Dichiarazione di guerra allAustria e prime sconfitte[modifica | - TopicsExpress



          

Dichiarazione di guerra allAustria e prime sconfitte[modifica | modifica sorgente] La situazione politico-sociale disastrosa della Francia favorì un forte incremento dellemigrazione (in gran parte nobili), confermando la progressiva radicalizzazione della Rivoluzione francese. Per cercare di contenere questa espansione rivoluzionaria entro i confini francesi, il 27 agosto 1791 Leopoldo II (imperatore del Sacro Romano Impero) e Federico Guglielmo II (re di Prussia), al termine di un incontro avvenuto a Pillnitz (dal 25 al 27 agosto, venne discusso principalmente il tema della spartizione della Polonia e la fine della guerra tra Austria e Impero Ottomano), rilasciarono una dichiarazione (Dichiarazione di Pillnitz), con la quale invitarono le potenze europee ad intervenire contro la Rivoluzione francese per restituire i pieni poteri a Luigi XVI. Leopoldo II dichiarò che lAustria avrebbe mosso guerra solamente se tutte le potenze avessero fatto altrettanto. Questa condizione venne posta con la consapevolezza che il Primo Ministro inglese, William Pitt il Giovane, non avrebbe partecipato ad una controrivoluzione in Francia e, senza una partecipazione unanime al conflitto, la Dichiarazione di Pillnitz sarebbe servita unicamente allo scopo di intimorire i rivoluzionari francesi, facendoli desistere dal continuare a indebolire lautorità di Luigi XVI. LAssemblea Legislativa interpretò il documento come una reale dichiarazione di guerra, il che fece aumentare linfluenza dei deputati radicali, tra i quali Jacques Pierre Brissot, favorevoli allintervento bellico per radicalizzare il movimento rivoluzionario e diminuire ulteriormente il potere del re. Francesco II (Friedrich von Amerling, 1832) Il 31 ottobre lAssemblea votò un decreto volto a contrastare lemigrazione, per il quale tutti gli emigrati francesi avrebbero dovuto tornare in Patria entro due mesi, pena la confisca delle loro proprietà. Il 29 novembre venne adottato un secondo decreto che imponeva il giuramento civile ai chierici refrattari, pena la privazione della pensione o addirittura la deportazione in caso di disturbo allordine pubblico. Venne inoltre permesso ai sovrani stranieri di cacciare gli emigrati dai loro territori. Il clima di tensione che regnava in quel periodo era ulteriormente aggravato dal desiderio del Contado Venassino (appartenente allo Stato Pontificio) di annettersi alla Francia e dai principi tedeschi che si considerarono lesi dallabolizione francese dei diritti feudali, in quanto proprietari di alcuni territori in Alsazia. Luigi XVI, consapevole della disorganizzazione che regnava nellesercito francese, sperava segretamente nello scoppio di una guerra che avrebbe sconfitto i rivoluzionari e riportato i pieni poteri alla monarchia. Dello stesso parere era il Club dei Foglianti. La sinistra, in particolare i Girondini, era anchessa favorevole allo scoppio di un conflitto armato, con il quale avrebbe potuto tentare di esportare la Rivoluzione nel resto dEuropa. Dunque ognuno, per diversi motivi, desiderava la guerra (tra i pochi contrari vi fu Robespierre che preferiva consolidare ed espandere la Rivoluzione in Patria). Il 20 aprile 1792, su proposta del re e dopo una votazione con una maggioranza schiacciante dellAssemblea Legislativa, la Francia dichiarò guerra al re di Ungheria e di Boemia, Francesco II (appena succeduto al padre Leopoldo II, morto il 1º marzo). La guerra non venne dichiarata al Sacro Romano Impero: escamotage per evitare di coinvolgere gli stati tedeschi ad esso aderenti.[12]. La Prussia si alleò agli austriaci il 6 giugno. I Girondini definirono questo conflitto come una guerra dei popoli contro i sovrani, una crociata per la libertà. Molti soldati disertarono non appena seppero dellavvenuta dichiarazione di guerra. Larmata francese, totalmente disorganizzata a causa della precedente emigrazione di molti nobili ufficiali, non aveva la capacità di resistere allesercito nemico, mettendo rapidamente a rischio i confini nazionali. Tra i rivoluzionari cominciò a svilupparsi lidea dellesistenza di un complotto di nobiltà, corte e chierici refrattari per abbattere la Rivoluzione. Questa convinzione regnava anche sul campo di battaglia e a testimoniarlo vi fu la morte del generale Theobald de Dillon, ucciso dai propri uomini in seguito ad una sconfitta subita nei pressi di Lille il 29 aprile, accusato di essere stato il responsabile della ritirata. LAssemblea, su forte