Da una parte Adrian Mutu il ‘genio e sregolatezza’. - TopicsExpress



          

Da una parte Adrian Mutu il ‘genio e sregolatezza’. Dall’altra il gioiellino Stevan Jovetic. Due generazioni diverse. Classe 1979 il romeno, classe 1989 il montenegrino. Due ex viola diversi in campo e fuori dal campo. Ma soprattutto due ‘arrivederci’ distinti. Partiamo da Jovetic, giocatore arrivato a Firenze nel 2008 a soli 19 anni quando erano in pochi a credere in lui. O almeno nessuno ci credeva come Pantaleo Corvino che, infatti, lo portò in viola acquistandolo dal Partizan Belgrado per un importo pari a 8 milioni di euro. Considerato uno dei gioielli del calcio giovanile, arrivò in riva all’Arno in una Fiorentina forte, molto forte. Una Fiorentina che si era appena conquistata l’approdo ai preliminari di Champions League in vista della stagione successiva. Insomma, Jo-Jo arrivò in un gruppo già formato, ma aveva tutto da imparare, soprattutto a livello tattico, e molto da crescere. Qui, a Firenze, con un allenatore stimato da tutti come Prandelli e un ‘vecchio’ marpione del mestiere come Mutu (al quale poteva rubare con gli occhi ogni segreto) aveva la possibilità di maturare. Lo spazio, inizialmente, era ridotto. Era normale fosse così: difficile, se non impossibile, rubare il posto al Fenomeno. Poi, quel Fenomeno lì… Ma il destino volle dare una mano a Jovetic facendo sì che ripetuti infortuni (quando al gomito, quando al ginocchio) tenessero lontano dal campo Mutu e obbligassero il tecnico di Orzinuovi ad affidarsi al ragazzo dell’Est paragonato (senza una ragione e assolutamente prematuramente!) a Roberto Baggio. Jo-Jo che nel frattempo, dal ritiro della sua Nazionale, aveva già fatto percepire una sorta di mal contento per essere poco utilizzato da Prandelli. Nelle prime due stagioni in viola, però, fece molto bene in Europa (soprattutto il secondo anno). Un po’ meno in campionato dove mancarono… i gol. Nel complesso, un ottimo bottino per un ragazzo di 19-20 anni. Nel 2008-09 collezionò 29 presenze 2 due gol in A, 3 presenze e 0 gol in Champions, 2 presenze e 0 gol in Coppa Uefa e 1 presenza in Coppa Italia; nel 2009-10 collezionò 29 presenze e 6 gol in A, 6 presenze e ben 5 reti in Champions e 2 presenze in Copp Italia. Poi il grave infortunio durante la preparazione estiva in vista della stagione 2010-11: lesione al legamento crociato anteriore e al legamento collaterale esterno del ginocchio. Morale della favola: un anno intero perso. Zero presenze. Zero reti. Tutto da ricominciare… Firenze lo ha aspettato. Lo ha coccolato. Lo ha stimolato a non mollare, a tornare più forte di prima. Lui, dopo aver sofferto un anno in silenzio e lontano dai campi, è tornato, pronto per affrontare la stagione 2011-12. Tra alti e bassi. Si vedeva che non era lui, ma 14 gol in 27 partite di campionato non furono pochi. Peccato solo per… una salvezza ottenuta senza di lui a Lecce, alla penultima giornata. Nessuno potrà mai dimenticare il suo rifiuto di prendere l’aereo per Lecce. Il saluto anticipato ad una squadra che aveva bisogno di lui e che lui aveva lasciato senza… punte (tanto che Vincenzo Guerini si inventò Cerci centravanti). Insomma, un comportamento non da campionissimo quello del numero 8 che, invece di portare la nave in portò, la lasciò al proprio destino. Per poi chiedere di essere ceduto a fine stagione. Solo l’intervento di Andrea Della Valle lo convinse a restare un anno ancora (quello scorso). Un anno in cui i suoi 13 gol in 31 partite sono stati tutti di pregevole fattura, ma non sono mai abbastanza per uno che, ora, è andato a guadagnare 7 milioni netti a stagione. Da un uomo che vale 30 milioni di euro era lecito aspettarsi qualcosa in più. E invece… invece, come ringraziamento post campionato, prima le sue dichiarazioni d’amore alla Juventus con richiesta implicita alla società di abbassare le pretese per il costo del suo cartellino (per poter così approdare alla Juventus), poi le dichiarazioni da