Di Pietro (Idv): «Cancellieri? E su, siate conseguenti: - TopicsExpress



          

Di Pietro (Idv): «Cancellieri? E su, siate conseguenti: sfiduciatela. Blindarla? È correità» «Non è il problema di chi presenta la mozione, ma di chi la vota. Però io, purtroppo, non sento ancora dichiarazioni formali, da parte dei segretari dei partiti, tali da assicurare una maggioranza in Parlamento tale da sfiduciarla. La cosa che più mi sconcerta è la posizione del Pd, perché alcuni dirigenti hanno presentato la mozione di sfiducia, altri addirittura hanno detto che non è compatibile col suo ruolo…. E su, siate conseguenti. Sfiduciatela». Queste le parole di Antonio Di Pietro, presidente onorario dell’Idv, intervistato da IntelligoNews. «La ministra Cancellieri ha rivendicato, nel suo ruolo di ministro, la sua amicizia con un pregiudicato e una famiglia di persone sottoposte al vaglio della giustizia», sostiene l’ex magistrato, che sulla decisione da prendere non ha dubbi: «Questo rende del tutto inopportuno la sua presenza e il mantenimento del suo incarico». È d’accordo sull’opportunità delle dimissioni del ministro Cancellieri? «La ministra Cancellieri ha rivendicato, nel suo ruolo di ministro, la sua amicizia con un pregiudicato e una famiglia di persone sottoposte al vaglio della giustizia. Questo rende del tutto inopportuno la sua presenza e il mantenimento del suo incarico, perché non ha avuto il coraggio, la responsabilità e l’umiltà di troncare, nel momento in cui ha assunto un ruolo istituzionale così delicato, i rapporto con questa famiglia. Ma, anzi, proprio per il suo ruolo è stato contattato per un intervento a favore di una persona che è una delle migliaia che stanno in galera». La richiesta di dimissioni viene fatta da partiti di destra e sinistra, mentre il governo ‘blinda’ il Guardasigilli. Perché? «La mozione di sfiducia è più che necessaria. Una persona che ha fatto il prefetto e si qualifica come servitore dello Stato dovrebbe sentire il peso della responsabilità delle dimissioni. In questo senso, io sono uno tra i pochi che hanno il titolo per rivendicarlo, perché io facevo il ministro della Giustizia sotto il governo Prodi, nel ’96, e appena sono venuto a sapere che la magistratura voleva controllare la mia situazione e i miei comportamenti, mi sono immediatamente dimesso, dopo 12 minuti, da ministro. Mi sconcerta l’indecisione, il doppiopesismo, l’ipocrisia che regna nei partiti. Questa idea che non le levo la fiducia, sperando che si dimetta, dimostra che in parlamento abbiamo delle persone che hanno solo timore che, con la sfiducia al ministro, si rischia di andare a votare. Quindi pensano alla loro poltrona e fanno finta di non vedere». Alla mozione presentata dal M5S, si è aggiunta anche quella di Civati del Pd. «Non è il problema di chi presenta la mozione, ma di chi la vota. Però io, purtroppo, non sento ancora dichiarazioni formali, da parte dei segretari dei partiti, tali da assicurare una maggioranza in Parlamento tale da sfiduciarla. La cosa che più mi sconcerta è la posizione del Pd, perché alcuni dirigenti hanno presentato la mozione di sfiducia, altri addirittura hanno detto che non è compatibile col suo ruolo…. E su, siate conseguenti. Sfiduciatela». E sul governo che ‘blinda’ il ministro Cancellieri? «Blindare la posizione della Cancellieri come ministro della Giustizia equivale a una dichiarazione di corresponsabilità. Anzi, nel caso, di correità». Brunetta ha parlato di ‘irresponsabili’ che vogliono lo scalpo della Cancellieri e di Berlusconi. «Irresponsabile è chi pensa di poter utilizzare la Cancellieri per giustificare anche il comportamento di Berlusconi. Cancellieri e Berlusconi hanno usato il loro ruolo e le loro funzioni in due distinti casi: Berlusconi telefonando alla questura di Milano per far passare l’idea che Ruby fosse la nipote di Mubarak e che comunque andasse salvaguardata la sua posizione; Cancellieri per far passare l’idea che c’era una persona su cui intervenire, e quindi c’era una famiglia