatrice. Tutti gli Stati, dal Medioevo alla maledetta rivoluzione, erano compositi, non accentrati: tutta Italia, tutta Europa, erano composte da feudi, piccoli principati, ducati, marchesati, contee, isole, città, contadi, dove tutto (o quasi) era regolato strettamente su base locale: per primo il Sacro Romano Impero aveva questa struttura. In pratica, il federalismo che oggi qualcuno riscopre in chiave miracolistica come il portato di un foedus tra uomini liberi, nel Medioevo (ed anche dopo) era una regola senza eccezione. Venezia diede a questo impianto un respiro ancor più largo e generale: saprai che i dodici Rettorati di cui si componeva (Dogado, Stado da Tera, Stado da Mar) godevano di autonomia così larga che tutto era gestito in chiave locale. Solo le strutture minime indispensabili (un governatore generale che si chiamava Podestà, un comandnate militare che si chiamava Capitano, un responsabile fiscale che si chiamava Camerlengo, sotto lAutorità di un titolo di primogenitura che si diceva Dominante) bastavano a tenere unito uno Stato altrimenti articolato in parti pressocché autosufficienti. Lidentità veneta era fortissima: successero avvenimenti che i commentatori politici annotarono stupefatti, nel documentare la devozione delle comunità della Serenissima - fino allestremo sacrificio - in tutte le occasioni, soprattutto (ma non solo) durante le guerre, fino allultima fatale combattuta contro le armate napoleoniche, negli anni 1796-1797. Tra laltro, Ti informo che Venezia si ripopolò proprio con gente veneta dopo le pestilenze (anche se vi furono occasionali apporti di genti che fuggivano da città italiane o isole greche): per i sudditi veneti (allora tutti erano sudditi, anche i nobili) vi era persino un sistema di acquisto graduale della cittadinanza veneziana. Ma è proprio lorigine di Venezia a dirla lunga sulla sua identità veneta, non solo cittadina: la Venetia era una vasta area (loriginaria X Regio) da cui poco a poco provennero le genti che si stabilirono in laguna. Gli attuali sei sestieri nacquero con il nome di Rivoalto circa nel V secolo, mentre la città abbandonerà quel nome, per acquistare quello di Urbs Venetorum, quindi Venezia come città dei Veneti, solo nel 1.200. Lidentificazione delle genti della Serenissima con limmagine nazionale del Santo Evangelista, visto come spirito della Nazione, era pressoché totale e superava persino le barriere etnico-linguistiche afferenti ai gruppi slavi o greci. Tra laltro, è stato proprio un eccellente autore di sinistra, il veneziano Lucio Balestrieri, a documentare la politica che portò a compimento la creazione dello Stato Nazionale nella Repubblica Veneta, tra 500 e 700, in anticipo su tutti gli altri Stati. Di questidentità resta ancora il segno, nonostante duecento anni di terrificanti violenze sul nostro tessuto sociale e culturale (che continua a pieno ritmo). Il Veneto è stato la terra che ha fatto nascere la lega, che ha animanto i Serenissimi, che ha portato a scrivere sul primo Statuto del 1971 il concetto di popolo veneto, è la Patria del volontariato, dellassociazionismo, della solidarietà. Litalietta ha il potere, lesercito, la polizia, la magistrtura, le squadre sportive: non ha lanima. Noi questanima labbiamo sempre avuta, anche se oggi è malata e va curata con la Fede e la coscienza di sé. Perdonami se Ti dico che la Tua visione è alquanto italiana: se vai allestero a mettere in discussione lidentità di quei popoli che citi, dicono appunto ecco il solito italiano!. E un aspetto della situazione generale di sradicamento culturale che risale alla costruzione unitaria, che non solo ha mirato a cancellare le diverse identità nello stivale, ma addittura rende incapaci di coglierle anche laddove ancora persistono. La dimensione provinciale, piccolo-borghese e snobbistica (la famosa puzza sotto il naso) del veneziano attuale, quella sì, è lantitesi di ciò che fu il mondo veneziano e veneto nei secoli. Se è così, i problemi non li pone la storia, ma la nostra arretratezza culturale.
Posted on: Mon, 18 Nov 2013 15:05:51 +0000

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