pressione dei Girondini, votò tre decreti volti a prevenire e contrastare uneventuale controrivoluzione: deportazione dei preti refrattari (27 maggio), scioglimento della Guardia reale (29 maggio) e costituzione di una Guardia Nazionale provinciale per la difesa di Parigi (8 giugno). L11 giugno Luigi XVI oppose il suo veto al primo e al terzo decreto, provocando una nuova agitazione rivoluzionaria che il 20 giugno sfociò nellattacco della popolazione al Palazzo delle Tuileries. Durante linsurrezione il re venne obbligato ad affacciarsi al balcone, accettando impassibile di indossare il berretto frigio (simbolo di libertà e rivoluzione) e bevendo vino alla salute del popolo, ma rifiutò di ritirare il veto sui decreti. Lentrata in guerra della Prussia il 6 luglio costrinse lAssemblea Legislativa ad aggirare il veto reale, proclamando la Patria in pericolo l11 luglio 1792 e chiedendo a tutti i volontari di affluire verso Parigi. Fine della monarchia[modifica | modifica sorgente] Il 25 luglio a Coblenza, su suggerimento di Luigi XVI e Maria Antonietta, venne redatto da Jacques Mallet du Pan, Jérôme-Joseph Geoffroy de Limon e Jean-Joachim Pellenc un proclama destinato ai parigini. Attribuito al comandante dellesercito austro-prussiano, Carlo Guglielmo Ferdinando di Brunswick-Wolfenbüttel, il documento minacciava sanzioni gravi in caso di attentato allincolumità del sovrano e della famiglia reale (Manifesto di Brunswick).[13] Il 1º agosto il manifesto venne affisso sui muri della città di Parigi ma, lontano dallo spaventare i cittadini, contribuì ad aumentare nella popolazione il sentimento di unione nazionale e lodio nei confronti della monarchia. Per molti fu la prova definitiva dellesistenza di unalleanza tra il re e i nemici alleati che indusse i rivoluzionari a pretendere dallAssemblea Legislativa la destituzione di Luigi XVI, ma la richiesta venne rifiutata. Presa del Palazzo delle Tuileries (Jean Duplessis-Bertaux, 1793) La notte del 9 agosto si formò un corteo di insorti davanti al Municipio di Parigi. Al loro fianco si schierarono le truppe di volontari, provenienti principalmente dalla Provenza e dalla Bretagna, che da poco avevano formato la Guardia Nazionale provinciale. Complessivamente si riunirono circa 20.000 dimostranti fra uomini, donne, operai, borghesi, militari, civili, parigini e provinciali. Questi, armati di fucili e guidati da militanti sanculotti (uomini del popolo di idee rivoluzionarie radicali) delle varie sezioni di Parigi, erano talmente organizzati da far capire che la sollevazione era stata premeditata e preparata, evidenziando la maturità raggiunta dal movimento popolare. I principali organizzatori di questa giornata rivoluzionaria furono Georges Jacques Danton, Robespierre, Jean-Paul Marat, Camille Desmoulins e Fabre dÉglantine. Il corteo fece irruzione nel Municipio obbligando il consiglio comunale in carica a destituirsi; questultimo venne sostituito da un consiglio rivoluzionario, la Comune Insurrezionale. Successivamente la folla si diresse verso il Palazzo delle Tuileries, giungendo a destinazione alle prime luci dellalba del 10 agosto. La residenza reale era difesa principalmente dalla Guardia svizzera e da alcuni nobili, i quali portarono Luigi XVI e la sua famiglia nella Sala del Maneggio (sede dellAssemblea Legislativa) con lintento di mettere i reali sotto la protezione dellAssemblea, riunita in seduta straordinaria. Alle otto del mattino gli insorti decisero di penetrare nel Palazzo; la Guardia svizzera reagì, provocando centinaia di morti, ma i manifestanti continuarono a giungere numerosi da ogni parte (soprattutto da Faubourg Saint-Antoine). Il re, seguendo il consiglio dei deputati che volevano evitare un bagno di sangue, ordinò al comandante delle sue truppe di ritirarsi nella caserma. I soldati, eseguendo lordine appena ricevuto, vennero sorpresi e massacrati dalla folla. Al termine degli scontri si contarono circa 350 morti fra gli insorti e circa 800 fra i monarchici, di cui 600 Guardie svizzere e 200 nobili. Con la presa del Palazzo delle Tuileries il potere passò di fatto nelle mani della Comune Insurrezionale che immediatamente obbligò lAssemblea Legislativa a dichiarare decaduta la monarchia e a convocare una nuova assemblea costituente (Convenzione Nazionale) che avrebbe avuto il compito di stilare una nuova Costituzione a carattere democratico ed egualitario. Luigi XVI, privato dei suoi poteri, venne rinchiuso insieme alla sua famiglia nella Prigione del Tempio in attesa di essere processato. La sera