Da "Rumore di fondo" - La Sesia venerdi 27 settembre 2013 Il - TopicsExpress



          

Da "Rumore di fondo" - La Sesia venerdi 27 settembre 2013 Il tappeto L’Italia ricorda un incantevole tappeto la cui trama ha preso forma in ere geologiche ed il cui prezioso disegno s’è affinato in millenni di storia umana. Una opera d’inestimabile valore nata dalla possanza della natura e dal genio umano. Questo prodigio, che non sembra amato dagli italiani, è passato, fra sciagure, splendori e tormentati oblii, fino alle ultime generazioni. Dove sono cominciati i guai. Come sovente accade in molte famiglie, il pezzo pregiato finisce in mani avide ed ignoranti e subisce danni anche molto gravi. I giorni nostri vedono la spartizione del tappeto fra consanguinei debosciati, cinici e famelici che danneggiano, squartano e svendono con rapida brutalità. Gli episodi, d’ogni magnitudine, forniti dalla cronaca quotidiana sullo sfacelo di uno dei luoghi più belli e preziosi del mondo ha passo da bersagliere e ritmo da togliere il fiato. Sono fatti eclatanti ma prevedibili (frane, alluvioni) oppure metodici (cementificazione, abusivismo), frutto di incuria e grovigli burocratici (degrado e mancata conservazione), criminali (le mafie di rifiuti e veleni), di mancata valorizzazione e solo all’apparenza secondari. Tutti questi eventi, piccoli o grandi, sono picconate all’immenso, fragilissimo valore della Nazione e tollerare i picconatori è moralmente criminale. Non sempre sono necessarie complicità, connivenze e grande corruzione; sono sufficienti silenzi, sguardi volti altrove, inadempienze, lentezze per definire crimine l’omesso intervento di chi ne ha l’autorità, ma anche del singolo cittadino, ormai un alieno del civismo e dalla coscienza collettiva, intimorito dalla quotidianità e ridotto ad essere amorfo, indifferente, arido, omertoso. Un punto dolente sul quale dobbiamo accettare con umiltà la lezione di altri popoli. La desertificazione civica irrita quanto la mancanza di impegno, controlli, prevenzione e ferrea, severa applicazione di leggi e pene. E non ci riferiamo a chi sta sul territorio con mezzi risibili, ma a chi maneggia leve politiche ed amministrative. Enormi sono le colpe misconosciute di amministratori poco noti, eletti ma traditori, che assistono silenti da decenni allo sbancamento della duna mediterranea, allo spargimento di veleni, allo scempio pompeiano, allo struscio demente di colossali navi lungo la giugulare di Venezia e migliaia di altri casi. È il nostro prezioso, limpido petrolio che finisce nello scarico; la nostra storia, il nostro cibo quotidiano, che uomini come Tremonti non sanno gustare, buttato ai pesci, se l’inquinamento non li avrà già sterminati. Mario Ferrari
Posted on: Sun, 29 Sep 2013 09:05:19 +0000

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