DOCUMENTO AUTOCONVOCATI ROMA 3. La democrazia nel partito In - TopicsExpress



          

DOCUMENTO AUTOCONVOCATI ROMA 3. La democrazia nel partito In questa prospettiva il problema della democrazia non è un problema come tutti gli altri ma è la pre-condizione necessaria per poter affrontare qualsiasi problema di ricostruzione del Partito: la democrazia comunista è infatti il nome che prende la questione del rapporto contraddittorio che esiste fra classe e Partito e fra la base militante del Partito e i suoi vertici, a tutti i livelli di responsabilità. Un Partito verticale e verticistico, retto di fatto da anni da una immobile alleanza fra i piccoli (in tutti i sensi) ceti burocratici e istituzionali (o aspiranti tali) che si difendono a vicenda “lottizzando” gli incarichi col “manuale Cencelli” (come all’ultimo Congresso), un Partito che non verifica mai le effettive capacità di lavoro e i risultati ottenuti (sostituendo tale criterio comunista con le appartenenze correntizie o la “fedeltà” alle lobbies), un Partito che non discute mai e che vota (spesso sotto ricatto) solo in occasione dei Congressi, è anzitutto un Partito del tutto incapace di capire la società e di vivere dentro il conflitto di classe e, naturalmente, è anche un Partito del tutto incapace di rinnovarsi e radicarsi nel tessuto sociale. Fra le principali sciagure delle correnti (attualmente addirittura degenerate in piccoli gruppi di potere personale) c’è anche il fatto di aver imposto al Partito compagni/e manifestamente incapaci di svolgere i loro incarichi dirigenti, senza che fosse possibile rimuoverli/e perché “designati” dalla loro corrente. Noi autoconvocati/e ci impegniamo a non costituirci in corrente fra le correnti, ma al contrario a combattere con decisione e senza fare sconti a nessuno l’attuale struttura correntizia che tanto male ha fatto al Partito. Tutti i maggiori partiti comunisti della Storia, in Russia come in Italia, erano costituiti da diverse frazioni che però funzionavano da centri di elaborazione del dibattito che poi era svolto e sintetizzato nelle istanze centrali, con mandati revocabili e verifiche costanti tra i militanti. Le attuali correnti però non sono nulla di tutto questo. Hanno assunto le caratteristiche di cordate funzionali solo ad autopromuovere un proprio mini-gruppo dirigente senza nessuna connessione con l’autocritica e la verifica del lavoro e delle capacità, ma basate unicamente sulla cooptazione e promozione dall’altro dei fedelissimi al proprio apparato. Per questi motivi la nostra battaglia contro le correnti è da intendersi unicamente per promuovere una rinnovata democrazia comunista. Oggi come al tempo della Comune di Parigi e come nei momenti più alti del movimento comunista, questi sono i principii da mettere in atto fino da ora: - pratica convinta e abituale del principio “una testa un voto” in ogni istanza decisionale e in ogni momento delle vita del Partito; - scelta nominativa degli incarichi su scheda bianca e con voto segreto; - verifica del lavoro svolto, dell’impegno e delle capacità dimostrate da ciascuno/a; - revocabilità dei dirigenti a tutti i livelli da parte dell’organo che li ha eletti (anche fra un Congresso e l’altro); - ragionevole rotazione degli incarichi (specie istituzionali) e assoluta incompatibilità fra incarichi diversi; - democrazia “di genere”; - pubblicità di tutti gli atti politici del Partito, e libero accesso di tutti/e le compagne e i compagni ai luoghi pubblici di discussione politica e ai media che il Partito si viene costruendo e a quelli di cui fin d’ora dispone (blog, mailing list, etc.); - formazione politica continua e ricorrente in ogni momento della vita di ciascun/a militante, per la promozione di una nuova leva di quadri dirigenti comunisti. Per quanto ci riguarda, questi principi elementari di democrazia saranno da noi praticati fin da subito nel nostro lavoro politico. E non perderemo un solo istante a partecipare a “lotte interne” o a cercare ridicole “cariche” di qualsiasi tipo, perché tutte le nostre (ancora troppo scarse) energie debbono essere oggi rivolte a costruire il Partito nuovo e radicarlo nella classe, insieme a tutti/e quelli/e che vorranno partecipare a questo processo unitario e dal basso, quale che sia stata in passato la loro eventuale appartenenza partitica o correntizia. La situazione è troppo grave per perdere tempo ed energie con sciocchezze personalistiche…le burocrazie vanno combattute e non riprodotte. Per fare tutti/e questo lavoro che ci proponiamo non ci servono infatti né cariche né riconoscimenti o medagliette: ci basta la nostra voglia di combattere il capitalismo per il comunismo e un percorso cristallino di ricostruzione di un partito comunista all’altezza dello scontro di classe oggi e per il socialismo nel XXI° secolo.
Posted on: Sun, 23 Jun 2013 20:35:18 +0000

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