del 10 agosto, in seguito ad una seduta durata nove ore, lAssemblea Legislativa designò per acclamazione un Consiglio Esecutivo provvisorio composto da sei ministri: Danton (Ministro della Giustizia), Gaspard Monge (Ministro della Marina), Pierre Henri Hélène Tondu (Ministro degli Esteri), Jean-Marie Roland de La Platière (Ministro degli Interni), Joseph Servan (Ministro della Difesa) e Étienne Clavière (Ministro delle Finanze). Segretario del Consiglio provvisorio fu nominato Grouvelle Philippe-Antoine. Elezione dei deputati della Convenzione Nazionale e proclamazione della repubblica[modifica | modifica sorgente] Georges Jacques Danton (Constance Marie Charpentier, 1792) Allinizio di settembre del 1792 lesercito austro-prussiano proseguì il suo attacco, penetrando sempre più in territorio francese. Dopo la caduta della fortezza di Longwy il 23 agosto, lattenzione dellopinione pubblica incominciò a spostarsi sulla fortezza di Verdun, lultima a difendere la strada per Parigi, assediata dal 20 agosto; un attacco decisivo dellesercito nemico la fece capitolare il 2 settembre, costringendo la Comune a chiamare alle armi un gran numero di cittadini per essere spediti al fronte. Tutto questo contribuì a diffondere nel popolo unondata di panico che, insieme alla convinzione generale dellesistenza di un complotto controrivoluzionario, si trasformò in collera verso chi era ritenuto responsabile di questa critica situazione. Latmosfera satura di terrore e sospetti indusse la popolazione ad attaccare le carceri di Parigi. Tali episodi, verificatisi dal 2 al 7 settembre, vengono ricordati come Massacri di settembre e il loro risultato fu luccisione di tutte le persone ritenute colpevoli o sospette di atti controrivoluzionari. Processi sommari ebbero luogo in numerose carceri di Parigi e quasi 1.400 prigionieri furono condannati e giustiziati. Tra le vittime ci furono più di duecento chierici refrattari, un centinaio di Guardie svizzere, molti prigionieri politici e aristocratici, ma persero la vita anche numerose persone che erano state imprigionate ingiustamente o colpevoli di reati minori. Tra i massacri più celebri si ricordano quelli alla prigione dellAbbazia di Saint-Germain-des-Prés, al carcere del Convento dei Carmelitani, al Palazzo Conciergerie, alla Prigione di Saint-Firmin, al Grand Châtelet, alla Prigione La Force e al carcere dellOspedale Salpêtrière. Simili insurrezioni, ma di minore entità, si verificarono nel resto del Paese, portando alla morte altre 150 persone circa. Queste uccisioni sommarie avvennero sotto gli occhi dellAssemblea Legislativa che, non osando intervenire, evitò di condannarle. Lelezione dei deputati della Convenzione Nazionale si svolse dal 2 al 6 settembre 1792, dunque in unatmosfera molto tesa essendo il periodo dei Massacri di settembre. Si decise di adottare un sistema elettorale simile a quello utilizzato per lAssemblea Legislativa nel settembre del 1791: poteva votare una sola persona per nucleo familiare e avevano diritto al voto gli uomini al di sopra dei ventuno anni, residenti da almeno un anno e contribuenti per una somma pari ad almeno tre giornate lavorative. Questi avrebbero scelto gli elettori, uomini al di sopra dei venticinque anni, residenti da almeno un anno e contribuenti per una somma pari ad almeno cinquanta o cento giornate lavorative. Gli elettori a loro volta avrebbero votato i deputati della Convenzione Nazionale. Jean-Paul Marat (Joseph Boze, 1793) La partecipazione elettorale fu molto scarsa in quanto circa il 90% dei sette milioni di elettori si astenne dal votare. Questo fu dovuto principalmente allallontanamento dei sostenitori della monarchia in seguito alla giornata del 10 agosto, al clima di terrore che regnava in quel periodo e alla paura generale di fare una scelta politica sbagliata che avrebbe comportato ritorsioni. La Convenzione venne così composta da 749 deputati repubblicani provenienti principalmente dalla borghesia. Questi si divisero in tre gruppi: a destra i Girondini, a sinistra i Montagnardi e al centro la maggioranza che non aveva ancora una linea politica ben definita. I Girondini rappresentavano lala più moderata della Convenzione. Diffidavano dalla gente comune ma avevano lappoggio della borghesia provinciale che aveva fatto fortuna durante la Rivoluzione. Intendevano opporsi al ritorno dell Ancien Régime per godersi in pace i frutti dei loro successi ma erano restii a prendere decisioni di emergenza per soccorrere il Paese. I principali rappresentanti di questo gruppo furono