giocatore del Manchester City: "Il City è un top club. In 5 anni a Firenze non ho vinto nulla”. Vero, verissimo. Magari, se fosse diventato realmente l’erede del Fenomeno… magari avesse avuto la soglia del dolore un po’ più alta… magari se… Niente, i ‘se’ e i ‘ma’ sono il patrimonio dei bischeri, si dice a Firenze. Ma una volta tanto, che ci permettiate di dirlo: Jovetic non è mai valso Mutu. Un giocatore, il romeno, arrivato in riva all’Arno all’età di 27 anni e che con tutti i suoi difetti fuori dal campo, ha sempre e comunque fatto la differenza sul rettangolo verde. Quando stava bene, era stimolato e aveva voglia di dimostrare le sue qualità, era devastante. Da solo, lui, poteva vincere una partita. Da solo, lui, poteva spostare gli equilibri della Fiorentina. Anche in negativo? Certamente, ma quando un uomo in campo determina in negativo, è perché può farlo anche e soprattutto in positivo. Mutu, il Fenomeno, ha determinato spesso i risultati della Fiorentina di Prandelli. L’ha trascinata in Europa. In Champions League. Con la personalità di un leader, seppur leader lo fosse a tratti. È vero, dalla sua cessione al Cesena la società viola ha guadagnato zero euro (anche se Corvino lo aveva ceduto alla Roma per 20 milioni di euro quando Adrian aveva 29 anni… e non era una cifra da poco conto!) a differenza di quanto accaduto con Jovetic che, accettando il trasferimento al Manchester City, ha fatto sì che la Fiorentina facesse una importante plusvalenza, ma sono stati momenti diversi. Mutu è stato ceduto a 32 anni, quasi a fine carriera. Jovetic a 24 anni, quindi ancora nel pieno della sua maturazione. Mutu è stato ceduto per sgravare la società del suo oneroso ingaggio, Jovetic perché proprio lui aveva altre ambizioni. Ma Adrian non ha mai ‘sputato’ nel piatto dove ha mangiato. Non ha mai detto di ‘non aver vinto niente a Firenze’, come fosse non un rimpianto, ma un ‘difetto’. Anzi… ha sempre ringraziato la famiglia Della Valle e Firenze per gli anni bellissimi trascorsi in riva all’Arno aggiungendo sempre che la ‘sua’ Fiorentina avrebbe meritato un trofeo. E pure il suo ultimo tweet "In bocca al lupo alla Fiorentina per la sua nuova stagione…” testimonia il suo eterno affetto nei confronti della maglia viola. Insomma, ognuno ha il suo stile: fuori dal campo, in campo… e sui giornali. Perché c’è modo e modo di dire le cose. Questa volta, l’inchino, lo merita Adrian Mutu! I NUMERI DI JOVETIC E MUTU IN VIOLA Stevan JOVETIC Arrivato nel 2008 a 19 anni Pagato 8 milioni di euro Anni in viola 5 Ceduto al Manchester City a 26 milioni di euro più bonus Stagione 2008-09: 29 presenze 2 gol in A 1 presenza 0 gol in Coppa Italia 3 presenze 0 gol in Champions League 2 presenze 0 gol in Coppa Uefa Stagione 2009-10: 29 presenze 6 gol in A 2 presenze 0 gol in Coppa Italia 6 presenze 5 gol in Champions League Stagione 2010-11: FUORI TUTTA LA STAGIONE PER INFORTUNIO Stagione 2011-12: 27 presenze 14 gol in serie A 2 presenze 0 gol in Coppa Italia Stagione 2012-13: 31 presenze 13 gol in serie A 3 presenze 0 gol in Coppa Italia TOTALE: 116 presenze 35 gol in serie A 8 presenze 0 gol in Coppa Italia 11 presenze 5 gol in Coppe Europee Adrian MUTU Arrivato nel 2006 a 27 anni Pagato 8 milioni di euro Anni in viola 5 Ceduto gratuitamente al Cesena Stagione 2006-07: 33 presenze 16 gol in A 2 presenze 0 gol in Coppa Italia Stagione 2007-08: 29 presenze 17 gol in A 1 presenza 0 gol in Coppa Italia 10 presenze 6 gol in Coppa Uefa Stagione 2008-09: 19 presenze 13 gol in serie A 1 presenza 0 gol in Coppa Italia 7 presenze 2 gol in Champions League 2 presenze 0 gol in Coppa Uefa Stagione 2009-10: 11 presenze 4 gol in serie A 2 presenze 4 gol in Coppa Italia 6 presenze 3 gol in Champions League Stagione 2010-11: 20 presenze 4 gol in serie A TOTALE: 112 presenze 54 gol in serie A 6 presenze 4 gol in Coppa Italia 25 presenze 11 gol in Coppe Europee
Posted on: Sun, 18 Aug 2013 13:10:28 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015