Dare una definizione del Movimento 5 Stelle non è semplice. Gli - TopicsExpress



          

Dare una definizione del Movimento 5 Stelle non è semplice. Gli aderenti sostengono che si tratta di un non partito che ha un non statuto. È difficile ragionare in termini di non partito quando pure si fa comunque politica e si siede legittimamente – sulla base del largo consenso elettorale ricevuto – in Parlamento. Tuttavia, il M5S, che oggi è all’opposizione, pone dei problemi e delle domande, a cui bisogna offrire delle risposte concrete. Il ventennio berlusconiano non si è rivelato positivo per le sorti del Paese. Per molto tempo ci è stata nascosta la verità sullo stato dell’economia nazionale e dei conti pubblici. Ci veniva detto che eravamo affetti da una sorta di nevrosi collettiva. È un fatto psicologico, sosteneva il Cavaliere. Di psicologico c’era poco. Se non si hanno soldi in tasca, non è a causa di un pensiero disfunzionale, ma della realtà oggettiva delle cose. Se non c’è lavoro, non dipende da una fisima, ma dallo stato del’economia reale del Paese. La cura drastica di Monti, se ha evitato il tracollo, ha avuto effetti secondari negativi. Forse non si poteva fare diversamente, ed oggi il governo Letta delle larghe intese ha un compito assai gravoso, quello di far ripartire il sistema Paese. Ma – e qui ci vedo un vulnus o una questione essenziale – come possono convivere visioni politiche diverse ed alternative? L’attuale coalizione di governo è frutto della necessità, ma non di una libera scelta. Questo stato di cose si deve anche, se non soprattutto, alla netta chiusura del M5S rispetto all’ipotesi di un governo col PD. Per fare i duri e puri, essi stessi hanno rimesso in gioco Berlusconi. Ma la politica non coincide con l’intransigenza. È l’arte del possibile. Implica il dialogo, il confronto. Chi si chiude a riccio preserva forse la sua verginità politica, ma non si salva da un giudizio critico negativo. Nel suo libro, Domenico De Santis si occupa della Sinistra che ha votato Grillo. Perché elettori del centrosinistra hanno optato per Grillo e non per Bersani? Le motivazioni sono molteplici, alcune pretestuose. C’è di vero, però, che il PD deve darsi una svolta, deve imprimere un’accelerazione al cambiamento reale, altrimenti apparirà un partito avvitato su sé stesso e sulle strategie politiche di vecchio stampo. C’è stato un certo ricambio generazionale, questo è indubbio. Ma l’impressione è che tutto cambi affinché tutto resti come prima, alla maniera del Gattopardo. Lasciare il gattopardismo. Abbandonare il machiavellismo. Guardare con occhi nuovi alla realtà che ci circonda per fare riforme serie e sistemiche che vadano a favore delle persone reali. Riscoprire la forza degli ideali, quelli di Salvemini, di Moro, di Berlinguer, perché senza ideali non c’è politica, c’è quel “tirare a campare” che suona come una condanna senza appello.
Posted on: Thu, 01 Aug 2013 07:26:44 +0000

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