Jacques Pierre Brissot, Pierre Victurnien Vergniaud, Jérôme Pétion de Villeneuve e Jean-Marie Roland. I Girondini ottennero fin dal principio la direzione allinterno della Convenzione Nazionale ma, sostenendo fermamente la lotta della Rivoluzione contro il potere dei sovrani, dovettero sperare nella vittoria in guerra per evitare di essere travolti dal loro stesso programma politico. I Montagnardi (da montagna, in quanto occupavano i banchi posti più in alto) provenivano principalmente dal Club dei Giacobini e rappresentavano lala più radicale della Convenzione. Sensibili ai problemi della gente comune, erano disposti ad allearsi con i sanculotti o ad adottare misure di emergenza per salvare la Patria in pericolo. I loro leader furono Robespierre, Danton, Marat e Louis Antoine de Saint-Just. I deputati di centro, chiamati anche Pianura (in quanto occupavano i banchi posti più in basso) o in modo dispregiativo Palude, non avevano dei rappresentanti di spicco e dunque non possedevano una precisa linea politica. Appoggiarono i Girondini quando si trattavano argomenti inerenti alla proprietà e la libertà, mentre sostennero i Montagnardi quando al centro degli interessi cera il bene della Nazione. Lultimo atto dellAssemblea Legislativa fu decidere, il 20 settembre 1792, che i registri delle nascite e dei decessi da quel momento avrebbero dovuto essere tenuti dai comuni. Lindomani la Convenzione Nazionale si riunì per la prima volta e il 21 settembre abolì la monarchia, proclamando la repubblica (Prima Repubblica). Prime vittorie in guerra[modifica | modifica sorgente] A seguito della sconfitta a Verdun i comandanti delle tre armate francesi che fronteggiarono lesercito austro-prussiano (La Fayette, Nicolas Luckner e Jean-Baptiste Donatien de Vimeur de Rochambeau) vennero destituiti dal loro incarico e la Convenzione li sostituì con i generali Charles François Dumouriez e François Christophe Kellermann. Il 20 settembre 1792, nella battaglia di Valmy, larmata francese riportò una vittoria insperata, inducendo Austria e Prussia a ritirarsi dalla Francia. In agosto Federico Guglielmo II aveva concluso un accordo segreto con la Russia per la spartizione della Polonia, problema che gli stava più a cuore rispetto alla difesa dei diritti della monarchia francese e ciò contribuì al rientro delle truppe della coalizione in Patria. Sul piano militare si trattò di una vittoria poco rilevante ma limportanza storica fu di grande portata, come sottolineò il poeta Johann Wolfgang von Goethe (fisicamente presente alla battaglia come osservatore prussiano) che scrisse: «Di qui ed oggi comincia una nuova epoca della nostra storia del mondo». Il fatto che un esercito raccogliticcio, indisciplinato, di scarsa esperienza militare e per di più in sensibile inferiorità numerica fosse riuscito a sconfiggere lesercito di due potenze coalizzate, infiammò lopinione pubblica francese e ridiede credibilità allesercito, mettendo in dubbio le capacità militari dei comandanti avversari. Lavanzata delle truppe francesi proseguì con il generale Adamo Filippo de Custine che conquistò Spira (30 settembre), Worms (5 ottobre), Magonza (21 ottobre) e Francoforte sul Meno (22 ottobre), ottenendo loccupazione della riva sinistra del Reno. Durante queste avanzate venne occupato anche il Ducato di Savoia. L8 ottobre Dumouriez entrò in Belgio con lintento di togliere lassedio alla città di Lille e il 6 novembre riportò unimportante vittoria nella battaglia di Jemmapes che gli permise di occupare i Paesi Bassi austriaci (comprendevano gran parte degli attuali Belgio e Lussemburgo). Ovunque i francesi riuscirono a diffondere i loro ideali rivoluzionari. La Convenzione enunciò lidea che le Alpi e il Reno erano le frontiere naturali della Francia, decretando nel dicembre 1792 lannessione di tutti i Paesi occupati. Questo approccio in politica estera fu poco coerente con gli ideali della Rivoluzione, la quale voleva la liberazione dei popoli. LInghilterra, che già in passato aveva contrastato fortemente la politica imperialista di Luigi XIV, successivamente assumerà la guida nella lotta alla Rivoluzione francese. Processo ed esecuzione di Luigi XVI[modifica | modifica sorgente] Processo a Luigi XVI Dopo larresto di Luigi XVI, i Girondini cercarono in ogni modo di evitare il suo processo temendo che questo potesse rianimare e rinforzare lostilità delle monarchie europee nei confronti della Francia. La scoperta dellarmadio di ferro al Palazzo delle Tuileries, il 30 novembre 1792, rese il processo inevitabile: i documenti reali rinvenuti provarono, senza possibili contestazioni, il tradimento di Luigi XVI e il 3 dicembre la Convenzione Nazionale dichiarò che il procedimento penale sarebbe iniziato la settimana successiva. Per la sua difesa il re, accusato di tradimento verso la Nazione e di cospirazione contro le libertà pubbliche, chiese lassegnazione del più celebre avvocato dellepoca, Guy-Jean-Baptiste Target, ma questultimo rifiutò lincarico. La Convenzione decise allora di assegnare allimputato gli avvocati François Denis Tronchet, Chrétien Guillaume de Lamoignon de Malesherbes e Raymond de Sèze. Il processo, presieduto da Bertrand Barère, iniziò il 10 dicembre. Nei giorni seguenti gli avvocati difensori esposero le loro arringhe, sostenendo linviolabilità del sovrano prevista dalla Costituzione del 1791 e chiedendo che fosse giudicato come un normale cittadino e non come un Capo di Stato. I Girondini, che volevano condannare la carica del monarca ma non la persona, si trovarono in forte contrasto con i Montagnardi, i quali desideravano una netta separazione con tutto ciò che rappresentava il passato monarchico attraverso la condanna a morte. Il 15 gennaio 1793 il re fu riconosciuto colpevole con la schiacciante maggioranza di 693 voti contro 28 (erano presenti 721 deputati su 749). Il giorno seguente, su forte pressione dei Girondini, venne chiesto di decidere se la condanna di colpevolezza adottata dalla Convenzione Nazionale avrebbe dovuto passare attraverso un referendum popolare; questo estremo tentativo di salvare la vita a Luigi XVI venne rifiutato con 424 contrari, 287 favorevoli e 12 astenuti (erano presenti 723 deputati su 749). Sempre nella giornata del 16 gennaio si proseguì con la votazione inerente alla tipologia di pena da adottare nei confronti del sovrano. Alle nove della sera venne data lettura della sentenza: la pena pronunciata dalla Convenzione Nazionale contro Luigi XVI fu quella di morte. Come luogo dellesecuzione, programmata per il 21 gennaio alle 11, fu scelta Place de la Révolution (oggi Place de la Concorde). Il 17 gennaio, su richiesta di alcuni Girondini, venne eseguito uno scrutinio di controllo dove risultò che 387 deputati votarono la morte e 334 la detenzione o la morte con rinvio (erano presenti 721 deputati su 749). Esecuzione di Luigi XVI Luigi XVI fu condotto in carrozza in Place de la Révolution unora prima dellesecuzione, dopo avere ricevuto la comunione nella Prigione del Tempio. Quando arrivò in piazza, indossando una camicia bianca di lino e una giacca che dopo lesecuzione furono venduti allasta, i soldati provarono a legargli le mani, ma il sovrano si sottrasse.[14] Le mani, comunque, gli furono legate sul patibolo dal boia Charles Henri Sanson, che gli tagliò il codino. Il resto del cerimoniale fu seguito dal re con freddezza, nonostante la fama di uomo codardo che gli si attribuiva. Prima di essere ucciso, sebbene i soldati cercassero di impedirglielo, Luigi XVI si rivolse ai parigini per pronunciare un breve discorso: Muoio innocente dei delitti di cui mi si accusa. Perdono coloro che mi uccidono. Che il mio sangue non ricada mai sulla Francia!.[15] Secondo le testimonianze di alcune persone presenti, la ghigliottina scattò prima che Luigi fosse messo in posizione, e dunque la lama non tagliò del tutto il collo.[14] Alla morte del re, sancita dalla testa mostrata alla folla da un membro della Guardia nazionale, i parigini festeggiarono ballando al suono dellinno nazionale e, secondo le testimonianze dellepoca, addirittura assaggiarono il sangue del re.[15] La festa durò a lungo, e uno dei testimoni, Louis-Sébastien Mercier, la descrisse così: Vidi gente che passeggiava sottobraccio ridendo e scherzando amabilmente, come se si trovassero a una festa.[14] Alla fine il cadavere - trasportato in un cesto di vimini fino al Cimitero de La Madeleine - finì in una bara aperta che fu calata in una fossa del cimitero e ricoperto di calce viva.