verso cui si metteva a disposizione. Capisco perché il Pdl fa finta di tutelare Cancellieri, perché gli serve un lasciapassare per giustificare poi anche il pari trattamento nei confronti di Berlusconi. Il pari trattamento ci deve esserci, a mio avviso, ma nel senso che, in entrambi i casi, l’autorità giudiziaria deve verificare i comportamenti risultati all’interno del quadro giudiziario penale; e, sul piano politico, c’è responsabilità in entrambi i casi di aver usato il proprio ruolo per fini extra istituzionali. Come tali la sfiducia politica deve essere a prescindere dall’esito processuale». Alcuni hanno sollevato il dubbio sulla correttezza di intercettare il ministro mentre era al telefono con persone non indagate. E in generale sulla loro pubblicazione. «Escludo categoricamente responsabilità di qualsiasi tipo in ordine alle intercettazioni effettuate in cui è stato ascoltato il ministro e anche in ordine alla loro pubblicazione. Le spiego sul piano tecnico le ragioni, che ci sono, per tutte le persone in grado di intendere e di volere, che vogliono intendere e volere e non fanno finta di non capire. In intercettazione non era il ministro di Grazia e Giustizia, ma una terza persona che era all’interno di quel circuito familiare criminale per cui l’autorità giudiziaria ha proceduto. Quindi legittimamente, perché le intercettazioni non si fanno soltanto nei confronti degli indagati, ma anche di persone che, pur non essendo indagate, hanno rapporti con loro. Quanto alla pubblicazione delle stesse, faccio notare che, proprio per garanzia dell’iter processuale, gli atti devono essere depositati e messi a disposizione delle parti. Nel momento in cui vengono messi a disposizione delle parti, ognuno ne fa l’uso che ne ritiene più opportuno, perché non v’è più segreto. Sul fatto che l’opinione pubblica venga a sapere il contenuto delle intercettazioni, dico menomale che ci sono state, non che le dobbiamo tenere nascoste». In caso di dimissioni della Cancellieri, vedrebbe bene Vietti come Guardasigilli? «Sia per la sua storia personale e professionale che riveste, indubbiamente di giustizia se ne intende. Però, vorrei sapere da Vietti come intende svolgere il suo ruolo, perché se è quello di fare da ombrello per continuare a parlare alla Luna e continuare a pretendere che la colpa di tutto quel che è avvenuto finora è dei magistrati che hanno scoperto i reati, e non di quelli che li hanno commessi, a quel punto qualunque nome si mettesse lì sarebbe inopportuno. Con questo non voglio dire che il nome di Vietti non è opportuno. Dico che chiunque si mette lì, che si chiami Vietti, Viatti, Viutti o Di Pietro, la prima cosa che deve fare, prima di accettare il ruolo, è dire quali sono le cose più urgenti. Io gliene chiedo una da subito, per capire da che parte sta: una delle ragioni fondamentali per cui quotidianamente la giustizia non funziona non sono le regole dei massimi sistemi, ma è la quotidianità di ciò che accade nei tribunali, dove innanzitutto il problema è la mancanza di personale ausiliare. Il governo Letta, quando parla di riforma della giustizia, di cosa parla? Di criminalizzare il comportamento dei magistrati, con la scusa della responsabilità civile, che già esiste, oppure di rendere funzionale l’attività di tutti i giorni delle Aule giudiziarie? È un buon ministro della giustizia chi vuol far funzionare la quotidianità dell’attività giudiziaria o chi amerà fare la passerella in televisione? La risposta l’avremo dall’emendamento che noi dell’Idv abbiamo inviato ai presidenti di Camera e Senato, al presidente del Consiglio e ai presidenti delle Commissioni giustizia di entrambi i rami del Parlamento, in cui abbiamo previsto il mantenimento in ruolo del personale precario della giustizia, sia l’individuazione dei fondi necessari». intelligonews.it/di-pietro-idv-e-su-siate-conseguenti-sfiduciatela-blindare-la-cancellieri-e-correita/
Posted on: Wed, 20 Nov 2013 02:25:32 +0000

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