DIARIO AFGHANO - GIORNO 2 A Kabul la sveglia suona alle 5,10, - TopicsExpress



          

DIARIO AFGHANO - GIORNO 2 A Kabul la sveglia suona alle 5,10, alle 6 già in marcia. Ci attende un volo per Mazar-e Sharif. Il nome, dal vago sapore cinematografico, indica una città nella provincia di Balkh, nel nord del Paese, sotto la responsabilità tedesca. Atterriamo e poco dopo (anche se qui poco è sempre relativo, tra un check point e laltro gli spostamenti sono sempre laboriosi) siamo nella mensa a fare colazione fianco a fianco con la truppa ISAF. Principalmente tedeschi, ma piccoli contingenti anche da Ungheria, Croazia, Mongolia, Belgio, Canada, ecc. Ci trasferiamo poco distante per vedere da vicino le attività di addestramento della polizia afghana, condotte dalla polizia tedesca. Assistiamo a diverse fasi delladdestramento (irruzione in una casa, perquisizione di sospetti in macchina, ecc).. Vi tralascio la descrizione della puzza di piedi nella palestra dove facevano difesa personale (hanno in dotazione un solo paio di calzini e uno di anfibi). Gli afghani fino al 2001 non avevano polizia e da allora, soprattutto la missione europea Eupol e alcuni Stati (come nel caso di oggi la Germania) si sono fatti carico di aiutare gli afghani ad addestrarla. La cronica mancanza di lavoro fa si che le richieste per questi corsi siano tantissime. Alla domanda quanto dura il corso?, la risposta è 8 settimane!!!! Cosa mai potranno imparare questi poveri disgraziati in 8 settimane!? Infatti, lincedere è incerto e lo sguardo spaurito.. Non oso immaginarli davanti a gente disposta a farsi esplodere. Ma tantè.. È lecito sperare che i più inesperti vengano mandati a fare esperienza in incarichi più facili. Torniamo al campo ISAF dove il comandante regionale, un generale tedesco, ci da una perfetta panoramica del lavoro sul campo e delle influenze dei paesi vicini. Siamo a nord, in una zona montuosa al confine col Tagikistan (qui infatti letnia tagika è maggioritaria) e Uzbekistan, non molto distante da quellEst che subisce una forte ingerenza pakistana a favore dei talebani. Scopriamo dai suoi dati che la regione nord è la più sicura (nonostante ci avessero terrorizzato prima del viaggio, raccontandoci di recenti attacchi.. Bisogna comunque sempre tenere gli occhi aperti qui) e che ISAF ha già completato il passaggio di consegne alle truppe afghane sia nelle province orientali che in quelle occidentali, mantenendo soltanto il presidio nella zona centrale della regione, quella appunto di Mazar. Ci spostiamo verso la città e inaspettatamente la troviamo vivace e, nei limiti, quasi ordinata. Diversamente da Kabul che pullula di nullafacenti per le strade, a Mazar ciascuno sembra avere qualcosa da fare.. attività magari anche improvvisate ma comunque attività. Ci imbattiamo ripetutamente in studenti e studentesse che entrano o escono da scuola: a Mazar il tasso di scolarizzazione è alto e anche questo fa ben sperare. Comincia poi una parte dedicata alle donne. Prima a pranzo con esponenti delle associazioni che si battono per i diritti delle donne. Appesantito da una pizza afghana (vi lascio immaginare) e impegnato a definire i dettagli per la parte italiana del mio programma, capto solo una parte dei loro discorsi. Troppe parole. Subito dopo al comando della polizia afghana per incontrare le ufficiali donne: scopriamo che le donne sono l1% del corpo ma che è difficile procedere a nuovi arruolamenti per mancanza di soldi. In ogni caso, in una società in cui il ruolo pubblico della donna è marginalizzato, è certamente un segnale interessante. Poi via con gli incontri politici, dapprima con il Presidente del Consiglio Provinciale, che ci accoglie in un salone con tappeti e divani tipo svendita di un outlet (ma era laula consiliare). Subito dopo con il Governatore della Provincia, tale Atta Noor, che invece si tratta bene e ci riceve in una sala lussuosa tempestata di pietre preziose. Già dalla mattina avevamo sentito parlare di lui e in effetti le attese sono rispettate. È un uomo daffari, sulla cinquantina, faccia svelta e relazioni pesanti a Kabul. Tutti dicono che avrebbe potuto candidarsi alle elezioni presidenziali di aprile ma non lha fatto e non si sa perché, ma sicuramente sarà protagonista nel futuro. Ti aspetteresti i consueti bizantinismi e invece Atta ti spiattella in faccia quelle che anche a noi sembrano crude verità: Karzai si è fatto dei gran fatti suoi in questi anni (eufemismo), i soldi della comunità internazionale non sono arrivati alla popolazione ma si sono in gran parte persi in mille rivoli, il miglior candidato possibile è Abdullah Abdullah (ex vice di Massoud e sfidante di Karzai nel 2009, si ritirò prima del ballottaggio denunciando brogli), le elezioni vanno vigilate con osservatori internazionali, il BSA (laccordo bilaterale sulla sicurezza con gli USA) va firmato urgentemente, le truppe internazionali devono rimanere in Afghanistan, certo non per sempre, ma non mollarli da soli subito. Foto di rito, un commento su una delle tante immagini di Massoud che costellano ogni angolo dellAfghanistan e poi via di corsa in aeroporto. Di ritorno da Mazar alcuni colleghi sono entusiasti, io diffido sempre dagli asiatici che sono in grado di venderti qualsiasi cosa... Ergo, sospendo il giudizio. Neanche il tempo di atterrare e via a cena con altri esponenti della società civile.. Anche qui troppe chiacchiere sulle elezioni, la transizione, bla bla bla.. Come sempre, in tutte le situazioni di crisi, cè chi si ritaglia ruoli parlando della crisi. Finalmente però compare una giovane donna afghana di bella presenza, peccato per le sopracciglia stile zio Bergomi. Tempo di saluti.. Impreco con Skygo che non mi fa vedere lInter e finisco la serata davanti a una birra con un collega polacco.. Sta in un partito di destra del 2% che si è staccato da uno più grande.. Mi ricorda qualcuno.. Prosit! :-) E anche per oggi è tutto. Buona notte da Kabul.
Posted on: Tue, 29 Oct 2013 21:20:21 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015