[14] Luigi Carlo divenne automaticamente, per i monarchici e gli Stati internazionali, re Luigi XVII. Prima Coalizione e controrivoluzione interna[modifica | modifica sorgente] Conseguentemente allesecuzione di Luigi XVI, lInghilterra assunse la guida nella lotta alla Rivoluzione francese, favorendo la creazione della Prima Coalizione. Questultima venne formata da Regno Unito di Gran Bretagna, Arciducato dAustria, Regno di Prussia, Impero Russo, Regno di Spagna, Regno del Portogallo, Regno di Sardegna, Regno di Napoli, Granducato di Toscana, Repubblica delle Sette Province Unite (odierni Paesi Bassi) e Stato Pontificio. La Francia venne così accerchiata da una forte coalizione di potenze avversarie e il 1º febbraio 1793 dichiarò guerra a Inghilterra e Paesi Bassi. Il 24 febbraio i Girondini imposero il reclutamento di massa della popolazione abile al servizio militare per incrementare di 300.000 uomini le file dellesercito. Lannuncio di questa decisione provocò diverse sollevazioni popolari in tutto il Paese, aggravate dalla successiva votazione della Convenzione Nazionale che realizzò una vera logica del terrore: tutti quelli che avrebbero rifiutato di impugnare le armi sarebbero stati giustiziati immediatamente e senza processo. Limpopolarità dei Girondini accrebbe ulteriormente in seguito alla loro cattiva condotta in politica economica, incapaci di sanare la grave crisi inflazionistica. I produttori alimentari immagazzinarono i loro prodotti piuttosto di scambiarli sul mercato con assegni ormai privi di valore. La popolazione, spinta dalla fame e dalla miseria, reclamò misure di emergenza contro il mercato nero, chiese labbassamento dei prezzi, la requisizione di viveri presso i produttori e la condanna degli speculatori. Nonostante questo quadro sociale disastroso, la Convenzione proseguì la sua tipica politica liberista, favorendo gli interessi dei benestanti e peggiorando sempre più la condizione di vita della gente comune. I Montagnardi, diversamente dai Girondini, appoggiarono le rivendicazioni dei cittadini, guadagnandosi il loro favore. Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Guerre di Vandea. Fin dai primi attacchi la Prima Coalizione riuscì a espellere i francesi dai Paesi Bassi, ristabilendo poco alla volta tutti i confini prebellici. È in questo contesto che nel marzo del 1793 scoppiò uninsurrezione nel dipartimento francese della Vandea e nei territori adiacenti contro il governo rivoluzionario, che degenerò in una guerra civile (Guerre di Vandea). In questa zona della Francia, da sempre sostenitrice della monarchia, già da tempo si era diffuso un certo malcontento nei confronti della repubblica, dovuto principalmente alla politica anticlericale (in Vandea la fede cattolica era particolarmente radicata), allaumento delle tasse e alla politica estera aggressiva che sfociò nella leva obbligatoria. La Vandea non era intenzionata a partecipare alle guerre causate dalla Rivoluzione e dunque a morire per una Nazione che non la rappresentava, per cui preferì insorgere contro di essa con lintento di provare a restaurare la monarchia. I vandeani organizzarono un proprio esercito (Esercito Cattolico e Reale), costringendo la Convenzione ad attuare seri provvedimenti repressivi e a inviare un maggiore numero di soldati per contrastare queste violente insurrezioni. La repressione attuata dal governo fu terribile: diverse migliaia di persone trovarono la morte, numerosi villaggi vennero distrutti e, secondo alcuni storici, tra linverno del 1793 e lestate del 1794 in questo territorio si compì il primo genocidio della storia contemporanea. I repubblicani non vollero solo fermare linsurrezione ma anche evitare che le idee controrivoluzionarie si diffondessero, cosa che aggravò la repressione, causando la morte di molti innocenti, tra cui donne e bambini. Una tregua vera e propria si ebbe solo nella primavera del 1795, ma lo stato insurrezionale rimase sempre presente nella regione e la rivolta si riaccese più volte negli anni seguenti, soprattutto nei momenti di crisi dei governi repubblicani e napoleonici. Il successo delle Guerre di Vandea fu dovuto al fatto che a insorgere fu il popolo, il quale sceglieva i propri comandanti tra gli stessi contadini e tra la nobiltà esiliata, a volte costringendoli con la forza. In quel periodo si verificarono altre insurrezioni piuttosto improvvisate e organizzate da nobili, più interessati a riconquistare le proprie terre che a ripristinare la monarchia; per questo motivo venivano spesso abbandonati dai propri uomini che combattevano solo dietro compenso, tanto che lesercito repubblicano non ebbe difficoltà a sopprimere queste rivolte. Fine dei Girondini[modifica | modifica sorgente] Marie-Jeanne Roland de la Platière Il 10 marzo 1793 la Convenzione Nazionale istituì il Tribunale rivoluzionario (denominazione che assunse ufficialmente nellottobre dello stesso anno), mediante il quale vennero giudicati tutti gli oppositori politici. Il 18 marzo il deputato di centro Bertrand Barère propose la creazione di un nuovo comitato, da affiancare al Comitato di sicurezza generale (istituito ufficialmente nellottobre del 1792, agiva come organo di polizia proteggendo la repubblica rivoluzionaria dai nemici interni), con lo scopo di contrastare tutte le minacce rivolte alla repubblica, sia dallinterno che dallesterno del Paese. La proposta fu accolta e il 6 aprile venne istituito il Comitato di Salute Pubblica, formato da nove membri (allargato nel settembre 1793 a dodici) provenienti dalla stessa Convenzione che venivano rinnovati mensilmente mediante elezione. La leadership del nuovo organo, che ebbe sede al Palazzo delle Tuileries negli ex appartamenti della regina Maria Antonietta, fu immediatamente presa da Danton. La Convenzione Nazionale mantenne la suprema autorità e il Comitato di Salute Pubblica dovette rendere conto ad essa delle proprie decisioni. Con il nuovo sistema di governo la Convenzione Nazionale eleggeva i rappresentanti del Comitato di Sicurezza Generale e del Comitato di Salute Pubblica. Questultimo proponeva le leggi e nominava i rappresentanti per le missioni di guerra al fronte e allinterno dei dipartimenti, ma lapprovazione finale delle decisioni spettava alla Convenzione. I Montagnardi, appoggiati dai sanculotti, sfruttarono la grave situazione sociale in cui versava il Paese per attaccare i Girondini, screditandoli agli occhi dellopinione pubblica. Sembrava sempre più una lotta tra classi, nella quale ognuno voleva dare a suo modo un contributo alla Rivoluzione. I Montagnardi reclamarono lapprovazione di misure eccezionali per sanare la situazione, trovando lappoggio della gente comune, ma ogni proposta venne rifiutata. I sanculotti pretesero lallontanamento dei Girondini dalla Convenzione, in quanto erano visti come nemici della Rivoluzione, colpevoli della crisi economica e delle sconfitte militari. Lopposizione dei Girondini a un calmiere sui prezzi, che per loro avrebbe rappresentato un attentato alla proprietà privata, li espose allaccusa di essere indifferenti alla miseria del popolo. Le sconfitte in guerra e il tradimento del generale Dumouriez, passato allAustria il 4 aprile, aggravarono la loro posizione. Il 31 maggio ci fu una manifestazione di sanculotti contro i Girondini, seguita il 2 giugno da unimponente insurrezione. Davanti al Palazzo delle Tuileries, dove era riunita da tre giorni la Convenzione Nazionale, si schierano circa 80.000 manifestanti, sostenuti dalla Guardia Nazionale al comando di François Hanriot. I deputati non poterono uscire e uno dei collaboratori di Robespierre, Georges Couthon, chiese larresto dei due ministri (Clavière e Pierre Lebrun) e ventinove deputati girondini. La Convenzione, sotto assedio, fu obbligata ad approvare. La fine dei Girondini fu tragica: Brissot, Lebrun, Vergniaud e altri diciotto leader, dopo un breve processo tenutosi a Parigi dal 24 al 30 ottobre, finirono sulla ghigliottina. L8 novembre comparve davanti ai giudici Marie-Jeanne Roland de la Platière, che venne condannata e uccisa il giorno stesso. Suo marito, Jean-Marie Roland, rifugiato in Normandia, si trafisse il cuore con un pugnale, lasciando un messaggio scritto: «Nel conoscere la morte di mia moglie, non ho voluto restare un giorno di più sopra una terra macchiata di delitti». Clavière si suicidò in carcere e probabilmente suicida fu anche Jean-Antoine Caritat, marchese di Condorcet, catturato mentre si allontanava da Parigi dopo cinque mesi di latitanza. Questa corrente politica si estinse e la leadership della Convenzione Nazionale passò ai Montagnardi, appoggiati esternamente dai sanculotti, sebbene in alcune province francesi il sostegno ai Girondini sopravvivesse. Governo rivoluzionario dei Montagnardi[modifica | modifica sorgente] Robespierre alla guida del Comitato di Salute Pubblica[modifica | modifica sorgente] Morte di Jean-Paul Marat in un quadro (Jacques-Louis David, 1793) Con leliminazione dei Girondini, i Montagnardi si trovarono soli alla guida della Convenzione Nazionale con il compito di condurre la guerra e risanare la grave situazione sociale, politica ed economica della Francia. Le frontiere nazionali vennero invase dalle potenze della Prima Coalizione: gli spagnoli penetrarono a sud-ovest, i piemontesi a sud-est, i prussiani, gli austriaci e gli inglesi a nord e a est. Inoltre erano in pieno svolgimento le numerose insurrezioni popolari contro la giovane repubblica. Il 13 luglio 1793, a Parigi, venne ucciso Marat. Lassassina, Charlotte Corday DArmont, era una sostenitrice dei Girondini che in seguito alla giornata del 2 giugno si convinse di dover uccidere il deputato montagnardo, ritenuto il principale responsabile della guerra civile. Giunta appositamente da Caen, riuscì a farsi ricevere in casa dallo stesso Marat. Questultimo, tormentato dalla dermatite erpetiforme, un malattia che gli procurava prurito, cercava di lenire i dolori immergendosi nellacqua tiepida di una vasca provvista di un leggio, che aveva il triplice scopo di poter leggere, scrivere e ricevere decentemente gli eventuali ospiti. Dopo una breve conversazione, la donna estrasse un coltello che conficcò nel petto di Marat, recidendo laorta e penetrando fino al polmone destro. Charlotte Corday, arrestata e condannata a morte dal Tribunale Rivoluzionario, venne messa alla ghigliottina quattro giorni dopo. Questo avvenimento contribuì ad aggravare pesantemente la già critica situazione politica. Maximilien de Robespierre (Anonimo, 1790 circa) Al comando del Comitato di Salute Pubblica, Danton si rifiutò di approvare riforme di emergenza per sanare la difficile situazione in cui versava la Francia. Conducendo una politica moderata si oppose alladozione di uneconomia di guerra e alla leva obbligatoria, tentando accordi segreti con le potenze europee con lintento di creare spaccature tra i membri della coalizione nemica. Sospettato di fare il doppio gioco, accusato di attuare una politica troppo cauta e malvisto dai sanculotti, il 10 luglio 1793 non venne rieletto membro del Comitato di Salute Pubblica. Robespierre, entrato nel Comitato il 27 luglio, sostituì Danton e intraprese fin dallinizio una politica volta ad alleviare la miseria delle classi più umili, accogliendo le indicazioni fornite dai sanculotti. Seppure contrario alla guerra, fu tra i più attivi nel rafforzare militarmente lesercito repubblicano attraverso provvedimenti di controllo delleconomia (tra i quali la razione minima sul pane, sul sale e sulla farina). Preoccupato dagli eventi bellici, dai tentativi controrivoluzionari e deciso a estirpare ogni residuo della monarchia e dell Ancien Régime, decise di sostenere la politica del cosiddetto Terrore, nel corso del quale si procedette alleliminazione fisica di tutti i possibili rivali della Rivoluzione. Adottata per acclamazione dalla Convenzione Nazionale e approvata da un referendum popolare, il 24 luglio venne promulgata una nuova Costituzione (Costituzione dellAnno I o Costituzione Montagnarda), basata principalmente sulla Dichiarazione dei Diritti dellUomo e del Cittadino del 1789. Con lintento di calmare il clima di tensione che regnava in quel periodo, essa venne formulata per stabilire una vera sovranità popolare grazie a frequenti elezioni a suffragio universale che avrebbero permesso una consultazione popolare delle leggi varate dal corpo legislativo. Riconosceva vari diritti economici e sociali (associazione, riunione, assistenza pubblica e istruzione), concedeva il diritto di ribellione (in caso il governo avesse violato i diritti del popolo) e labolizione della schiavitù. Nonostante i buoni propositi, questi provvedimenti non entrarono mai in vigore: il 10 agosto la Convenzione Nazionale decretò che il governo sarebbe rimasto rivoluzionario fino allottenimento della pace in guerra, sospendendo così lapplicazione della nuova Costituzione. In questa occasione Saint-Just disse: «Nelle circostanze in cui si trova la repubblica, la Costituzione non può essere stabilita, si immolerebbe da sola. Essa diventerebbe la garanzia per gli attentati contro la libertà, perché mancherebbe della volontà necessaria per reprimerli». Dinanzi alla continua avanzata in territorio francese della Prima Coalizione e sperando di soffocare i moti controrivoluzionari presenti in diverse province francesi, la Convenzione Nazionale ratificò tutte le leggi che le vennero presentate dal Comitato di Salute Pubblica di Robespierre. Fra queste, la legge del 23 agosto applicò la leva di massa che permise di inviare tra le file dellesercito tutti gli uomini celibi o vedovi di età compresa fra i diciotto e venticinque anni, mentre chi non venne spedito al fronte dovette partecipare agli sforzi di guerra adattandosi alla rigida economia di risparmio, fornendo lequipaggiamento militare e grattando i muri delle cantine ricchi di nitrato di potassio, indispensabile per la fabbricazione della polvere da sparo. Leconomia francese venne totalmente riconvertita per scopi bellici. Regime del Terrore[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Regime del Terrore.
Posted on: Mon, 18 Nov 2013 17:14:35 +0000

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